Ho visto poi
Ho visto poi, che ce l’hai fatta.
Sei riuscita a passare oltre, andare avanti, non diventare matta. Ho visto che sorridi ancora, e penso che questa sia una fortuna. Anche perché quando sorridi, lo sai, va via un po’ la paura.
Poi torna, capace come te di resuscitare sempre, più forte di prima.
Ho visto che, poi faceva rima.
Ho visto poi, che la guerra non è finita, che ogni tanto disegni ancora, ho pensato, povera matita.
Come le tue ginocchia, sempre sbucciata, sempre in salita.
Ho visto che collezioni rughe, siamo in due.
Magari un giorno ce le scambiamo poi, le mie, le tue.
Sei riuscita poi, a vedere che rumore fanno i sogni quando stanno in piedi?
Ballerine fragili, suoni dolci, cattivi rimedi.
Ho chiuso gli occhi, sai? Ho imparato anche io.
A farmi male, di tanto in tanto, a bere quel sale, a guardare le stelle da per terra come fa il mare. Mosso fuori, spettinato, calmo dentro, duro come il cemento.
Ho chiuso gli occhi, che mica ho imparato. La foto che mi hanno scattato, sorridevo sbagliato. Un’altra volta.
Ho aperto gli occhi, mentre mi hanno ricucito. Mentre facevo un sogno nuovo, il mio preferito.
Ho socchiuso gli occhi, a momenti ti vedevo.
Ed ho sorriso poi, non so dirti esattamente per quanti secondi, ma c’ho pensato. Ho visto poi, per qualche secondo la felicità.
E volevo solo dirti grazie, poi. Per avermi insegnato come si fa.
Sorridere così forte da saper fare a metà.
Poi, già sai, ho visto noi.
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