Il 5 febbraio si è celebrata la Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare. Abbiamo raccolto qualche dato sullo spreco di cibo. E anche qualche piccola azione che possiamo già compiere a casa, senza troppo impegno.
Siamo ancora troppo superficiali nella lotta contro lo spreco di cibo
La pandemia e il lockdown sembravano averci dato una scossa e indirizzat* sulla via giusta. Ma quest’anno abbiamo fatto un passo indietro. Lo dimostra l’indagine 2021 dell’Osservatorio Waste Watcher International sull’Italia, secondo cui lo spreco di cibo a testa ammonta a quasi 30 kg all’anno, ovvero 595 grammi a settimana. Circa il 15% in più del 2020.
Questo pesa non solo sulla sostenibilità del nostro pianeta, ma anche sul nostro portafoglio. Infatti, lo spreco alimentare domestico nazionale vale la bellezza di oltre 7 miliardi. Cifra che aumenta considerevolmente – fino a 10 miliardi – se includiamo lo spreco lungo tutta la filiera. La frutta fresca è ciò che viene gettato in maggiore quantità (27%), seguita da aglio, cipolle e tuberi (17%), pane fresco (16%), verdure (16%) e insalata (15%).
Spreco di cibo ed emissioni globali di gas serra sono strettamente collegati
Le perdite e gli sprechi alimentari rappresentano circa un quarto delle emissioni di gas serra degli alimenti e, se rapportate al totale delle emissioni di anidride carbonica, ammontano addirittura al 6%. Uniamoci il fatto che la produzione alimentare rappresenta il 26% delle emissioni globali di gas serra – chiaro, dobbiamo mangiare. Ma torniamo alla considerazione iniziale del paragrafo: un quarto di quanto produciamo, lo gettiamo senza troppe remore.
Il tutto inizia ad avere un peso non indifferente, non credete?
Andando ad analizzare il quadro più nel dettaglio, risulta chiaro che la maggior parte dello spreco avviene durante la catena di approvvigionamento. Infatti, il 15% è dovuto a cattive tecniche di stoccaggio e manipolazione, mancanza di refrigerazione, deterioramento nel trasporto e nella lavorazione. Ah, e prima di essere esposte nei supermercati, i frutti e la verdura non perfetti – quelli ammaccati, con una colorazione non uniforme, ecc. – vengono gettati, perché non superano la prova visiva. Pur non essendo andati a male.
Cosa fare per limitare lo spreco di cibo e di risorse?
In occasione della nona edizione della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare, il Ministero della Salute ha divulgato un opuscolo con alcuni consigli per ridurre lo spreco alimentare nella quotidianità. Ne richiamiamo alcuni anche noi, oltre ad aggiungere altri piccoli consigli.
Fare la lista della spesa
Sembra una banalità, ma scrivere ciò che ci serve e che dobbiamo comprare può rivelarsi un’arma potente nella lotta agli sprechi alimentari domestici. Infatti, per stilare la lista della spesa saremmo costretti ad aprire il frigorifero e la dispensa e ponderare cosa effettivamente è da comprare. Che sia attraverso un’app, sulle note del cellulare o con carta e penna – molto old style – non importa: ciò che conta è arrivare al (super)mercato preparat*.
Acquistare locale e, possibilmente, direttamente dai produttori
Questo permette di prediligere coltivazioni di stagione e di accorciare significativamente la lunghezza della filiera, con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2. Sì, perché ogni passaggio lungo la filiera implica ulteriore spreco di energia e risorse.
FIFO: la tecnica salva-cibo
FIFO è l’acronimo di First In, First Out e indica la buona abitudine di mettere davanti gli alimenti che scadono prima, o quelli che sono stati comprati prima. In questo modo, si evita di lasciar marcire i cibi.
App per salvare cibo
Infine, anche appoggiarsi ad alcune applicazioni studiate ad hoc può essere utile. Too Good To Go, per esempio, ha proprio lo scopo di connettere i consumatori finali con gli esercizi commerciali, per salvare gli “avanzi” del giorno o i cibi vicini alla data di scadenza, che gli esercenti butterebbero. Il tutto, a un prezzo irrisorio.
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Un altro progetto simile è rappresentato da Ecofood Prime, un’applicazione attraverso cui gli utenti hanno modo di vedere ciò che rischia di rimanere invenduto (perché prossimo alla scadenza o con difetti estetici, ma idoneo al consumo) nei punti vendita più vicini – chiaramente quelli che aderiscono alla piattaforma – e acquistarlo a prezzi vantaggiosi. Ma Ecofood Prime va oltre questo semplice aspetto: fa anche da “food organizer“, perché invia notifiche quando i cibi che abbiamo in casa stanno per scadere. Così, si evita lo spreco di cibo domestico.
Insomma, con questi consigli non hai più scuse per non cominciare fin da subito a combattere gli sprechi inutili