Dario non diario
Qualche anno fa in vacanza con amici ho tenuto un video-diario dove fingevo di parlare con Dario, un “caro Dario” insomma.
La cosa è stata molto carina, anche perché a fine vacanza ho avuto la fortuna di avere un amico, Gabbo, che ha montato i vari video insieme e ne è uscito una specie di cortometraggio molto simpatico da rivedere.
Il tutto abbellito da Panna, che per tutta la vacanza non ha fatto altro che chiedermi chi fosse sto Dario?
“Ma è il tuo collega? Il tuo amico, no?”
Ancora adesso le dico che Dario la saluta, ma Dario è solamente un amico immaginario. Nulla più!
Così mi viene da pensare, ai tanti amici immaginari con quali ci confrontiamo oggi, quelli con i quali condividiamo il nostro diario, quello di Facebook.
La famelica ricerca di like che contraddistingue la nostra epoca, la mancanza di contenuto alla quale stiamo arrivando e l’ostinato bisogno di apparire perfetti.
Non so quanti di voi abbiano avuto davvero il diario da bambini, io l’avevo, ed era la cosa più personale e autentica che mi appartenesse, era un pezzo di me.
E quindi guardo la mia home, vedo la mia lista amici, infinita, troppo lunga per essere vera, e di conseguenza mi chiedo quanti Dario ci siano lì in mezzo, quanti amici che sono solo immaginari.
Qualche anno fa in vacanza ho tenuto un video-diario, forse dovrei tenerne uno per ogni singolo giorno della mia vita, giusto per capire quali siano i volti che compaiono davvero accanto a me, per vedere chi mi fa immaginare di essere migliore, chi mi rende felice, e chi invece è solo Dario, e di conseguenza non esiste.
Giusto per capire se vale la pena dire agli altri realmente “cosa stai pensando?” e non solo perché ormai mi sento in dovere di farlo.