17 Gennaio 2025 10:18
Perché Fabio Volo piace cosi tanto - TheGiornale

Lo scrittore che vende più di tutti in Italia è tornato con un nuovo libro. Fabio Volo è in libreria con Balleremo la musica che suonano e, come sempre, ad accompagnare l’uscita di un suo lavoro ecco il coro di gente inorridita dal suo successo. Nessuno si chiede perché Fabio Volo piace così tanto, ma sono tutti pronti a dare un giudizio sommario.

Cercando di superare l’elogio alla mediocrità dei nostri tempi con cui tutti giustificano le grandi vendite dello scrittore e dj bresciano, proviamo a dare una risposta in tre punti.

Motivi per cui Fabio Volo piace - TheGiornale
Belleremo la musica che suoneranno, l’ultimo libro di Fabio Volo

Chi è Fabio Volo?

Per quanto sia vero che ognuno di noi è relegato dentro la propria bolla social e sociale, stento a credere che là fuori esista ancora qualcuno che ignori l’esistenza di tale Fabio Bonetti in arte Volo da Brescia.

Fabio Volo, nato a Brescia dove tutt’ora risiede, ha fatto il panettiere, il musicista, poi diventato dj a Radio Capital e poi Radio Deejay – su cui ancora trasmette tutte le mattine dalle 9:00 alle 10:00 – e poi ha fatto l’attore, il doppiatore di Kung Fu Panda e scrive libri.

Una costante nella sua vita: le critiche di una certa parte di intellettuali. Percepito come un corpo estraneo da chi ritiene la cultura un fatto di élite.
Proprio di recente Gabriele Muccino ha dichiarato in un podcast che il cinema e la cultura hanno smesso di fiorire nel nostro paese quando qualcuno ha deciso che dovevano essere per pochi. Allora abbiamo iniziato a fare film incomprensibili ai più, libri sempre più complessi. Mettendo tra l’artista e il pubblico la complessità e non il talento.

3 motivi per cui Fabio Volo piace così tanto

Il nostro paese è bellissimo, ma ha tanti difetti. Uno di questi è l’invidia. Quando una persona ha un minimo di successo lo sminuiamo. Sorte che capita anche a Fabio Volo, che però, come il calabrone che non sa di non avere la struttura adatta per volare e vola lo stesso, lui continua a scrivere e vendere tanto.
Questo non può essere certamente dovuto al caso. I suoi non sono i tormentoni di un’estate, non è Sandy Marton che ha indovinato una canzone e poi basta. Ogni volta i suoi libri piacciono e lui vola in vetta alla classifica.
Come direbbe Max Allegri: “Quelli che vincono sono più bravi degli altri, gli altri cosa vuoi che dicono?”.
E visto che gli altri siamo noi, cerchiamo 3 motivi per cui Fabio Volo piace così tanto.

1. Fabio Volo scrive bene

Partiamo da un concetto banale e quasi basilare: Fabio Volo scrive bene. La sua scrittura è chiara, con parole semplici senza essere mai retorico. L’alternanza tra capitoli brevi e lunghi, i punti di vista dei personaggi, i luoghi, i profumi. Ha un metodo di scrittura che coinvolge il lettore, lo fa sentire dentro la scena, gli mostra i dettagli.

C’è un’urgenza sana, la voglia di scrivere per raccontare una storia. Subito dopo arriva la cura per le parole. Non c’è una frase che non sia pensata, pesata. C’è talento, ma anche tanto lavoro. Un mix che alla fine paga.
La lettura è scorrevole, leggera. Va veloce, ma si fa seguire. Accompagna il lettore con gentilezza e ritmo. Dentro si trovano energia vitale e leggerezza dosate molto bene.


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2. Racconta storie che parlano di tutti

Anni fa mi capitò di leggere un libro di Andrea De Carlo LeieLui. L’autore di Due di Due – libro che ha formato milioni di adolescenti che ora piangono sulla serie degli 883 o sono felici del nuovo libro di Brizzi – in quel racconto a un certo punto prendeva in giro Fabio Volo. Per poi scrivere un’accozzaglia di stereotipi e banalità sconcertanti.
Nel tentativo di fare un best seller con una storia d’amore, alla maniera dei libri di Volo, De Carlo scrisse un’aberrante racconto senza né capo né coda.

Le storie di Bonetti, prima panettiere e poi Volo, invece le potresti ascoltare da un tuo amico al bar, davanti a una birra.
Tutti noi siamo convinti di avere una vita normale, poi iniziamo a raccontarla e scopriamo un’unicità meravigliosa. (Ve lo dice uno che si è fatto un blog intero sulla sua vita). Le storie sono così: uniche e universali al tempo stesso.

Personalmente in Tutto è qui per te, penultima fatica di Volo, a un certo punto del libro ho pensato: “No Luca (il protagonista ndr), questa è proprio un’idiozia. Non farla, ascolta me che sono tuo amico”. Stavo sovrapponendo la mia personalissima storia con quella del protagonista.
Vedevo i suoi sbagli e avrei voluto evitarglieli. In altre parole, la storia mi aveva catturato.

3. È una persona intelligente e curiosa

Vi siete mai chiesti qual è il minimo comun denominatore tra tutte le persone di successo? Sono intelligenti e curiose di imparare sempre qualcosa di nuovo.
Fabio Volo piace così tanto anche e soprattutto perché è intelligente, ma non lo fa pesare – tipo Morgan. Ha quasi paura a dimostrarlo, si nasconde spesso dietro un’aria da guascone, forse perché ha paura di perdere il contatto con il suo pubblico, mettendo la complessità tra sé e chi lo segue.

Nei suoi libri spesso trovano spazio i luoghi in cui ha vissuto. Si sente il profumo di New York, Londra, Parigi. Luoghi descritti meravigliosamente, spesso fecondi di vita e di storie, che dal taccuino dell’autore poi finiscono nei suoi libri.
La curiosità verso nuove culture. La capacità di saper stare con i piedi ben ancorati per terra e il naso all’insù.

I motivi per cui sento di affermare questa cosa sono molti. Nelle sue interviste, nel programma in radio, risalta sempre un ingegno superiore. A riprova di questa tesi mi sento di consigliare l’intervista fatta a OneMore Time il podcast.

Intervista a Fabio Volo
Fabio Volo intervistato da Luca Casadei a One More Time – Copertina YouTube canale One More Time Podcast

Perché Fabio Volo piace così tanto? È semplice

Non credo servano tante altre parole per raccontare quello che ormai non è più un caso editoriale, ma una sicurezza.
In realtà mi chiedo, perché dobbiamo farci tutte queste domande? Perché dobbiamo avere una spiegazione per tutto?
Il fatto che una persona venda sempre tanti libri crea quasi un cortocircuito nelle nostre teste. Soprattutto se questa persona non è un intellettuale. Se non rientra in certi canoni a cui siamo abituati da sempre.

Allora voglio chiudere con una provocazione: perché chiederci come mai piaccia così tanto e non capire cosa possiamo imparare da lui?
Viviamo in un’epoca dove la politica parla alla pancia delle persone, si vincono le elezioni facendo passare il messaggio che le persone votano per rabbia.
Volo parla a quelle stesse persone. Alle stesse pance, ma non cavalca la rabbia.
Dovremmo imparare da lui quest’arte, quella di comunicare con i sentimenti delle persone, senza complessità, senza snobismi, senza fomentare l’odio.

Siamo tutti storie che camminano, tutte diverse e tutte maledettamente uguali. Quanto sarebbe bello scoprirlo e capire che il livore di questi tempi, che ci fa odiare il vicino di pianerottolo, potrebbe passare se solo scoprissimo la storia della porta di fronte?
You may say I’m a dreamer

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