Il corvo è conosciuto da tutti per la produzione cinematografica che vede Brandon Lee nei panni di Eric Draven ma pochi sanno che la storia originale traspare dalle tavole di James O’barr.
Mi è da poco capitato sotto mano la pellicola del capolavoro cinematografico di Alex Proyas , Il corvo. Un film struggente che senza dubbio lascia a bocca aperta tutti gli spettatori. La storia di un grande amore concluso con la tragedia, e il tentativo disperato di una vendetta cruda e feroce.
Non tutti sanno però che il film trae ispirazione dal fumetto di James O’barr.
L’opera a fumetti viene pubblicata per la prima volta nel 1988. L’autore inizia a pensare al fumetto dopo la perdita della sua fidanzata in un incidente, e trae ispirazione dalla storia di due giovani uccisi per un anello di 20$ nella periferia di Detroit, letta sul giornale.
La tragica storia di Eric Draven ha reso il film molto più conosciuto per via della singolare morte del protagonista Barndon Lee, che durante il terzultimo giorno di riprese perde la vita a causa di un colpo di pistola caricata a salve, in cui però era precedentemente rimasta bloccata una pallottola all’interno della canna.
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Di che cosa parla il corvo?
Il corvo narra la triste storia di Eric, picchiato e ucciso insieme alla sua ragazza Shelly da una banda di feroci malviventi nella periferia di Detroit. Il ragazzo si ritrova magicamente in vita, reso invulnerabile da un corvo, simbolo di morte e resurrezione, in preda al dolore, all’odio e alla disperazione, decide di portare avanti una terribile vendetta contro i loro assassini.
La storia è semplice ma viene impreziosita dall’instabilità del protagonista. Eric si sente sopraffatto dal dolore, dal costante senso di vuoto che la perdita di Shelly ha causato. Vuole vendetta, una vendetta aspra, cruenta che spera possa dargli la pace per ritrovare l’anima di Shelly e vivere con lei l’eternità.
La potenza delle tavole di James O’barr
E’ molto interessante sfogliare le pagine di questo fumetto e soffermarsi sullo stile utilizzato dall’autore. La storia è ricca di flashback e O’Barr li enfatizza utilizzando stili differenti nel disegno. Le parti in cui Eric rammenta Shelly sono caratterizzate da un tratto molto più dolce e malinconico, molto pulito e ricco di spazi bianchi che illuminano l’atmosfera.
Al contrario la storia principale, che segue il filo temporale della narrazione, è caratterizzato da un tratto moto più spigoloso ed aggressivo, ricco di imperfezioni. Il colore dominante è il nero dal quale si intravede il dolore e la rabbia di Eric nei confronti dei membri della banda che li ha uccisi.
Tutta l’instabilità, la sofferenza e la follia prendono vita nelle espressioni di Eric. Gli occhi ricchi di intensità immergono il lettore in uno stato di angoscia perenne che empatizza con il protagonista fino a provare quasi fastidio nel vedere determinate scene.
L’edizione definitiva de Il corvo
Nel 2013 O’barr decide di pubblicare la versione definitiva dell’opera, correggendola egli stesso. Al suo interno troviamo pagine e illustrazioni inedite, nuovi capitoli, sequenze andate perdute ricostruite con la tecnica originale e una introduzione di James O’Barr in persona.
Oltre alla caratterizzazione psicologica dei personaggi molto forte, quest’opera presenta al suo interno molte citazioni, poesie di autori maledetti come Baudelaire e Rimbaud che hanno il compito di spezzare la narrazione e portare il lettore nella mente paranoica e delirante del corvo.
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In definitiva che cos’è il corvo?
Il corvo è il manifesto degli anni 80, è un fumetto di grande potenza espressiva dove il contenuto è più importante dell’imperfezione della forma.
Non posso che consigliarvi la lettura di questo fumetto, e nel caso non lo abbiate visto anche la versione cinematografica, che nel suo complesso reputo maledetta e leggendaria.