Bukowski
Negli ultimi tempi capita sempre più spesso di vedere frasi del caro Buk postate in giro. Molte di esse sono trascritte facendo riferimento all’amore, alla bellezza della vita e ai sentimenti dell’uomo.
La cosa fa sorridere, e le ragioni sono molteplici.
Prima di tutto Charles Bukowski non era un amante del pubblico, anzi, diciamo che il suo essere cordiale con i suoi lettori era dovuto al fatto che molto probabilmente si sarebbe fatto offrire da bere. In uno dei suoi libri di racconti più celebri, Shakespeare non l’hai mai fatto, Charles spiega quanto fosse strano per lui che la gente trovasse piacevoli i suoi scritti, visto che tendenzialmente le storie e le poesie da lui narrate facevano riferimento a puttane o all’alcol. Ma sono dettagli!
La curiosità maggiore viene fuori, per chi ha davvero letto Bukowski, nel vedere che Buk ad oggi viene intrapreso come un poeta dell’amore, uno dei sentimenti che forse spaventava maggiormente il celebre scrittore.
Da acuto osservatore qual era, aveva forse preceduto tutti nel dirci che: “L’amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo.”
E forse è questo ciò di cui le persone hanno bisogno ad oggi? Prendere frasi a cazzo senza neppure saperne il vero significato? Senza ciò che viene dopo?
Forse è per questo che poi si è portati a non fidarsi più della gente, di queste persone che si fermano alla copertina del libro, che non riescono a vedere oltre.
Bukowski diceva:
“Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media.”
Forse sarebbe opportuno fare attenzione di non essere noi quell’uomo, con la testa nel forno e i piedi congelati, incapaci di guardare oltre!