Sotto il letto
Il cuore l’ho lasciato lì, sotto il letto.
Ho disegnato a pallini nel cielo un sorriso, da sopra il tetto.
Fuori dalla valigia, poggiato sul comodino.
Come la sveglia e la testa da tenere coperta con il cuscino.
C’è la polvere sul mio petto, se ci penso batte forte, non smetto.
Ho ritrovato qualche mostro, sotto il letto.
Anche se poi mi sono perso, al netto.
Fratto quattro, che si divide ancora per due.
L’amore funziona così.
Moltiplica e poi divide, somma zero.
Restituisce uno.
Un sorriso, quello buono.
Quello da tenere in tasca per quando ti vedrò.
Perché i sorrisi sono come poesie, da tenere sempre pronte per essere pronunciate.
Fanno male, come le labbra quando sono screpolate.
Finiscono troppo in fretta, come il sesso e le serie tv a puntante.
Allora mi sdraio sotto il letto.
Aspetto che passi un sogno.
Che la voglia diventi bisogno.
Attendo un segno.
Le tue dita sul finestrino della mia macchina, a farci un disegno.
E affondo, come il Titanic.
Simile a barchette di carte che con coraggio affrontano le onde.
Si sgretolano.
Così se ti penso li scaccio via, sti mostri che nascondo sotto il letto.
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