Qualcuno da chiamare
Ti prometto che sarò, per te, sempre qualcuno da chiamare.
Quando il cuore si stritola tra i morsi di un’esistenza che fatica a farti sorridere. Sarò quel qualcuno capace di ascoltare. Due braccia sempre aperte se avrai bisogno di farti abbracciare. Una spalla su cui piangere, dove il mondo non ti può toccare, il posto da visitare quando non avrai voglia d’uscire.
Qualcuno da chiamare, se le cicatrici inizieranno a tirare. Quando la paura ti viene a bussare, che sia nel bel mezzo di una notte densa di nero o che sia un giorno, quello che sbagliato per davvero.
Sarò, presente come naftalina, pronto a sconfiggere i tarli nella tua testa, come tarme, sempre in festa. A proteggere l’abito più bello che tu possa vestire, quel sorriso che mi fa capire dove finisce il mondo, dove anch’io posso stare.
Allora confessami ogni timore, confidami il male che ti sono riusciti a fare, e tieniti pronta a scoppiare, lacrime d’argento che non avrò timore di asciugare.
Il tempo m’insegnerà a starti ancora più vicino, io bambino, tu nascondino. La voglia di contare, gli attimi in cui so renderti capace di staccare.
Mostrami che passi hanno compiuto le tue ferite, fin dove sono riusciti a tagliare. Carne e ossa che si vanno ad aggiustare.
Perché per te sarò disposto a vedermi sporcare, sarò capace di farmi male anch’io per non lasciarti sola a soffrire.
Questo è ciò che voglio essere, per te, qualcuno da chiamare, perché già sai che non c’è nessun’altra persona al mondo a cui fare affidamento se mai, nella medesima situazione, mi dovessi poi trovare.
Così potremmo stare, in silenzio ad ascoltare, a guardarci solamente e capire. A sorridere, perché tanto se ci sei tu, ho uno scudo accanto con cui difendermi dal mondo, e poter lottare.
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