La bella stagione è alle porte: è tempo di scoprire nuovi meravigliosi itinerari per programmare le vacanze estive. Per chi ama il mare, le coccole e la pace suggeriamo Le Cannucce: uno degli stabilimenti balneari toscani da visitare, a Castiglione della Pescaia (Gr).
“…È una di queste basse lingue di sabbia che il signor Palomar ha scelto come punto d’osservazione, perché le onde vi battono obliquamente da una parte e dall’altra, e scavalcando la superficie semisommersa s’incontrano con quelle che arrivano dall’altra parte. Dunque, per capire com’è fatta un’onda bisogna tener conto di queste spinte in direzioni opposte che in una certa misura si controbilanciano e in una certa misura si sommano, e producono un infrangersi generale di tutte le spinte e controspinte nel solito dilagare di schiuma…”
Quale rapporto lega queste parole, tratte da uno dei più celebri libri della narrativa novecentesca italiana, con la realtà che scopriremo in questo articolo? Il nesso dipende dal fatto che la lettura di un’onda del Signor Palomar calviniano è ambientata – almeno nell’immaginario – nei pressi del sito di cui vi parleremo oggi. Ci sono luoghi in cui l’ispirazione è favorita, e si spalancano le porte del meta-viaggio.
Dove si trovano Le Cannucce?
Ci troviamo nella Maremma toscana, a Castiglione della Pescaia. Siamo in prossimità della pineta di Roccamare, più precisamente a Riva del Sole. Questa località marittima è una delle più rinomate e visitate della costa toscana, in grado di ospitare più di un milione di visitatori a stagione. Chi sceglie Castiglione della Pescaia cerca la ricchezza dell’offerta turistica, immersa nella pace. Questo comune non coincide con l’incantevole borgo disteso verso il mare, da cui trae il nome (Châtillon) in quanto dominato da un pregevole castello.
Il Comune di Castiglione della Pescaia, sede di uno degli stabilimenti balneari toscani da visitare
Il Comune di Castiglione della Pescaia si estende su più frazioni e vanta anche i deliziosi borghi interni immersi nel bosco di Tirli e Buriano, l’antica Vatluna etrusca (oggi Vetulonia), la prestigiosa località di Punta Ala, oltre a tutto il territorio compreso tra questi estremi. Inoltre, c’è una magnifica riserva naturale, la Diaccia botrona, che sorge nei pressi dell’antico Lago Prile, dove tra le tante specie faunistiche è possibile ammirare anche il fenicottero rosa. Castiglione è in grado di rivolgersi contemporaneamente ai cinque sensi deliziando qualsiasi ospite. Sono lontani i tempi fissati nelle strofe del celebre canto popolare Maremma amara.
In particolare, oggi esploriamo una delle realtà operanti nell’accoglienza turistica di queste beate sponde mediterranee che da anni impreziosisce la permanenza degli ospiti della zona, distinguendosi per la posizione, per la struttura caratteristica e pregevole, e per il felice e riuscito connubio tra l’opera umana e quella della Natura. Il sito è circondato in parte dal mare, in parte dalla pineta dove risiedeva e frescheggiava Italo Calvino.
Scendendo dalla panoramica di Castiglione della Pescaia e procedendo in direzione Follonica sulla litoranea, alle porte di Riva del Sole, si imbocca una stradina adombrata sulla sinistra, parallela alla provinciale e alla spiaggia, via Puccini, al cui numero 18 sorge il bagno Le Cannucce. La denominazione bagno è caratteristica della Toscana, perché sembra risalire alle origini di una delle prime strutture balneari, nata negli anni 30 dell’Ottocento a Viareggio e chiamata stabilimento de’ bagni.
La storia delle Cannucce
La realtà delle Cannucce nasce più di mezzo secolo fa. Il nome, contrariamente a quello che credono in molti, non è legato al materiale di cui sono composte le tipiche installazioni lignee immerse nei giardini e svettanti sui tetti delle capanne e delle verande, ma deriva dalla vicina località denominata Val delle Cannucce. Questa località oggi è una meravigliosa zona residenziale, compresa tra il mare e una piccola collina soprastante, verdeggiante, fresca e silenziosa, in cui l’intervento antropico è dolcemente integrato.
Le origini de Le Cannucce
Quando il fondatore Gianfranco Polvani rilevò il terreno nella pineta non c’erano che sterpaglie e vipere. Questa zona non era stata ancora lottizzata. L’antefatto della nascita delle Cannucce va cercato proprio nelle lottizzazioni dell’epoca. La confidenza tra Gianfranco – geometra apprezzato e legato alla comunità castiglionese – e il sito dove sorgerà lo stabilimento dipende dall’avere ricevuto l’incarico di effettuare i rilievi per le lottizzazioni. In particolare, si serviva della praticità e della conoscenza del luogo di cacciatori e disboscatori per battere la zona.
La pulizia della macchia mediterranea avveniva dapprima tagliando manualmente, con la falce, rami e cespugli, raccogliendoli, poi, in tante fascine. I cacciatori creavano delle piccole capanne con i residui, utili per la posta nella caccia grazie alla facile reperibilità in loco e al potere piuttosto impermeabile. È stata tale visione a suggerire la forma del futuro stabilimento. In tal senso, Le Cannucce racchiudono la storia locale.
Storia di un’idea e l’opera di bonificazione
La sua idea era stata accolta con sardonica diffidenza dagli amici e dai conoscenti, come non di rado accade con gli spunti lungimiranti. Gianfranco vinse la scommessa, contrariamente alle previsioni di chi considerava il suo progetto un azzardo. Tutti dubbi comprensibili, visto che era una zona selvatica e incontaminata, dominata dalla più fitta macchia mediterranea, poco frequentata dalle persone ma molto da cinghiali e serpenti. A lui si deve l’opera bonificatrice di questo spazio sospeso tra cielo, mare e pineta, riottoso fino ad allora all’addomesticamento antropico.
È interessante però come lo spirito verace di questa località non sia andato perduto, ma sia stato addirittura esaltato nella mitigazione. Gianfranco si è limitato a trasformarlo e a canalizzarne il potenziale. Il risultato, infatti, è coinciso con la realizzazione di una piccola oasi massaggiante e carezzevole. Come scriveva il filosofo Bernard Mandeville, anche la vite, se non ci fossero i filari e non fosse organizzata in una vigna, sarebbe migliore per il fuoco che per il vino, essendo una pianta originariamente infestante e prolifica (da La Favola delle api).
L’erica arborea: l’ingrediente segreto delle Cannucce
Uno dei maggiori meriti di Gianfranco, che non ha viaggiato tanto ma ha sempre avuto un eccellente spirito di osservazione condito da brillanti doti intuitive, fu la scelta dei materiali utilizzati per realizzare le capanne e le tettoie che rendono caratteristico e unico questo stabilimento. In particolare, l’erica arborea, la stessa raccolta dai cacciatori. Per immaginarvela, pensate alla scopa della strega, composta da fitti rami secchi di erica intrecciati. In Toscana, è chiamata scopa (o scopo).
È antica e interessante la lavorazione di questi arbusti. Dopo la potatura e la raccolta, occorre far essiccare il materiale legnoso ancora verde. Successivamente, la fascina che raccoglie i rametti viene battuta manualmente. Una volta era possibile vedere anziani signori e signore che compievano questo gesto. La lavorazione della scopa è un mestiere artigianale quasi disperso. Oggi sono reperibili grandi balle, ancora non essiccate a dovere. Prima, venivano vendute piccole matasse già pronte.
Oltre al merito imprenditoriale di aver trasformato gli scarti legnosi di una bonifica in un meraviglioso complesso sporgente dalla pineta e affacciato sul mare, risalta anche il merito di aver rispettato l’origine e l’identità della zona, oltre che lo skyline, all’insegna di quello che molti anni dopo verrà chiamato paradigma della sostenibilità, nelle sue diverse declinazioni. Non ultimo il fiuto, perché oggi Riva del Sole è una delle località più pregiate.
3 motivi che rendono Le Cannucce uno degli stabilimenti balneari da visitare
1) L’accoglienza
Date simili premesse, si capisce come l’ingrediente fondamentale dell’offerta ricettiva della struttura consista nell’accoglienza. Per porsi come eterotopia, come luogo di evasione dai ritmi incessanti della città e dagli affanni lavorativi, Le Cannucce desiderano offrire il massimo confort. La deontologia della proprietà e dello staff è incentrata su cardini inviolabili: massima disponibilità nell’ascoltare ed esaudire bisogni e desideri di ogni ospite, assoluta cortesia, cura dei dettagli, e predisposizione a generare un ininterrotto clima massaggiante di protezione, cosicché ognuno possa sentirsi coccolato dalla mattina alla sera.
Affidabilità e prestigio delle Cannucce
Nello stabilimento regna un’atmosfera gioviale e familiare che non tradisce la professionalità dei titolari e dello staff. Anche per questo, la struttura collabora i principali Resort locali, prendendosi cura degli ospiti che desiderano raggiungere la spiaggia in cerca di relax.
Negli anni, Le Cannucce hanno accolto numerosi ospiti tra cui Chiara Ferragni o Gigi Proietti, calciatori e sportivi, proprietari di importanti aziende internazionali e perfino membri di famiglie reali. La filosofia della casa si riflette in ogni diramazione dell’offerta dello stabilimento, dall’accoglienza al servizio in spiaggia, passando per la ristorazione e il bar. A favorire ciò, concorre la conduzione familiare dell’azienda, fondamentale per garantire un rasserenante senso di presenza e vicinanza agli ospiti anche attraverso l’instaurazione di rapporti personali amichevoli.
2) L’innovazione
Lo stabilimento si distingue fin dalle origini per lungimiranza e innovazione. Oltre ad essere stato il primo a dotarsi di un affascinante abito ligneo, che ricorda la suggestione esotica rivisitata in salsa locale, attraverso i fasci di scopa di cui abbiamo parlato, è tra i primi a essersi dotato di un’area ludico-ricreativa. Inoltre, è stato tra i primi ad implementare la tecnologia nella propria offerta.
Alcune delle dotazioni tecnologiche
Si pensi alla Webcam installata sul tetto, che permette di visionare comodamente, in tempo reale, le condizioni meteo marine; al caricabatterie per dispositivi elettronici USB montato direttamente nella postazione in spiaggia, alimentato da una batteria fotovoltaica innestata sugli ombrelloni.
Una delle innovazioni più apprezzate, fondamentale per l’economia organizzativa dello stabilimento è il servizio navetta privato, con una simpatica e rilassante Golf car. Si tratta di una soluzione green e comoda per ovviare all’insufficienza di posti auto disponibili nei dintorni.
Questo bagno è stato tra i primi a inserire la raccolta differenziata e a ridurre nettamente l’uso della plastica. Gli ostacoli logistici sono stati aggirati dotandosi di materiali per l’asporto bio degradabili. Presto verrà accantonato anche l’impiego delle bottigliette di plastica per l’acqua.
3) La cultura
Un terzo elemento costitutivo è il valore attribuito alla cultura, come opportunità offerta a ogni ospite e come occasione di vivere la spiaggia anche di sera, in una cornice magica accarezzata dal suono riposante delle onde. Prima della pandemia era già possibile per ogni ospite scegliere una lettura in una piccola libreria posta all’entrata, messa a disposizione dei bagnanti. Il rapporto con il binomio ricreativo-culturale non si arresta a questo piccolo ma lodevole servizio.
Le Cannucce propongono con entusiasmo serate a tema ed eventi di respiro culturale in riva al mare. Nelle passate estati sono stati ospitati scrittori emergenti, sono stati presentati libri di poesia, di narrativa e gialli, ma anche piccole performance teatrali, esibizioni di pittura contemporanea, o quelle di musicisti professionisti e cantautori, accompagnate da finger food e vini.
Le Cannucce avevano anche intrapreso un percorso per l’organizzazione di un premio letterario marittimo – di risonanza nazionale – organizzato in collaborazione con il Comune e con altri attori del tessuto sociale, culturale ed imprenditoriale. Purtroppo, la pandemia ha frenato il progetto; forse sarà rilanciato. La cornice del Signor Palomar è pronta ad ospitarlo.
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Perché Le Cannucce sono uno degli stabilimenti balneari toscani da visitare?
Le Cannucce si affacciano sulla spiaggia tra i pini, circondate per un piccolo tratto dalla pineta e dalle dune, dall’altro da una cintura residenziale avvolta nel verde. Fin da subito, si rimane colpiti dall’estensione dei giardini interni, che garantiscono uno scenario piacevole e fresco, circondando la veranda-ristorante sul mare, i sentieri di accesso alla spiaggia e l’area giochi, oltre che le ambite e caratteristiche capanne sulla spiaggia.
Ci sono due diverse tipologie di capanne: quelle sulla sabbia, con il tetto di scopa, che fungono da postazioni balneari e quelle nei giardini, che fungono da cabine per depositare gli effetti personali e da spogliatoi. Queste sono fatte interamente di scopa intrecciata e assomigliano a capanne antiche, che evocano il connubio tra l’elemento boschivo nostrano e quello esotico, ricordando perfino le case fiabesche delle streghe o i villaggi celtici e gallici.
È possibile vivere la magia dei giardini anche di sera, dal tramonto in poi, quando vengono apparecchiati per offrire il servizio della cena negli angoli intimi, silenziosi e riservati della struttura, con vista mare, tra candele, lampade eleganti e decorazioni allestite con amore. Gran parte della struttura è realizzata in legno. I vialetti e i corridoi per il mare, invece, sono bordati di tufo perché questa pietra ricorda le sfumature e i colori della sabbia e si addice cromaticamente.
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La spiaggia a Le Cannucce
La spiaggia, nell’era del Covid, poteva contare su almeno centoventi ombrelloni, ampiamente distanziati tra loro. Il tema del distanziamento era uno dei punti programmatici del manifesto della qualità delle Cannucce fin già da prima della pandemia. Le postazioni sono da sempre sufficientemente distanti l’una dall’altra. Stessa cosa si può dire per le tredici spaziose capanne-gazebo.
Si deve dire, però, che originariamente Le Cannucce erano più grandi: circa il doppio. Gianfranco era proprietario di una struttura che comprendeva anche lo stabilimento confinante. Tra i due bagni, sorge l’area giochi menzionata, dove i più piccoli possono ritrovarsi per giocare insieme e fare amicizia. Chiunque abbia frequentato uno stabilimento balneare nella propria infanzia conosce la magia delle amicizie estive, tra le più longeve e solide.
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Mangiare a Le Cannucce
Il ristorante è costituito da una terrazza soprastante la spiaggia e affacciata sul mare, aperta agli zeffiri sui quattro lati, immersa tra piante e giardini. Anche la struttura di questa veranda è lignea ed il tetto è fatto della stessa saggina delle capanne. Il pranzo e la cena sono serviti tra soffici tende e quadretti marittimi, nel pieno rispetto del distanziamento.
Molti clienti – la sera – scelgono i tavoli esclusivi immersi nei giardini o chiedono di apparecchiare nelle capanne sulla spiaggia, per essere serviti e riveriti mentre guardano e ascoltano il mare, calcando la sabbia ancora tiepida per il sole della giornata, frescheggiando in piena intimità lontano dagli altri commensali, guardando le stelle grazie al mite impatto delle candele e delle luci soffuse.
La spiaggia, infatti, alla sera viene rischiarata da un’illuminazione soffice e non invasiva. A pranzo, invece, molti clienti scelgono di farsi servire direttamente all’ombrellone, preordinando le pietanze il giorno prima, al loro arrivo o durante la mattina. La formula dell’asporto è Smart: permette di risparmiare tempo, di ristorarsi in piena comodità, senza fare la fila e senza muoversi dalla propria postazione, visto che viene montato un apposito tavolino.
Il servizio della sera
Il servizio cambia dal pranzo alla cena, sia per quel che riguarda l’apparecchiatura – viste le lampade soffuse e le stoviglie – sia per la proposta gastronomica. Alla sera, l’atmosfera è più ovattata e la permanenza ne risente beneficamente. Ogni ospite può essere servito con maggiore attenzione e dovizia, senza sminuire la gestione meridiana. A cena sono accettate meno prenotazioni ma il turno di servizio è unico, cosicché ogni commensale possa godersi il tempo senza pensare alla “scadenza” del proprio tavolo.
I tavoli del ristorante sono artigianali e richiamano l’idea originaria di valorizzare i residui della vegetazione locale. Infatti, sono realizzati usando tronchi portati dalle piene del fiume Bruna e del più noto e distante Ombrone. Questi legni, prima di essere sottoposti a trattamento e lavorati, sono stati formalmente richiesti in concessione, perché sono tutelati da vincoli ambientali e non possono essere rimossi dalla spiaggia se non previa autorizzazione dell’autorità.
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Come si mangia alle Cannucce?
Uno dei servizi da provare è il ristorante, soprattutto la sera. L‘attuale proprietà ha ripreso la gestione del ristorante pochi anni fa. La cucina è affidata ad un giovane cuoco perspicace. La sua capacità emerge nella scelta dei sapori, nell’accostamento dei colori e nella destrezza con cui organizza il lavoro. Ciò gli consente la realizzazione di prodotti che richiedono processi più lunghi ed elaborati. Ogni anno il menù evolve, mantenendo i classici che si sono affermati grazie al gradimento degli ospiti.
Tra i primi, suggeriamo il piatto della casa: le linguine delle cannucce. Dopo essere saltate con un intingolo sfrigolante di capperi e acciughe, sono servite con un crudo misto di pesce. Il condimento è spinto verso la cottura ideale dal calore della pasta e dell’intingolo armonizzando temperatura e consistenza; come guarnizione, polvere di limone, per una frizzante freschezza nel palato.