
Oggi spiegherò perché non scrivo recensioni negative, nella speranza di non dover più sentire affermazioni o domande a riguardo. Spesso questa mia scelta viene un po’ criticata, la si vede come una mancanza di carattere o di maturità, ma, in verità, la mia è una scelta consapevole.

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Non scrivo recensioni
In primo luogo non scrivo delle proprie e vere recensioni, ma delle riflessioni personali sui libri che leggo. Spiego perché vale la pena leggere un determinato libro e tutto quello che ho imparato leggendolo, tutte le domande che mi sono posta. Quindi, già le mie non sono le classiche recensioni, figuratevi se mi metto a scriverne di negative.
Umiltà, una parola dimenticata
Siamo così abituati ad avere un’opinione su tutto e ci sentiamo così autorizzati ad esprimerla, che non ci chiediamo più se abbiamo o meno le competenze e il diritto di giudicare il lavoro altrui. Semplicemente sono una persona che ama leggere e che ha dei gusti personali, ci sono dei libri che mi piacciono tantissimo e altri che non rileggerei mai più. In base a cosa potrei fare una recensione negativa che sia anche costruttiva? In base a quale mia esperienza? Per poter giudicare bisogna conoscere bene la materia e se non la si conosce abbastanza, è meglio stare zitti.
Se fossi io a sbagliare?
Se fossi io a non capire il valore di un libro? È una domanda che mi pongo ogni qual volta un libro mi delude. Il fatto che un libro non mi piaccia, non vuol dire che sia un brutto libro. Forse non è la storia giusta al momento giusto o forse, semplicemente, non riesco ad apprezzarlo perché non mi ritrovo nella stessa situazione descritta nel romanzo. Un libro che a me può non dire nulla, a un’altra persona potrebbe aprire un mondo di possibilità o potrebbe fornirgli le risposte che cercava da tempo.

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Odio le recensioni negative
In verità, non mi piacciono le recensioni negative. Mi ricordo ancora quando ne lessi una al mare, alle superiori. Non riuscii a finirla, tanto era cattiva. Non solo chi l’aveva scritta aveva avuto la chiara intenzione di demolire il libro in questione ma, anche e soprattutto, l’autore. Alcune volte ci si dimentica che dietro a un libro c’è una persona che ha dei sentimenti. Un conto è scrivere una critica costruttiva, un conto è distruggere le speranze altrui. Bisogna fare attenzione perché il confine è troppo sottile e alcune volte si rischia di inciampare in una brutta caduta di stile.
Credo ancora nella potenza delle belle parole
Inoltre, credo ancora nella potenza delle belle parole. Preferisco spiegare perché mi è piaciuto un libro, perché vale la pena leggerlo, che il contrario. Se parlo di un romanzo è perché mi ha lasciato qualcosa di positivo, un insegnamento, non riesco a parlare di qualcosa che non mi ha insegnato nulla. Dovrei mettermi a fare un elenco di tutto ciò che non mi è piaciuto, un elenco sterile che non lascerebbe niente di bello in chi legge. Preferisco che da ciò che scrivo traspari la mia passione e il mio amore per i libri.

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Perché non scrivo recensioni negative
Ecco perché non scrivo recensioni negative, perché non mi importa fare un articolo polemico su ciò che amo così tanto: la lettura.