23 Marzo 2025 22:29
due recensione libro

Enrico Brizzi, l’autore di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, il romanzo che ha segnato l’adolescenza di milioni di persone, è tornato con un altro bellissimo libro. A distanza di 30 anni lo scrittore bolognese ha ripreso in mano l’opera che lo ha lanciato e ha deciso di scrivere un sequel. La storia del vecchio Alex D. e della soave Adelaide continua in Due, edito da Harper Collins.

Due è un’operazione nostalgia?

La paura che questa fosse solo un'operazione nostalgia, la stessa che ci attanaglia aspettando il ritorno di UFO Robot, era tanta, ma Due non lo è affatto. Anzi il prosieguo di quell'emozione che a partire dall'Anno Domini uno nove nove due ha tenuto milioni di lettori attaccati alle pagine di Jack Frusciante come se fosse la bibbia del tardo adolescente italiano. 

Per questo Enrico Brizzi, ha corso un rischio grandissimo. Andando a toccare uno dei capisaldi dell’adolescenza di una lunga schiera di persone.

Brizzi riesce nell’impresa, non facile, di evitare che il sequel sembri una copia sbiadita del primo libro. Il ritmo della scrittura riparte incalzante e forse nelle prime 30/40 pagine non è così facile stare a quel passo. Poi però è chiaro, siamo noi dopo 30 anni ad aver perso il passo, perché quei due filano ancora come il vento.

Quando si riesce a tornare tutti sullo stesso beat diventa più facile. Si sale sull’Interrail con le Anatre di Central Park, i sogni di un disco con il feat di Manu Chao, mentre la soave Adelaide sta dall’altra parte del mondo.

Alex e Aidi sono cresciuti?

I più svegli della cucciolata avranno capito che i nostri amanti sono fermi all’adolescenza, sono dei Dorian Grey solo più bassi e rock. Con il vecchio Alex immobile da mane a sera a mane a recuperare la botta per la partenza della bella Adelaide.

Il libro parte esattamente qui. L’anno che fa da sfondo è il 1992 (che non è un’idea di Stefano Accorsi, ma di lui ricordiamo la bellissima interpretazione nel ruolo di Alex nel film tratto dal libro (anche se chi vi scrive ha amato alla follia l’eterea bellezza di Aidi interpretata da Violante Placido e da allora ne è follemente innamorato)).

Chissà se Alex e Aidi tornano insieme…

Da subito tutti sperano che quei due stiano insieme, quell’anno voli via veloce come fosse una supplenza prima dell’ora di inglese e possano ad addomesticarsi come la volpe e il piccolo principe.

Adesso si direbbe shippare, ma non è questo il linguaggio del libro, e vi dico una cosa miei cari, un anno è lungo, soprattutto nella tardo adolescenza, ma come di dice l’autore: «Per carità non dite niente, amici. Si è giurato di lasciarli fare, sti ragazzi, e ogni promessa è debito. Non è che appena si sente puzzetta di bruciato si possono cambiare le regole in corsa, piombare sulla scena tipo deus ex machina e strillare che non sanno quello che fanno» p. 101, Due, Enrico Brizzi, ed. Harper Collin.

Come faranno i nostri due? Lei nella Valley, tra quarterback e le più classiche delle biondine stronzette da serie tv anni ’80, messa in una famiglia medio borghese di una piccola città della Pennsylvania: «una contea barbaramente ignorata dall’atlante del nostro (così che anche volendo, lui non sapeva quale punto esatto della mappa andava sfiorato di polpastrelli per indirizzarle – perdonatelo – una tardiva carezza)» p. 9, Due, Enrico Brizzi, ed. Harper Collins.

Due il libro di Enrico Brizzi il seguito di jack frusciante è uscito dal gruppo
Stefano Accorsi e Violante Placido in una scena del film Jack Frusciante è uscito dal gruppo

Dall’Archivio magnetico di Alex D. al diario di Aidi

A proposito della bella Adelaide, in Due trova spazio la sua voce, attraverso le pagine del suo diario. Così scopriamo che è umana più umana degli altri. Si rimbrotta perché ha trattenuto un sentimento, ma a 17 anni cosa sai di come si fa quando si è innamorati?

Tra le pagine del diario la bella vive i suoi tormenti, le sue pulsioni. Fa quello che farebbe ogni ragazza della sua età, ha quella moralità da bianco o nero tipica della tardo adolescenza e resta sempre bella come “un disco intero di canzoni di Battisti”.
La vedi crescere a ogni riga, sembra la bimba che un giorno chiede a sua madre come ci si veste per andare in chiesa e il giorno dopo arrossisce se le altre ragazze le chiedono se è ancora vergine.

I narratori quindi diventano: uno che conosce bene il vecchio Alex, l’archivio magnetico di Alex D., la narrazione tra parentesi, il diario di Adelaide.
In un intreccio che porta avanti la storia a volte di un solo mm, a volte di alcuni mesi. Un doppio punto di vista, che va di moda nei romanzi rosa contemporanei, ma che dalla banalità dei romance prende le distanze senza snobismo.

Due: 30 anni dopo Jack Frusciante è uscito dal gruppo

Due è un libro che letto oggi, a quasi 40 anni – sì, adesso vi lascio il tempo di dire “ehi sembri più giovane” – ti fa chiedere se hai tenuto fede alla promessa che ti eri fatto quando eri adolescente.
Nel libro troviamo Manuel, professore di filosofia del vecchio Alex, ed è proprio lui che ci inchioda davanti a questa questione: «Valgono ancora le regole che ti eri dato da ragazzo, quando nessuno poteva ricattarti? Sei rimasto fedele a quello che ti faceva sentire libero come l’aria?» p. 186, Due, Enrico Brizzi, ed. Harper Collins.

È lì che arriva la linea di demarcazione del libro. Insomma, noi che l’adolescenza l’abbiamo doppiata se vogliamo evitare di fare come Schumacher con Coulthard a Spa nel 1998 è bene che accettiamo di non essere tardo adolescenti. Allo stesso tempo comprendere che non abbiamo nulla da insegnare a quei due.
I nostri Romeo e Giulietta sotto le due torri, belli come il sole, adolescenti da 30 anni, luminosi come solo due innamorati per la prima volta possono essere, hanno diritto di fare, sbagliare e amare come vogliono.

I nostri si scrivono le lettere, pagine fitte di parole, le inviano e aspettano risposta. E poi le accarezzano, le baciano le lettere, perché mica c’avevano le video chiamate nell’uno nove nove due e seguenti, mica potevi telefonare dall’altra parte del mondo per dire un mi manchi, che poi mentre lo dicevi e l’altro sentiva allora tanto valeva scriversi una lettera.

Enrico Brizzi, l’amore in Due

E poi a Brizzi una sera di autunno a Bergamo (è capitato che fossimo sullo stesso palco a parlare di questo Due) ho chiesto se fosse più difficile comunicare all’epoca, mi ha risposto: «Perché adesso è più facile dire un ti amo?»
No che non lo è, allora lì ho capito veramente quel filo rosso tra me, Alex e Aidi. È tutto in quel primo ti amo che non vuole mai uscire, quel pudore del sentimento, quelle guance che diventano rosse e la pancia che brontola per l’indigestione di farfalle.

Vale a 18, 30, 40 e forse anche a 50 non lo so, non ci sono ancora arrivato. Lui nemmeno.

Enrico Brizzi in Due tiene fede alla sua promessa. E forse ci ricorda la nostra, probabilmente fatta quel giorno, in cui chiudemmo quel libro e “date retta al sottoscritto che lo conosce da sempre. Se ha gli occhi un pochino lustri, è per via che il vecchio Alex, quando fila così come il vento “.

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