Eterni secondi
Ci sono momenti della nostra vita che scorrono veloci, dei quali non facciamo neppure in tempo a godere, li vediamo solamente scappare.
Ce ne sono altri, eterni, che sembrano non passare mai. Quando la noia colpisce le nostre giornate, quando ci sentiamo soli, quando abbiamo paura, quando sali sul Blu Tornado la prima volta, quella salita che sembra non finire mai.
Di momenti così se ne possono trovare una sfilza.
Come al liceo la lezione d’italiano all’ultima ora, quella che sembrava non volgere mai al termine. Che sembrava si fossero dimenticati di programmare la campanella!
La verità è che sin dalla scuola, dall’asilo, dai primi sport che facciamo o dai primi strumenti che ci mettono a suonare, tutto ci viene posto come una gara.
Se non sei il migliore non vale la pena d’esistere, di praticare una passione o di esercitare sé stesso.
Eterni secondi, siamo destinati ad essere questo.
Perché ci alleniamo a gioire delle sconfitte altrui, a schernire gli altri che ci sono arrivati, mentre noi eravamo impegnati a pensare al prossimo commento da fare, a partorire la nostra invidia sotto altre vesti, quella dei giudici.
Insomma, guardiamoci intorno:
Gente che fa davvero qualcosa sembra ormai essercene davvero poca, gente che ci prova e che ci riesce, gente con il coraggio di sfidare le malelingue.
Twitter ad esempio, sembra essere diventato il gioco per quei bambini un po’ cresciuti, quelli a cui veniva sempre rubata la caramella perché un po’ sfigatelli. Allora, adesso che siam diventati grandi, le caramelle le buttiamo in faccia agli altri, in mezzo agli occhi.
Io le caramelle preferisco mangiarle, accettarle dagli sconosciuti, o scoprirne gusti nuovi.
Voglio piangere per merito delle mie sconfitte e sorriderò ancora più forte se ci sarà qualcuno accanto a me mentre lo starò facendo.
Non voglio far parte di quella macchia di eterni secondi, quelli che non sanno sorridere e si obbligano ad una vita lenta, una vita capace di essere bella grazie alle sfortune altrui.
No grazie.