30 Aprile 2024
LA BUONA NOTTE di Rab

LA BUONANOTTE di Rab – Soffritto

Soffritto

Soffritto è una parola che mi fa sorridere, a te no? 

Pensaci, So-Fritto. Nel senso che se sorridi, in quel modo lì, sto fritto. Ah, non era così? Vabbuò. Però se sorridi, tienitelo stretto, quella parentesi girata al contrario. Gaetano mi ha detto che sorride solo chi ha sofferto, chi c’ha perso il cuore, chi si è fatto male. Chi non lava i piatti con lo Svelto. 

Mi piacciono le persone che la notte non riescono a dormire, quelle che restano sveglie a sognare. Panda, prossimi  all’estinzione. 

Quanto è bello far ridere qualcuno? Se quel qualcuno, poi non è solo “uno”, tra i tanti. Tra i tanti sorrisi che hai mancato, come i tram. Persi. I tuoi occhi quando ci pensi, che stai con il cuore bloccato in ascensore, a fare i piani ti viene il fiatone, a fare piano ci si fa l’amore. 

Allora cucinami, che sto soffritto, è un attimo fa stavo soffrendo. Ora sto sul balcone, una sigaretta e penso, che sto caldo anche se fa freddo. 

Sarà che qui ogni momento è denso, fumo bianco. Mescoliamoci come fanno le nuvole, inventiamo nuove geometrie, aspettiamo che gli aerei ci vengano a spaccare. Andiamo dove la pioggia fa l’amore con il mare, dove riusciamo a ridere nonostante tutto sto male. 

Perché a me le parole fanno ridere e tu me le toglie tutte. Mi lasci senza. Meglio se le metti tu, che a me non vengono, meglio se vieni tu. Qui a farmi il solletico. E se ti piace il sole, io nevico. E se vuoi l’ombra ti faccio da sole. 

È tutto equilibrio, è questa la questione.
Fammelo perdere, dai.
Blu scuro che si mescola al giallo, poi viola.
Graffiami la gola.
Chiedimene ancora.
E poi, bastami. 

Essenza.
E senza. 

Che stavo dicendo? Soffritto.
Che se sorridi, sai. Io divento matto. 


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