Quando poi
Abbattuti dalla stanchezza ci dimenticheremo la forma di un sorriso, quando poi arriverà quel momento sarò pronto a prestarmi al buio.
Lo farò per te, che sei il sole più luminoso che i miei occhi abbiano mai avuto modo di guardare. Sarò luce sul cuscino la domenica mattina, a svegliarti ancora stropicciata, di ritorno dai tuoi sogni bambina.
E ti guarderò con lo stesso sguardo che tu presti ad una borsa in vetrina.
Non pretenderò mai d’essere come la scritta saldi, ma le mie braccia lo saranno per te. Capaci di proteggerti se mai qualcuno ti avrà fatto sentire svenduta, usata.
Quando poi la vita sarà malata, avrà la pelle a chiazze. Giocherò con i pigmenti della sua pelle, mescolerò sulla tua schiena i nei, li conterò come stelle.
Curerò per te il mal di gente. Farò lo sciocco, sorprendente o scontatamente imbarazzante. Modificherò per noi il tempo, lo chiameremo nostro.
Chiameremo casa una città sconosciuta, una montagna franante o qualsiasi altro posto.
Mi armerò di scudo, per difenderti da ogni spada, ogni tuono ed ogni mostro.
Quando poi mi dirai di sentirti in una favola, quel giorno cominceremo a raccontare agli altri cosa significhi viverla. Basterà farti ridere in mezzo alla gente. Fotografarti mentre sei bella, distrattamente, come sempre. Ci vorrà un pizzico di fortuna, una dose di paura, quella che serve ad acquisire ancora più coraggio. La paura che spezza ogni timore, che ci fa poi buttare a capofitto dove non si vede come va a finire.
Lo farò per te, che sei arrivata quando poi mi sentivo perso, abbattuto, pronto a gettar via questa vita ed ogni suo minuto.
Tu che hai curato un labbro spaccato, tu che sei il sorriso di chi negli occhi mi ha guardato.
Hai voglia di andare a dormire con una nuova buona notte? Segui TheGiornale.it