
Un tempo la coccola della colazione al bar era composta da: sveglia tardi, sole primaverile, cappuccino e croissant.
Ma ora che fine hanno fatto le care e vecchie brioches? Quello del caffè fuori casa accompagnato da una dolcezza è diventato un lusso, sarà forse “colpa” dell’esplosione della viennoiserie torinese.

Tutto ha avuto inizio con lui, il Crubik. Ma torniamo un pochino indietro e scopriamo da dove nasce. Sembrerebbe che, il condizionale è d’obbligo, il primo ad averlo inventato, nel 2018, sia stato il pasticcere svedese Bedros Kabranian da sempre appassionato alle forme geometriche. Lo ha chiamato Crube, dall’unione di Croissant e Cube. Per produrlo, utilizza uno stampo quadrato di metallo su cui poggia dei vassoi pesanti. Ha lo stesso impasto e consistenza dei croissant classici mentre a cambiare sono solo la forma ed il metodo di cottura.
Il Crubik a Torino
L’arrivo del Crubik a Torino non ha riscosso successo sin da subito, ma è bastato qualche video sul web che, eccola lì, la coda chilometrica (no, non si scherza) fuori dalla Farmacia del Cambio. Sì, qui è nato il “cubo” grazie alle sapienti mani di Maicol Vitellozzi, allora pastry chef del “bar” del Cambio, ristorante numero uno della capitale sabauda.
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Dobbiamo a lui l’inizio della viennoiserie torinese e agli influencer la sua fama.
Essendo diventato così famoso, in moltissimi hanno cominciato a replicarlo. Infatti, è possibile trovarlo anche da Rugantino, Orsucci Pasticceria, Introvaia e Ciro Petrucci.
Dopo il Crubik, è ancora la Farmacia Del Cambio a dettare la tendenza con l’arrivo di un’altra novità, il croissant sferico. Sette mesi di ricerca – fanno sapere dal team – per raggiungere la forma perfetta, riempita con una abbondante farcitura di crema gianduja.
Il Pianeta
Parlato del Crubik e del suo “inventore” italiano, è impossibile non menzionare il nuovo arrivo sulla scena della viennoiserie torinese: Maicol.
Un nome, una garanzia di successo e creatività. Se siete assidui frequentatori della piazza sabauda avrete sicuramente sentito menzionare la new entry per eccellenza, il croissant a forma di pianeta. Ora che sono qui a scrivere di lui, mi chiedo se sia ancora lecito appellarlo a brioche sfogliata. A parte i tecnicismi, questa volta l’impasto racchiude un’ulteriore sorpresa: all’interno infatti si trova un babà imbevuto al caffè con crema alla nocciola.
Chi è Maicol o meglio che cos’è
Il padre della viennoiserie torinese finalmente ha una sua casa, insieme alla sua socia Francesca Corbo, pasticcera che con Maicol ha condiviso il percorso professionale tra Torino e Potenza. Da Maicol – Croissant Pane Pasticceria, però, niente tavolini, solo asporto, niente caffè, ma bevande confezionate. Tanti lievitati, molte leccornie e prelibati pani. Qui anche la rivisitazione della sua prima creatura: infatti, con l’apertura della bakery ci ha anche presentato il Crubik 2.0 con impasto bicolore e ripieno alla crema di cioccolato.
Dove?
La piramide entrata nella walk of fame della viennoiserie torinese
Tra le tante cose che rendono Torino la città famosa che è, c’è sicuramente il Museo Egizio, nostra punta di orgoglio. È a questa istituzione che ha voluto rendere omaggio Roberto Miranti della Pasticceria Orsucci (sopra citata per trovare il cubo, ma ripieno di crema di Sorrento), aggiudicandosi un posto nella deriva geometrica delle brioches a Torino con la sua piramide ripiena di crema gianduja.
Per onorare ancora il territorio torinese, il pasticcere ha pensato di creare un impasto con cioccolato fondente e nocciola e di utilizzare la ricetta francese senza uova, con burro all’84% e farcitura al gianduja, il tutto racchiuso nella forma piramidale.
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La Carla, la viennoiserie torinese a forma di occhio
Altro grande protagonista della scena sulla viennoiserie torinese è il rinnovato Caffè San Carlo, qui nasce La carla, chiaro omaggio alla Piazza San Carlo che ospita il locale, viennoiserie a forma di occhio preparata con una ricetta particolare. Dalla passione smodata per il caffè di Christian Costardi chef di Scatto, ristorante dietro i tendaggi rossi dello storico Caffè, nasce un impasto al cioccolato che racchiude una crema al caffè e caramello.
Nella vetrina del Caffè San Carlo c’è spazio per altrettante delizie come i Danish ai frutti di bosco o i nuovi arrivati alla banana caramellata e cocco, fino ai classici che non stufano mai.
Dove?
Ai nativi cervellotici che stanno lì a fare dietrologia a capire il significato di questo cambiamento di tendenza gastronomica, diciamo che c’è da stare tranquilli: il motivo di tutto questo baccano è che fa “solo scena”, anche il maestro Iginio Massari è dalla parte della tradizione.