19 Aprile 2024
Attualità

Tenuta Ritiro, un’eccellenza italiana

Tenuta Ritiro è un’eccellenza italiana nel settore apistico a livello internazionale. Un mirabile connubio di scienza ed etica applicato all’impresa. Genetica, botanica, etologia, entomologia e bioetica sono alcune delle discipline che afferiscono alla missione del fondatore Giacomo Acerbi. Ho avuto il piacere di incontrarlo e ho ritenuto di raccontare il suo meraviglioso progetto.

Tenuta Il Ritiro, eccellenza italiana nel mondo
Tenuta Il Ritiro

Storia di un’eccellenza italiana: Tenuta Ritiro

Questa azienda è situata tra i colli del Piemonte sud orientale. Il progetto inizia nel 2015 a Cassano Spinola (AL), grazie all’approccio visionario ma concreto di un filosofo: Giacomo Acerbi. Specializzato in bioetica, Giacomo identifica nelle api il veicolo della sua missione. Oggi vanta almeno 3000 alveari di proprietà, diffusi tra la penisola italiana e le zone limitrofe, che producono miele biologico e derivati.

Le sue api regine e i suoi alveari, selezionati e riprodotti meticolosamente in funzione delle esigenze etologiche e ambientali dei paesi ospitanti, sono venduti in tutto il mondo, dal Canada alla Finlandia, fino alle sponde mediterranee di Cipro e del Libano. Tenuta Ritiro ha selezionato 27 linee genetiche per altrettanti Paesi. Nel proprio settore, rappresenta l’azienda leader del mercato europeo ed è sul podio a livello mondiale

Perché Tenuta Ritiro è un’eccellenza italiana nel mondo?

Tenuta Ritiro è un’eccellenza italiana che si occupa dell’intera filiera apistica, includendo la selezione genetica, la riproduzione e l’allevamento delle api regine, la vendita di alveari adatti alle più diverse esigenze climatico-ambientali e la produzione mellifera biologica. La api di Giacomo Acerbi sono spedite in tutto il mondo, per la loro qualità; infatti, soddisfano i requisiti di eccellenza: prolificità, docilità, longevità, produttività, forza alare e capacità di volo.

Inoltre, Tenuta Ritiro esporta e gestisce direttamente più di tremila alveari secondo la logica del nomadismo. Con ciò si intende l’esercizio dell’apicoltura itinerante. L’apicoltore sposta temporaneamente i propri alveari in altre zone, per cercare determinate fioriture o varietà botaniche, e li controlla a distanza. Questa pratica consente numerosi benefici; in particolare, promuove l’indotto ecologico-ambientale ed economico dei territori “colonizzati”, dove arrivano impollinatori e investimenti.

L’impresa di Giacomo conta su circa quaranta dipendenti senza considerare le collaborazioni scientifiche internazionali e l’occupazione indirettamente indotta. Un’azienda 4.0 fondata sul trinomio scienza-tecnologia-etica, su ricerche e studi costanti, su una profonda specializzazione bilanciata dalla multidisciplinarietà e sulla cura di ogni dettaglio. Grazie a ciò, ha indubbiamente i connotati dell’impresa avanguardistica.

Trasporto di alveari per il nomadismo

Chi è il fondatore di Tenuta Ritiro, un’eccellenza italiana?

A Castiglione della Pescaia ho avuto la fortuna di conoscere Giacomo Acerbi, in zona per motivi di lavoro. Mi è stato sufficiente incontrarlo, per capire come mai Tenuta Ritiro sia un’eccellenza italiana. Fin da giovane ha cercato di capitalizzare la cultura imprenditoriale assorbita dal contesto familiare, coniugandola con la passione per la ricerca e con l’impegno bioetico.

Giacomo persegue la nobile missione di arginare concretamente la riduzione delle api causata dall’agrochimica e da altri fattori antropici, l’impoverimento della biodiversità e le possibili crisi alimentari, sociali e geopolitiche annesse. Da filosofo completo non si preoccupa solo dell’Hic et Nuncdell’adesso – ma anche dell’altrove inteso come futuro; inoltre, non si limita alla critica ma la integra con l’agire.

Tenuta Ritiro, un'eccellenza italiana
Giacomo Acerbi, fondatore di Tenuta Ritiro

Giacomo invita a riflettere su quanto sta accadendo in alcune regioni del mondo – ad esempio in Cina – dove i contadini sono costretti a impollinare manualmente con i pennelli a causa dell’estinzione delle api. La produzione mellifera si è contratta vertiginosamente e la vita media degli esemplari si è ridotta.

Essendo le api assimilabili a sentinelle ambientali, sensori ecosistemici o bioindicatori – per usare le parole di Giacomo – il loro comportamento e le loro caratteristiche sono indicative e forniscono una diagnostica delle condizioni di salute ambientali. 

Contadini cinesi impollinano a mano
Contadini cinesi costretti a impollinare manualmente per l’estinzione delle api (Foto di MyBeeLine)

I fattori critici per le api raccontati da Giacomo

I fattori critici sono numerosi e collocabili su diversi livelli. Raggruppandoli in categorie, potremmo descriverli come segue. Una minaccia non trascurabile è costituita da un temibile parassita chiamato Varroa destructor, che può infestare gli alveari. Questo acaro compromette i comportamenti dell’entomofauna, fino a determinarne la morte di molti componenti

Varroa Destructor

Ci sono, poi, i fattori antropici. Tra questi rientrano l’abuso di prodotti derivanti dall’agrochimica, l’inquinamento atmosferico, del suolo e delle falde acquifere e i cambiamenti climatici. Tra le cause antropiche rientrano anche le scelte politiche nazionali e internazionali, spesso disallineate rispetto alle necessità dell’entomofauna e degli apicoltori. Dal punto di vista legislativo, non c’è sufficiente attenzione tassonomica cosicché le sottospecie finiscono per essere ignorate. 

Tenuta Il Ritiro, eccellenza italiana nel mondo
Secondo Einstein: “Se le api scomparissero dalla Terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”

Un altro problema consiste nella narrazione mistificatoria dominante che riguarda le api. L’apicoltura è una attività zootecnica produttiva che genera valore aggiunto. Invece, ad alti livelli è veicolato un concetto diverso. Le api vengono erroneamente considerate fauna selvatica, in linea con un approccio demagogico di stampo conservazionistico e naturalistico. La verità è un’altra: le api ormai esistono solo grazie all’apicoltura. Il paradosso è che tale pseudo-narrazione porta a colpevolizzare gli apicoltori, cioè coloro che permettono la sopravvivenza e la perpetuazione delle api.

Così, sono state rese – ingiustamente – oggetto di critica le varietà di api selezionate come ibridi “commerciali”; inoltre, sono state ritenute deleterie le scelte selettive nell’allevamento delle regine, nonché la tecnica di traslarvo e la riproduzione di esemplari con minore attitudine sciamatoria. Ci sono, infine, i leggendari pregiudizi sull’inutilità dei fuchi, che si rivelano nocivi perchè mirano a ridurne la presenza, laddove invece ricoprono una funzione sensibile nell’economia dell’alveare. Chi vuole proteggere le api in quanto selvatiche, in realtà le spinge all’estinzione!

Tenuta Ritiro: un’eccellenza italiana che promuove la sostenibilità

La perpetuazione della biodiversità e la riproduzione delle specie botaniche destinate all’alimentazione umana e animale sono debitrici delle api. L’apporto di questi imenotteri è prezioso per sorreggere l’intera catena alimentare. Le api sono il paradigma di ogni sostenibilità: producono per sé e per gli altri. I fini egoistici della loro specie coincidono con i benefici “pubblici” che elargiscono all’economia ecosistemica e ambientale.

Occuparsi di api, pertanto, equivale ad occuparsi della prima fonte di sostenibilità conosciuta. Ripopolare il mondo con le api, poi, costituisce un impegno bioetico a beneficio delle più svariate forme viventi. Il principio di responsabilità che anima Tenuta Ritiro è alla base della promozione del Progetto Bees Republic, volto alla custodia della biodiversità.

Tenuta Ritiro, un'eccellenza italiana
Bees Republic, un progetto concreto volto alla tutela della biodiversità

Alla base di Bees Republic, il progetto di Tenuta Ritiro

Bees Republic è un progetto promosso da Tenuta Ritiro, finalizzato alla salvaguardia della biodiversità, attraverso la tutela delle api. Ciò avviene tramite il biomonitoraggio attraverso i dati raccolti dagli alveari, anche con l’ausilio di dispositivi elettronici installati. Attraverso le analisi residuali annuali degli alveari “sentinella” è possibile censire lo spettro delle centinaia di sostanze inquinanti di una zona. Ogni ape copre un ampio campione territoriale – fino a 4 km – portando al nido polveri, acqua, pollini e nettare, contenenti le molecole degli agenti nocivi.

Bees Republic, inoltre, si occupa del ripristino della biodiversità ricreando oasi urbane ed extra urbane. Queste non solo costituiscono bacini di fertilità, ma anche spazi di ripopolamento per numerose specie vegetali e animali. Bees Republic prevede anche un impegno divulgativo e di sensibilizzazione pubblica; Giacomo partecipa a seminari, forum e congressi nazionali e internazionali dedicati al mondo dell’apicoltura e al tema della sostenibilità.


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Il Miele di Giacomo Acerbi

Ho avuto la fortuna di assaggiare il miele biologico di Giacomo. Il pacco che mi ha generosamente donato contiene differenti varietà. Così, è possibile assaporare luoghi, zone climatiche e vegetazioni diverse, ripercorrendo il tragitto giornaliero delle sue laboriose api. Sono rimasto incantato anche dai nomi scelti: penso al Novello di primavera, al Prati dell’Emilia o al Fiori delle alpi.

Tenuta Ritiro, un'eccellenza italiana da gustare
Alcune varietà del miele Acerbi

Ogni barattolo racchiude molto più di un prodotto edibile: racconti olfattivi, carezze balsamiche, coccole di rugiada. Il miele di Giacomo racconta la Macchia mediterranea, i fiori della Maremma, i profumi boschivi – penso al tiglio, all’acacia e al castagno – fino alla lavanda della Costa Azzurra. Difficile eleggere il gusto migliore! Non resta che disporre l’animo alla contemplazione impressionista e assaggiarli tutti, catturandone ogni sfumatura!

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