Prendere in prestito
Ti ricordi alle elementari quando qualcuno ti chiedeva di poter prendere in prestito qualcosa?
Mi presti la gomma? Oppure quando ti chiedevano se potevi prestare una patatina quando le stavi mangiando dal pacchetto?
Come si può prestare una patatina? Non avrai mai indietro la stessa, uguale ed identica patatina. Non trovi sia assurdo?
Te lo chiedo perché in questa assurdità non siamo poi cambiati, anzi ad essere onesti potremmo quasi dire con certezza che siamo peggiorati drasticamente. Non chiedo neanche più in prestito le cose, ce le prendiamo direttamente.
Due occhi sconosciuti che incontriamo per strada, li facciamo nostri decidendo di tenerli per sempre dentro di noi. Chiediamo i baci, ce li facciamo dare come fossero dovuti, labbra mai più restituite.
Come fossero cancellini o matite.
E se non ci basta prenderle in quel modo, le mordiamo. Senza prestare cura o cautela. Certe volte restituiamo ciò che abbiamo sottratto dopo aver rovinato ciò che avevamo preso.
Cuori rotti, spezzati malamente ed ormai poco funzionanti. Che non torneranno più come prima, talmente danneggiati da non funzionare come dovrebbero.
Perché quando qualcosa non è nostro a momenti non ce ne curiamo, lo prendiamo e basta, lo sfruttiamo fino allo sfinimento, fino a renderlo nuovamente prossimo all’utilizzo.
Quando prendiamo in prestito così, siamo egoisti.
Non che sia sbagliato esserlo, perché l’egoismo sano è la medicina migliore che l’amore abbiamo mai conosciuto. Amiamo qualcuno in maniera forte quando diciamo al mondo che la stiamo andando a prendere in prestito per poco, che poi la lasceremo nuovamente libera di tornare al suo posto e nel mentre la facciamo nostro, le sussurriamo quel “mia” che s’incastra tra le costole e la tiene legata alle nostre.
Amiamo prendere in prestito, perché i regali più belli non si chiedono esplicitamente, si rubano, come i baci.
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