
Quest’estate verrà ricordata come l’estate in cui tutta TikTok si è messa a parlare in “corsivo” (anzi in corsïvîœ). Infatti, più si scrollava nei “per te”, più apparivano video di giovani e giovanissimi (ma non solo) che parlavano questa nuova lingua. L’elemento che balzava subito agli occhi o, per meglio dire, alle orecchie, era l’uso della voce cantilenante e un uso davvero smodato della parola “amïo“. Dunque, TikTok parla in “corsivo”: ma cosa vuol dire parlare in corsivo?

Le origini del “corsivo”: cosa significa parlare in corsivo TikTok?
Oramai sui social tutt* parlano in “corsivo”, ma quando nasce questo trend? E’ difficile stabilire con certezza una data esatta o un\a creator esatt* che hanno dato il via alla parlata in corsivo. Tuttavia, il web sembra comunque incoronare la tiktoker milanese Elisa Esposito come la “regina del corsivo”, o per meglio dire, la prof del corsivo.

La giovane (classe 2003) ha aperto il suo profilo TikTok un po’ come tanti di noi nel 2020, in piena pandemia, e ha cominciato a creare contenuti di vario tipo. Tra questi, spiccano i video in cui la ragazza parla in corsivo, questa parlata dalla voce cantilenante e le vocali allungate. Il fenomeno ha subito una battuta d’arresto, per poi tornare a essere virale nel mese di giugno di quest’anno, dopo la pubblicazione della prima lezione di corsivo. Nel frattempo, il trend è rimasto sulla cresta dell’onda della popolarità anche grazie ad altri creator, come Chiara Marita e Chaimaa Cherbal, che, anzi, secondo alcuni sarebbero loro le vere ideatrici del trend.
TikTok parla in “corsivo”, ma non solo: infatti, cantare in corsivo pare pare essere di uso comune anche tra alcuni cantanti molto conosciuti e apprezzati dalla Gen Z, quali Blanco, Rkomi e Sangiovanni (per citarne solo alcuni).
Parlare in corsivo: una forma di satira sociale?
Come spiegato in un video dalla stessa Elisa Esposito, l’idea di parlare in corsivo sarebbe nata dalla voglia di imitare l’accento delle influencer, o comunque ragazze benestanti della Milano bene, abituate a condurre un certo tipo di vita e dalla parvenza un po’ snob.
La parlata in “corsivo” sarebbe dunque una forma di satira sociale, una sorta di imitazione di un’inflessione dialettale portata a livelli esasperati. In realtà, questo non sarebbe un trend solo italiano, in quanto anche negli Stati Uniti si sarebbe diffusa la prassi di imitare l’accento delle influencer californiane, conosciuto come l’accento “da Valley Girl” (e che comunque non è nuovo, ma risale agli anni ’80).
A lezione di corsivo con la prof Elisa Esposito
Intanto, da giugno, il profilo di Elisa ha cominciato a crescere di seguaci, tantoché oggi conta circa 900.000 seguaci. Certamente, sono stati complici del successo anche tutti i duetti realizzati con le sue lezioni di corsivo, un po’ come questi qui sotto:
In questi video Elisa Esposito illustra nuove parole in corsïvîœ, spingendo i suoi “alunni” a duettare con lei e dando persino dei voti. Ed ecco come (quasi) tutta TikTok parla in “corsivo”.
Cosa vuol dire “parlare in corsivo“?
Abbiamo dunque ricostruito le origini di questo trend, ma resta da rispondere alla domanda: ma cosa vuol dire “parlare in corsivo”?
In generale, le regole per parlare un buon corsivo (anzi: cörsivœ) sono riassumibili in tre semplici punti, che vengono descritti bene in questo articolo e che riporto per comodità anche qui:
- Usare un tono di voce fastidiosamente cantilenante, utilizzando, possibilmente, un tono di voce molto (ma molto) acuto;
- Storpiare le vocali, specialmente aprendo quelle chiuse;
- Aggiungere una “I” prima della fine della vocale finale.
Di recente anche l’Enciclopedia Treccani online ha voluto dedicare un articolo alla definizione, possiamo dire letteralmente “da manuale”, del “corsivo parlato”:
“[…] parlare corsivo” (anzi cörsivoe), ossia di una particolare modalità di pronuncia e di intonazione dell’italiano che sarebbe tipica di alcuni (o meglio, alcune) parlanti piuttosto snob di area settentrionale. Si tratta di una dizione, modificata rispetto allo standard, che riguarda la fonetica (le vocali, specie le finali, vengono allungate e distorte) e i tratti soprasegmentali (accento e intonazione: quest’ultima, nasalizzata, sale al registro acuto) che corrisponde, grosso modo, al vecchio birignao (voce onomatopeica) di ambiente teatrale, con riferimento alla pronuncia affettata di attori (e attrici), spesso imitata a scopi comici e parodistici, con precedenti anche storici (la “Signorina Snob” di Franca Valeri, certi personaggi di Paola Cortellesi, eccetera)
Tra i vocaboli più gettonati e ricorrenti dello stile corsivo, abbiamo sicuramente amïo (“amore”), vërificæ (“verifica”) e l’immancabile “alünnæ” (alunna”).
Insomma, imparare a parlare bene in corsivo è piuttosto facile, basta solo fare un po’ di pratica, amïo.
Da TikTok ad Alexa, tutti parlano in “corsivo”
Come oramai spesso accade, ciò che succede sui social media non resta sui social media. Ecco quindi come il trend si è diffuso velocemente da TikTok agli altri social, fino a contagiare anche Alexa, l’assistente vocale di Amazon.
TikTok parla in “corsivo”, come hanno reagito i Boomer a questo nuovo trend?
Come c’era da aspettarsi, in poco tempo il trend del corsivo è approdato anche in televisione. Infatti, il 17 giugno Elisa Esposito ha partecipato al programma Propaganda Live sulla 7, dando le sue consuete lezioni di “corsivo”. Inoltre, ha anche interpretato un discorso pronunciato da una nota leader politica italiana, già protagonista di altri trend virali e ilari, totalmente rivisitato in salsa corsivo.
Neanche a dirlo, la risposta è stata una valanga di indignazione. Infatti, nel momento stesso, o comunque poco dopo, che il discorso fosse trasmesso, su Twitter è impazzata la polemica. A scatenarsi, sono stati soprattutto coloro che, non usando TikTok, non hanno saputo interpretare correttamente la partecipazione della ragazza. Dal canto suo, anche Elisa Esposito è apparsa visibilmente emozionata e in imbarazzo.
In seguito alla polemica sollevata, Elisa Esposito ha pubblicato un video su TikTok in cui spiega che “nella vita di tutti i giorni usa un tono di voce normale”. Con buona pace di chi credeva che non fosse così..
Quando il corsivo incontra il real time marketing: Ryanair e la sua campagna in “corsivo“
Se da una parte qualche boomer fatica a capire che cosa vuol dire “parlare in corsivo”, dall’altra questo vero e proprio attuale fenomeno di costume, non è sfuggito agli occhi dei team creativi di varie aziende. Ecco dunque come alcune di esse hanno riproposto il corsivo in salsa di real time marketing, con alcuni esempi davvero ben riusciti. Il primo tra tutti? Lui, il profilo TikTok di Ryanair:
Un altro interessante esempio di uso del corsivo come forma di real time marketing viene dalla start-up di psicologia online Unobravo, che ha realizzato questo post, in linea con la sua comunicazione seria, ma allo stesso tempo giocosa:
Meme sul corsivo di TikTok
Naturalmente non potevano mancare anche i meme in e sul corsivo, che infatti hanno spopolato sui social. Qualora non abbia ben chiaro di che cosa si tratti (quasi impossibile!), ecco qui un articolo che spiega molto bene che cosa sono i meme e quali sono i dieci meme più famosi della storia. Ecco due dei meme più divertenti a tema “corsivo” pubblicati sul web:


TikTok parla in “corsivo”, voi avete già preso lezioni?
Ricapitolando, la parlata in “corsivo” non è altro che un trend nato sui social dalla mente di una (o più) creator che hanno saputo sfruttare bene un fenomeno già in voga da qualche tempo e che ha incontrato l’interesse dei Gen Z e non solo. Di certo non si tratta di un’intuizione realmente originale, semmai la bravura di chi l’ha reso celebre è stata quella di saperlo cavalcare e adattare alla grammatica di TikTok.
Tra l’altro, al momento siamo oramai in autunno e il trend sembra già non essere così tanto virale come in estate.
Lezioni a parte, siamo davvero tutti capaci di parlare in “corsivo”? La mia risposta è: no. Attenzione, non mi sto riferendo all’abilità tecnica, quanto alla capacità di comprendere un trend che diverte chi bazzica i social e chi, soprattutto, ne capisce le dinamiche.
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Il Corsivo in tendenza: Piattaforme diverse, pubblici diversi
Quello che voglio dire è che Elisa Esposito ha saputo, più o meno in maniera consapevole, creare un personaggio snob, ma allo stesso tempo esplicitamente ironico, capace di diventare virale sulla piattaforma più amata dalla generazione Z. La polemica è sorta perché ciò che nasce sui social si può anche diffondere in tv, ma difficilmente verrà accolto allo stesso modo. Infatti, il pubblico di destinazione dei due media è diverso e, di conseguenza, la ricezione può essere molto diversa. Non ci deve stupire se i boomer, pubblico di riferimento principale della televisione, non hanno saputo cogliere pienamente il fenomeno del corsivo, che invece è stato ben accolto sui social. Insegnare il corsivo (e le dinamiche che vi sono dietro) ai boomer potrebbe essere un’impresa difficile anche per le prof più brave.
Non è un caso, dunque, che il trend sia stato ripreso a livello di marketing proprio dalle aziende con profili social molto attivi, ma non da spot televisivi.
E ora la domanda più importante: ma tu parli in “corsivo”? (Suvvia, so che anche tu hai ceduto alla tentazione di dire amïo almeno una volta).
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