Meglio se te ne vai
Meglio se te ne vai.
Dai miei occhi, dai miei guai.
Da questo costato, dal mio sorriso disperato.
Guarda, siamo in estate ma anche il sole è sparito.
Finisce tutto, anche il tuo film preferito.
Anche la carta igienica o il dentifricio.
Meglio se te ne vai.
Prima che spengano la musica e luci.
Che se ti avvicini troppo, sai, poi ti bruci.
Come le zanzare che scambiano lampadine per stelle.
Ci lasciamo la pelle.
E prima di ardere, lasciano il segno.
Con le unghie ci fai la croce sopra, un disegno.
Meglio se te ne vai.
Ogni tanto fa bene scappare.
Tra le lacrime che non sanno più di sale.
Scendono, fanno male.
Scavano e arrivano dentro le vene.
Si aggrovigliano come le nostre schiene.
Meglio che vai via.
Non dirmi dove, ci ritroveremo in una poesia.
Una di quelle dove fingiamo che tu sia ancora mia.
Anche se non ci piace possedere, noi che siamo così abituati a perdere.
A cedere.
Ad avere sogni in cui credere.
Prima che te ne vai, meglio se resti.
Ferma in questi versi.
Fammeli sentire diversi.
Prendi i miei, tanto lì avevo già persi.
Tra le tue dita che stavano per mordermi.
Tra le tue labbra, incastrate alle mie.
Meglio che te ne vai.
Non dirmi in quale angolo dell’universo.
Siamo locali vuoti, pieni di spazi.
Abitiamo dentro gli altri.
Quelli che poi rimangono anche quando se ne vanno.
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