8 Dicembre 2024 13:37
locali storici della movida di torino

Rinata dopo le Olimpiadi, il capoluogo sabaudo ha avuto sempre un’anima notturna. Capitale dell’aperitivo che apre un preludio sull’after dinner che tutti abbiamo bene conosciuto, ma tu te li ricordi i locali storici della movida a Torino?

Non so la vostra, ma la mia adolescenza è stata costellata da serate passate ai Murazzi oppure a ballare in qualche serata delle Crystal, mamma mia solo a scriverlo mi sento vecchia. Il Patio ve lo ricordate? E lo Chalet? Ma parliamo di Giancarlo? Ripercorriamo insieme la strada dei ricordi e torniamo un attimo alle notte adolescenziali inondate da “quattrobianchi” o “angelo azzurro”.

1. Il Patio

Il caro vecchio Patio, come ce lo ricordiamo, non esiste più. Ho perso oramai il conto di tutti i nomi nuovi e cambiati nel giro di qualche mese, però la prima volta non si scorda mai.
Era l’estate, forse, della terza media? Giù di lì insomma, tuttavia le sensazioni di ricerca dell’outfit perfetto e del trucco più da discoteca è ancora lì, nel cuoricino. La prima vera uscita con le amiche e la prima notte brava, in mezzo ai grandi.

Sono passati più di 50 anni da quel 1962 in cui il famoso Patio ha aperto per la prima volta le porte alla vita notturna di Torino. Il Disco club per quasi undici anni è il punto di riferimento della dance music fino a qualche anno fa.

Ora passando su Corso Moncalieri potrei sentire in lontananza il rimbombare di note basse, l’illuminare di luci strobo e qualche vecchio colorato braccialetto da privè incastonato nell’asfalto degli anni d’oro.


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2. Tra i locali storici della movida a Torino c’è Gianca

Basta dirvi il diminutivo perchè alla mente vi ritornino i ricordi (confusi) dei Murazzi.
No, Giancarlo non è un amico o lo zio divertente, ma è stato fulcro della vita notturna torinese per anni.

Dalla sponda sinistra, lo trovavi li almeno dagli anni ’80, quando Giancarlo divenne fenomeno nazionale. Ci passavano tutti: Neffa, Morgan, i Casino Royale, i Massimo Volume, i Marlene Kuntz, Elisa, Frankie, quelli delle «posse» rap e reggae. C’è stato anche un concerto a sorpresa dei Subsonica negli ultimi anni del locale.

Adesso in giro per la città ci sono eventi come “c’era una volta Giancarlo”, come se lui fosse morto, ma così non è. Ma tu te le ricordi le serate estive, le ultime quelle che: “fra poco riinizia l’uni”, io forse sono giovane per parlarne da così vicino, nonostante l’età l’eco della sua fama è arrivato anche a noi. Le notti erano complicate, fra pipì fatte dietro le macchine, disperati caduti nel Po e gocce di sangue cadute a terra, tanto complicate che Enrico Remmert ci ha scritto persino un libro dal titolo esplicito, “La guerra dei Murazzi”. Basta chiedere in giro del locale storico della movida a Torino e tutti ti risponderanno con sorriso beffardo.

locali storici della movida a torino

3. Lo Chalet

Se avete fatto parte della night life, fino al 2010, allora ,tra i locali storici della movida a Torino, avrete sicuramente spuntato sulla vostra lista lo Chalet.

Per i giovani che leggono, è quella (ormai) struttura fatiscente all’inizio del Parco del Valentino, si proprio poco distante dal Fluido, altra vecchia gloria degli aperitivi sul Po. Lì, d’estate si andava e se non riuscivi ad entrare poco male, c’erano i prati che ti aspettavano con qualche birra di consolazione. D’inverno, avevi talmente caldo all’interno che forse forse rimpiangevi quella volta che il buttafuori non ha creduto ai tuoi sedici anni.

Se chiudi gli occhi, nelle sere giuste, dovresti sentire l’eco della musica. Qui hanno suonato tra i migliori dj italiani facendo ballare giovani, ma non solo. Tutte le serate a teme, te le ricordi? University night? Random party? Giusto per citare i più famosi.


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4. Il Cacao, l’addio più sentito ad uno dei locali storici della movida a Torino

Non so se a voi siano ma arrivati, di che parlo? Dei incessanti eventi creati su Facebook in cui si gridava alla serata per salvare il Cacao: “che tanto non lo facciamo chiudere”. Ebbene quella serata non si è vista, l’ultima quella che avrebbe potuto essere la festa dei grandi saluti non è mai partita.
La triste fine di uno dei locali storici della movida di Torino è stata causata dai mancati permessi rinnovati, tempo fa si millantava il rinnovo struttura come zona aggiuntiva alla facoltà di Architettura del Politecnico, però tutto tace.

Una degna conclusione l’ha avuta, in uno degli ultimi San Giovanni un gruppo di “rivoltosi” ha deciso di creare il proprio spettacolo di fuochi d’artificio in barba a Giovanni, santo della città. Chi era in piazza ha deciso di riversarsi sulle sponde dei “Muri” per andare a godersi lo spettacolo, che solo quella giungla urbana sapeva regalare.

A Torino, quando iniziava a spargersi al voce della prima serata al Cacao voleva dire solo una cosa: era arrivata l’estate. Una pista centrale adornata da tetti di paglia e foglie di palme, veniva sovrastata da tavoli in cocco che ospitavano secchielli scintillanti. Nel cuore della città rimarrà sempre quel parco incastonato nel Valentino a ricordare la “bella vita” degli ultimi vent’anni.

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5. L’Hennessy

Probabilmente, uno tra, i locali storici della movida a Torino, più spettacolari. Perché? Se non ci sei mai stato non puoi saperlo, ma nelle serate calde potevi vedere le stelle, ebbene sì la particolarità dell’Hennessy era proprio il tetto apribile.

L’Hennessy era la tipica discoteca da “cabinotto”, ma voi vi ricordate cosa vuol dire? Insomma, il target principale del posto erano quelli della Torino bene. Forse per la sua posizione? Infatti, si trovava sulla collina, scendendo dal Pino, insomma dove ora c’è il ristorante “Mucca Pazza”.

A livello musicale l’Hennessy club si era fatto conoscere per una programmazione a 360° con i generi house e commerciale in primo piano. Nel corso della sua attività la discoteca ha ospitato diversi eventi e personaggi celebri della night life italiana come Cristian Marchi, Albertino, ecc…

Il viale dei ricordi ormai è cosparso da serate adolescenziali che rimarranno nella nostra mente come tra le migliori, le lotte per entrare, le file interminabili e la paura del: “no, ci sono troppi ragazzi o no tu non hai l’età”, ma la negazione peggiore era sicuramente quella per l’outfit poco adatto all’occasione.

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