Era una sera di Giugno quando, sul muro arancione di una casa, vidi affisso un foglio con su scritta una poesia. Nella parte bassa si leggevano tre lettere in rosso: MeP. Così si firmava il Movimento per l’emancipazione della poesia.
L’armata della poesia
Per molti, la poesia è ancora legata (e rilegata) al passato, ad un certo tipo di metrica e di linguaggio; troppo ancorata ai nomi dei grandi autori studiati a scuola. Oggi il componimento in versi sembra non riuscire più a ritagliarsi uno spazio all’interno della nostra società, con i poeti contemporanei che (a volte) non vengono nemmeno considerati tali. Chi però conosce il panorama italiano sa benissimo quanto potenziale ci sia e quanti giovani autori continuino a scrivere (e vendere poco). In più, c’è anche chi sfida la legge e la “volgare società contemporanea” a difesa della poesia.
Nato a Firenze nel marzo del 2010, il Movimento per l’Emancipazione della Poesia ha contagiato i muri di moltissime città italiane, prefissandosi l’obiettivo di liberare la poesia dal mutismo che l’accompagna ormai da lungo tempo, riportandola alla luce e ad occupare il posto che le spetterebbe nell’arte e nella società.
Di poeti se ne trovano ancora molti, di lettori no. Così, per svincolare l’arte poetica dal suo essere autoreferenziale ed elitaria, il MeP si affida all’attacchinaggio in modo che chiunque passeggi per strada possa raccogliere qualche secondo da dedicare alla lettura dei versi. L’affissione non viene fatta random, i muri che vengono scelti non sono quelli di monumenti, opere d’arte o aree private, bensì quelli malmessi o già usurpati da qualche artista di strada.
Con ciò, il movimento chiede rispetto e interesse per la poesia, ma la metodologia con la quale viene messo in pratica non manca di polemiche e c’è chi lo considera unicamente un mero atto vandalico.
L’attacchinaggio nei centri e nelle periferie delle città non è l’unico canale di trasmissione. Infatti, oltre a questa pratica (illegale), il MeP si prodiga nell’attività di volantinaggio, nella diffusione in rete delle poesie, in interviste per programmi televisivi e radiofonici, nella pubblicazione delle opere su riviste specializzate e altro ancora. Come scrivono nel loro sito web: “intendiamo raggiungere lo scopo prefissatoci sfruttando ogni canale ritenuto perseguibile”.
Chi sono i poeti del MeP?
Il Movimento per l’Emancipazione della Poesia non è un singolo autore. Se vi è capitato di leggere una delle poesie affisse avrete notato che al posto del nome dell’autore, si trovano una lettera e una cifra (ad esempio G.08, cambiando la lettera a seconda delle iniziali del compositore).
Oltre alle ovvie ragioni legali, il motivo dell’anonimato è spinto dal fatto che prima di tutto ciò che dev’essere esaltata è la poesia in quanto tale, indipendentemente dalla mano che l’ha scritta. La parola prima della penna. Così l’utilizzo della lettera e del numero seriale diventa fondamentale per far sì che il lettore non si affezioni facilmente ad un singolo poeta, ma comprenda appieno la logica del movimento. Per chi scrive non ci sono vincoli tematici o stilistici. L’importanza del fare poesia rimane il solo fatto rilevante.
Chi aderisce al MeP lo fa per liberare la poesia dalla clausura della propria scrivania, per appenderla in strada e donargli lo spazio che merita: proprio lì, davanti al naso di tutti.
Ad oggi la poesia non possiede, nella volgare società contemporanea, il ruolo che dovrebbe, per ragioni culturali e storiche, spettarle. E non perché essa non sia ancora portatrice della capacità di comunicare e suscitare emozioni, sentimenti e fantasie, quanto perché, sebbene si continui a scriverla, non si continua a leggerla, preferendo basso e vuoto intrattenimento a più nobili e faticosi esercizi d’animo e di pensiero.
Il MEP non intende ridefinire il concetto o circoscrivere la poesia ad un determinato “ismo”. Non vuole vincolarsi a un’omogeneità stilistica o tematica, poiché nasce come un movimento di emancipazione della poesia intesa nelle sue diverse forme.
Il Movimento per l’Emancipazione della Poesia si propone di restituire alla poesia il ruolo egemone che le compete sulle altre arti e al contempo di non lasciarla esclusivo appannaggio di una ristretta élite, ma di riportarla alle persone, per le strade e nelle piazze.
Gli atti coi quali intendiamo fare ciò sono molteplici, e non disdegniamo la prepotenza di alcuni di essi, poiché contrariamente a una lenta e pacifica opera di sensibilizzazione, azioni di forte impatto sono in grado di sortire immediatamente il proprio effetto. Cerchiamo, laddove possibile, di far perno su quella proprietà intrinseca della parola scritta per la quale risulta impossibile per chiunque getti su di essa lo sguardo non leggerla, in quanto la parola si fa leggere e decodificare nel momento stesso in cui viene vista.
Il Movimento per l’Emancipazione della Poesia