Maledetta
Maledetta, lo dice il mio labbro dolorante dopo i tuoi morsi.
Lo rimugina, il mio cuore, maledettamente graffiato dal tuo. Maledetta, mente persino il tuo respiro, il mio che si schianta sopra il tuo collo e diventa poesia. Incerta rima baciata, tra il tuo profumo e la mia lingua sfacciata.
Maledetta, che sia così, che duri per sempre o qualche attimo appena, prima di aprire gli occhi mentre sacrifichi i tuoi, chiusi a baciarmi. Con le mani tremanti, che non sanno dove stare, che ti vengono a cercare, come faccio io, che se poi ti trovo mi tranquillizzo, perché sei ancora qui.
Allora vaffanculo, alle mie paure, che sono copiate della tue.
Fanculo, a tutte quelle maledette volte in cui fingiamo di non sapere cosa dire e stiamo zitti per paura, per timore d’essere troppi coraggiosi. Che vadano a farsi fottere, i miei occhi dentro i tuoi, che ci rimangano pure. Persi così, nelle stazioni di tutti i miei treni andati smarriti, già passati, le fermate dei bus dovranno restare vuote, maledetta GTT.
Che tu sia maledetta, ogni volta che diventi rossa perché non ti credi bella e te lo dico, sperando di vederti in imbarazzo.
Maledetto sia, me medesimo, che accanto a te sembro pazzo.
Maledettamente, così.
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