
“Appena parlano di arte moderna \ Volano certe stilettate che manco la scherma” cantava il buon Caparezza nel 2014. Quando si parla di arte moderna e contemporanea, è facile sentire le persone lamentarsi.
Il pubblico tende a dividersi tra chi la ama e chi la odia proprio, ritenendola una forma di arte “incomprensibile” o comunque nettamente al di sotto dell’arte classica. Ma perché l’arte contemporanea non ci piace? È lecito pensare “potevo farlo anche io”? Lo vediamo assieme.

Qual è la differenza tra arte moderna e arte contemporanea?
Prima di entrare nel vivo della questione, mi preme dare una definizione di arte moderna e contemporanea per capire esattamente a che cosa ci stiamo riferendo. Infatti, al contrario di quanto si pensa, arte moderna e arte contemporanea non sono sinonimi. Vediamone insieme la differenza.
Che cos’è l’arte moderna?
Si definisce arte moderna la concezione di arte che si diffonde all’incirca tra la metà del diciannovesimo secolo e poco prima della seconda guerra mondiale. In particolare, secondo alcuni critici, l’arte moderna inizia ufficialmente con un quadro, Colazione sull’erba, di Manet.

Non mi voglio dilungare troppo esponendo nel dettaglio tutte le correnti e le avanguardie che potremmo collocare sotto questo cappello ma, a grandi linee, stiamo parlando di correnti come l’espressionismo, l’impressionismo, il cubismo e via discorrendo.
La grande rivoluzione dell’arte moderna consiste nel fatto che, per la prima volta, gli artisti cominciano a preferire la pittura en plein air (in mezzo alla natura, per strada, ovunque) alle aule delle accademie o ai palazzi signorili. Siccome l’arte è sempre espressione della realtà in cui viviamo, a seguito di alcuni sconvolgimenti politici e culturali in atto in quei tempi, come la Rivoluzione industriale, gli artisti cominciano a proporre un’immagine della realtà diversa, resa tramite stili e tecniche differenti.
Quando inizia l’arte contemporanea?
Con il termine “arte contemporanea” ci riferiamo invece a tutte le correnti artistiche nate dopo la seconda guerra mondiale fino ai nostri giorni. Non sono una storica dell’arte, per cui questa definizione potrebbe variare a seconda della fonte che consultate. Bene o male, comunque, si inseriscono sotto questo cappello tutte quelle correnti nate dopo il cambiamento radicale operato dal secondo conflitto mondiale. Pensate che se durante il Rinascimento la capitale dell’arte era stata Roma, successivamente era diventata Parigi e ora diventa ufficialmente New York.
Da qui in poi l’arte figurativa smette di essere confinata alla tela e diventa “concetto”, espressione di idee, addirittura performance. Spesso e volentieri l’arte contemporanea si fa portavoce di questioni politiche e sociali, criticando aspramente la realtà, ma è difficile che metta d’accordo tutti non tanto per i messaggi che porta, quanto per la sostanza della forma. Insomma, il più delle volte l’arte contemporanea non ci piace.
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Perché l’arte contemporanea non ci piace: 3 principali ragioni
Come appunto canta Caparezza, spesso attorno all’arte moderna e soprattutto a quella contemporanea nascono molteplici discussioni. È infatti facile dire che “questo lo potevo fare anche io”, ma sapete cosa? È proprio così: lo potevate fare anche voi. In fondo è anche per questo senso di frustrazione che l’arte contemporanea non ci piace… o no?
1. “Lo potevo fare anche io“: o forse no?
La risposta a questa domanda ve l’ho già data e, come dicevamo, è: in realtà è vero, lo potevi fare anche tu. Già a partire dal movimento dadaista, l’arte contemporanea rompe del tutto con la pretesa di bellezza e armonia. I dadaisti, capitanati dal poeta rumeno Tristan Tzara, riunitisi nel celebre Cabaret Voltaire, a Zurigo, danno vita a una vera e propria rivoluzione, con lo scopo di demolire il concetto di arte come lo si era conosciuto fino ad allora. Per farla breve, con il loro stile irriverente, i dadaisti introducono una volta per sempre l’idea che “chiunque può essere un artista“. Secondo questa concezione, sì, anche tu puoi realizzare un’opera d’arte.

Quando diciamo “questo lo potevo fare anche io”, però, lo diciamo per lo più perché riteniamo che il grado di complessità dell’opera non sia poi così inarrivabile. Ancora una volta, questo è vero, ma c’è un grande “ma”. L’arte contemporanea (e in parte anche l’arte moderna) si basa sulla forza delle idee, che danno forma al mondo e dalle quali partono i cambiamenti.
Probabilmente conoscerete le tele squarciate di Lucio Fontana: a una prima occhiata, sembrano opere di facile realizzazione. Già su questo punto mi fermerei, in quanto non è esattamente così: squarciare delle tele di tale spessore è molto difficile per via del materiale molto resistente. In ogni caso, l’elemento rivoluzionario risiede nel fatto che l’artista ha voluto rompere la tradizione squarciando la tela, considerata quasi “sacra” fino a quel momento. Squarciando la tela, Fontana ci impone di ripensare al concetto di arte stessa.

2. Le opere di arte contemporanea sono brutte
Il secondo motivo per cui l’arte contemporanea non ci piace sta nel fatto che spesso riteniamo che le opere siano soltanto oggettivamente brutte.

Prendiamo quest’opera qui sopra. Non vi dirò chi è l’artista per non farvi condizionare. Diciamo che sicuramente di fronte alla Cappella Sistina si prova una sensazione diversa. Ricordiamoci però che l’arte ora non deve più essere bella. Ora l’arte non ha più lo scopo che aveva in passato, di esaltazione, di ostentazione talvolta. Quest’opera potrebbe non apparire “bella”, ma è un’opera che ci racconta il genio dell’artista, i suoi drammi interiori, il suo rapporto con i materiali usati. L’artista si sbarazza del cavalletto, mette la tela a terra e lascia che il colore coli spontaneo. Quello che vediamo forse non è bello secondo i canoni estetici, ma è un bellissimo racconto umano.
3. L’arte contemporanea è solo per chi ne capisce
Ahimè, questo a volte è vero e di certo non è un bene. Per esempio, lo ammetto: io amo l’arte contemporanea. Ma se oggi posso dirlo è perché ho avuto la fortuna di conoscere persone che hanno saputo raccontarmela e metterla nel contesto corretto. E in ogni caso, non ne so abbastanza per poter definire quanto un’opera sia interessante da un punto di vista artistico, di valore o che cosa rappresenti senza una descrizione accanto.
Senza ombra di dubbio, l’arte contemporanea è per natura un po’ elitaria, per “addetti ai lavori”. Tuttavia, ritengo anche che questo non debba spaventare i più curiosi: l’arte può sempre essere studiata e apprezzata. Certamente andrebbe raccontata di più, per poter essere poi amata di conseguenza.
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L’arte contemporanea non ci piace… e basta
Potrei continuare a elencare svariati motivi per cui l’arte contemporanea viene bistrattata, ma con ogni probabilità non otterrei nessun risultato. È infatti lecito dire che “l’arte contemporanea non ci piace” e basta, senza ulteriori motivi.
Sicuramente l’occhio umano è abituato a ricercare forme che già conosce e gli riesce più facile apprezzare un’opera di Raffaello o di Michelangelo piuttosto che i volti squadrati di Picasso, per non parlare dell’arte più squisitamente concettuale, come le tele tagliate di Fontana.
A volte è solo una questione di mero gusto personale. E la cosa bella è che è davvero del tutto lecito.
Quindi, se non amate l’arte contemporanea, non voglio convincervi del contrario. Sarebbe infatti del tutto inutile. Voglio, però, invitarvi a essere curiosi, a cercare di approfondire l’idea che c’è dietro a un’opera, in che contesto si colloca e perché. Può aiutarci a mettere in discussione le nostre convinzioni, a vedere il mondo da nuove prospettive. Che poi è anche lo scopo dell’arte stessa.