La poesia colpisce sempre per la sua immediatezza. Se credete che sia ormai un genere sorpassato e all’antica, Milk and honey, vi dimostrerà che abbiamo ancora bisogno della poesia.
Come ho scoperto Rupi Kaur
Questo libro l’ho rincorso per anni. La prima volta che ho visto una poesia di Rupi Kaur è stato anni fa su Instagram. Ho pensato “Wow, bellissima. Devo assolutamente comprare il libro.” Quindi, era in lista da tantissimo tempo.
Un pomeriggio ero con una mia amica in centro. Avevo già acquistato un libro, quando entriamo in un’altra libreria per vedere se c’era un libro che le interessava e ben presto me lo ritrovo davanti.
“No Anna, un libro alla volta. Queste sono le regole.” mi sono detta. Però era al prezzo speciale di 5 euro e quando sarebbe ricapitata un’occasione del genere? E niente l’ho preso.
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Rupi Kaur
Rupi Kaur è canadese di origine indiana. Nel 2014, mentre frequenta l’università di Waterloo, scrive, illustra e autopubblica la sua prima raccolta di poesie, Milk and honey, appunto. Diventa ben presto un successo: viene tradotto in oltre 40 paesi, arriva al numero uno nella classifica del New York Times e lì vi rimane per ben 100 settimane.
Poi nel 2017 esce The sun and the flowers e nel marzo 2021 Home body.
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Il libro Milk and honey
Le poesie nel libro sono divise in 4 grandi filoni o capitoli: il ferire, l’amore, lo spezzare e il guarire. Molte volte sono costituite da pochi versi accompagnati con dei disegni stilizzati, essenziali oserei dire, ma sanno colpire in modo diretto, come delle frecce.
Ho deciso di riportare in questo articolo alcune che mi hanno particolarmente colpito.
La scrittura come medicina per l’anima
questo è il viaggio della
sopravvivenza tramite la poesia
questo è il sangue sudore lacrime
di ventun anni
questo è il mio cuore
nelle tue mani
questo è
il ferire
l’amore
lo spezzare
il guarire
Questa è la prima poesia che compare quando si inizia a leggere Milk and honey e credo che non ci sia modo migliore per incominciare un libro.
Ho cominciato a scrivere moltissimo in un periodo non particolarmente felice della mia vita e mi ha aiutato tantissimo. Ho sempre amato scrivere, ma purtroppo per molte persone scrivere equivale a perdere tempo. Quante cose più produttive potresti fare, invece, di scrivere? O ne fai una professione o se no è tempo sottratto a occupazioni più utili. Questo è quello che pensano in molti, non riescono a capire che, invece, scrivere può essere fondamentale, soprattutto per te stesso. Scrivere può servire per tanti motivi diversi. Poi aiutare noi timidi ad esprimerci, a fare chiarezza nella nostra mente o può essere solo uno sfogo nelle giornate difficili.
Con il tempo ho imparato a non dare retta a ciò che pensavano in molti, ho deciso e ho imparato a ritagliarmi dei momenti per scrivere, perché scrivere mi fa bene, mi alleggerisce l’anima e mi ha aiutata, se non a curare, ad alleviare molte ferite.
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L’importanza degli addii
le persone vanno
ma il modo
in cui vanno
resta sempre
Ci preoccupiamo sempre di iniziare nel miglior modo possibile una storia d’amore, ma mai di finirla altrettanto bene, per quanto ovviamente sia possibile finire bene qualcosa che sta finendo.
Vi è mai capito di essere, in qualche modo, lasciati per messaggio? A me sì ed è una bruttissima sensazione. In compenso ho promesso a me stessa di non farlo mai, di non lasciare mai nessuno con un messaggio o per telefono, per quanto alcune volte sarebbe stato molto più facile. Anche lasciare qualcuno, infatti, a differenza di quanto si possa credere, non è facile, ma chi è lasciato ha comunque il diritto di sentirselo dire dal vivo, prima di tutto per una questione di rispetto. Non possiamo delegare tutto alla tecnologia e nasconderci sempre dietro di essa.
Gli addii sono importanti, il modo in cui dici addio è importante. Prima di tutto servono a noi per ripartire, ma servono anche alla persona con cui abbiamo condiviso una parte della nostra vita, anche se per un breve periodo.
Guarire
Quando finisce una storia non è mai facile, ci siamo passati un po’ tutti. Passiamo giornate intere a sezionare la nostra storia per capire dove abbiamo sbagliato e se abbiamo sbagliato, se c’erano stati dei segni premonitori che noi abbiamo abilmente fatto finta di non vedere (in questo siamo tutti bravissimi). Alla fine ci ripromettiamo che la prossima volta saremo più vigili, faremo più attenzione.
Poi prendiamo l’abitudine di nascondere la parte migliore di noi sotto maschere da invincibili. Nascondiamo la nostra sensibilità, la nostra dolcezza e la nostra tenerezza, perché ci hanno insegnato che sono dei punti deboli. E se fossero, invece, dei punti di forza?
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Milk and Honey: abbiamo sempre bisogno della poesia
Voglio concludere questo articolo con la mia poesia preferita:
m’hai toccato
senza neanche
toccarmi
Per me, questa è una bellissima descrizione dell’amore. L’amore prima ti tocca la mente e poi il corpo. Ci sono persone che non hanno bisogno di svestirci per farci sentire nudi, basta parlarci.