9 Giugno 2025 22:23
cosa non funziona in the last of us 2?

Per capire cosa non funziona in The Last of Us 2 dobbiamo per un attimo dimenticarci della scena del porticato. Sì, intendo proprio quella che vede protagonisti Joel, interpreato dal solo, unico e inimitabile Pedro Pascal ed Ellie, interpretata da Bella Ramsey.

Questa stagione mi ha regalato delle emozioni violente, che hanno saputo colpire dritto nello stomaco. Eppure di sole emozioni non si vive. Tratta dal celebre videogioco della Naughty Dog, la serie manca del coraggio presente nell’opera originale. Vediamo insieme cosa proprio non ha funzionato e cosa si poteva fare meglio.

cosa non funziona in the last of us -TheGiornale
Non avendo i diritti di HBO, vi posso far vedere solo questa bellezza presa da Pexels.

The Last of Us 2: quali sono gli elementi critici?

Normalmente i critici più esigenti di una qualsiasi opera sono proprio i fan. Premetto che io non ho giocato al videogioco, quindi non ho idea di cosa voglia dire giocare impersonando direttamente Joel, Ellie o Abby e quindi di che cosa si provi ogni volta che accade qualcosa di inaspettato o di tremendo, o entrambe le cose (sì, episodio 2, parlo di te). È proprio da qui che mi piacerebbe partire con questa piccola analisi su cosa non funziona in The Last of Us 2.

Cosa non funziona secondo i fan del videogioco

Secondo i fan, la seconda stagione della saga peccherebbe di non essere stata capace di restituire le stesse emozioni dell’opera videoludica. Documentandomi con fonti di prim’ordine, ovvero il mio ragazzo, fervente fan della saga, nel videogioco si ha la possibilità di calarsi direttamente nei panni di Joel, Ellie, Abby e altri personaggi secondari (come la figlia di Joel, Sarah, in The Last of Us – parte Uno). Di conseguenza la trama è studiata in modo tale che il videogiocatore sia sempre stimolato, che si immedesimi completamente nel personaggio e arrivi anche a condividere le ragioni per cui vengono prese certe decisioni.

cosa non funziona in The Last of Us - TheGiornale
Foto presa da Pixabay


Inoltre, essendo un videogioco indirizzato a un’audience più ristretta (diciamocelo, per lo più uomini, ma lieta di sbagliarmi), i dialoghi sono più crudi, diretti, le reazioni violente. Nella serie alcune di queste cose non si rispettano per via del pubblico più vasto e del mezzo molto differente (ma su questo ci torniamo).

A essere oggetto di critica, almeno stando a quanto letto sul web, è stata anche la scelta di non riproporre fedelmente la trama del videogioco, in quanto alcuni eventi cardine sono stati stravolti.

Cosa non funziona secondo me (e chi non ha giocato)

Secondo me, e secondo anche molti di coloro che hanno visto la serie senza giocare prima al videogioco, il problema non è tanto la scelta di “cambiare la storia”, o di cambiare l’ordine in cui accadono certe cose. Il vero problema è come è stato fatto. Si può raccontare la stessa storia approfondendo dei dettagli che magari nell’opera videoludica venivano tralasciati o approfonditi poco. Si possono anche cambiare delle sfaccettature del carattere di un personaggio, anche in relazione agli eventi della storia. Quello che non può cambiare è il carattere nella sua totalità o delle scene cardine, soprattutto se poi gli eventi successivi acquisiscono meno senso.

La narrazione di The Last of Us 2 tra crossmedialità e scelte discutibili

Per poter analizzare l’opera in maniera imparziale, seppur sia impossibile, teniamo a mente che siamo di fronte all’ennesima narrazione crossmediale, in poche parole la capacità di espandere o adattare una storia su più piattaforme. In precedenza, avevo già affrontato il tema del perché i film tratti dai videogiochi non piacciono. In passato, infatti, anche il film di Uncharted e la serie di The Witcher avevano subito numerose critiche. I motivi di questo sono come sempre da ricercare in buchi di sceneggiatura, discutibili scelte di casting, aspettative sempre troppo alte e… beh, il fatto che il medium è dannatamente diverso!

Cosa non funziona di The Last of Us 2: la rabbia di una Ellie non arrabbiata

Per quanto riguarda le scelte discutibili in fatto di sceneggiatura, uno degli esempi più critici è la quasi inesistente rabbia che doveva provare Ellie nella serie dopo il terribile avvenimento del secondo episodio. Quella rabbia viscerale, che nel videogioco rappresenta il motore di tutta la narrazione, nella serie sembra quasi assente.
Secondo me questo è un po’ l’emblema di cosa non funziona in The Last of Us 2.
Nel gioco, dopo quel fatto, Ellie parte immediatamente. È più che capibile, dunque, il motivo per cui prova una rabbia cieca, non ancora metabolizzata, che la porterà a cambiare come persona. È impulsiva, spietata, guidata da un dolore che si percepisce come autentico.

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Foto presa da Pixabay: ThankYouFantasyPictures from Pixabay

Nella serie Ellie parte dopo tre mesi e, non odiatemi, ma io penso che vada benissimo così. Quello che non ha funzionato nella trasposizione televisiva è che Ellie non solo pare non essere arrabbiata come nel gioco, ma spesso e volentieri scherza, ride e non ha idea di come organizzare un buon piano. Il dolore e la sete di vendetta sembrano quasi suggerite, accennate, non certo vissute. Questo cambia del tutto la storia e il carattere del personaggio. E no, l’aspetto di Bella Ramsey non c’entra assolutamente niente.

Quando il mezzo non giustifica la trama: un adattamento debole

Al di là delle aspettative dei fan, sempre troppo alte, quando una storia viene raccontata attraverso un mezzo diverso da quello di origine è impossibile ottenere lo stesso risultato. Senza voler scomodare McLuhan, che oramai abbiamo scomodato, per cui vale la pena ricordare che “il mezzo è il messaggio”, di fatto il mezzo con cui si racconta la storia ha la capacità di influenzare il racconto stesso.

Il videogioco favorisce un racconto della storia più immersivo, più lento (le ore a disposizione aiutano) e sicuramente porta il videogiocatore a empatizzare completamente con i personaggi. La storia di Ellie non viene guardata, viene vissuta.

La serie, dall’altra parte, si prende sì i suoi tempi, ma ha a disposizione meno ore ed è più difficile “calarsi nella parte” di un certo personaggio se non lo si controlla direttamente e non si vive la storia con lui\lei tutto il tempo. Aggiungiamoci il fatto che, come dicevo all’inizio, l’audience cambia e si amplia. Per questo motivo si è reso obbligatorio edulcorare la trama per renderla quanto meno maggiormente family-friendly.

Resta il fatto che il mezzo diverso non giustifica sempre una trama gestita male e questo spiega meglio di tutto cosa non funziona in The Last of Us 2.


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Adattare non vuol dire snaturare: cosa non funziona in The Last of Us 2

The Last of Us 2 è una storia costruita su emozioni estreme: perdita, dolore, rabbia e trasformazione. Il videogioco coinvolge in modo diretto, rendendo il viaggio di Ellie un’esperienza vissuta in prima persona. La sua furia, i suoi errori, le sue conseguenze, tutto passa attraverso l’interazione, creando un legame empatico fortissimo.

La serie TV ha smussato quegli spigoli che rendevano la narrazione così potente. Non è il cambio di mezzo a essere il problema, ma la perdita di coerenza interna al personaggio. Una Ellie distaccata, poco motivata, discontinua nelle sue emozioni, non regge il peso della trama che dovrebbe portare avanti.

Cosa non funziona in The Last of Us 2? Non è solo il confronto con il videogioco, ma il fatto che la serie rinuncia alla tensione morale e all’intensità emotiva che la rendono unica. Il medium può cambiare, ma se la verità emotiva del racconto si perde, l’adattamento smette di funzionare. E in questo caso, è proprio lì che sta il problema.

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