23 Ottobre 2024 3:31
Lucio Dalla | TheGiornale

In ricordo di un grandissimo performer che ha saputo cogliere le sfumature più profonde e contorte dell’animo umano.

Raccontare Lucio Dalla è un’ardimentosa impresa. La sua musica ha attraversato e rotto barriere, confini e spazi generazionali e ci ha fatto sognare a occhi e cuore aperti. Non è facile, pertanto, descrivere questo inestimabile e incredibile patrimonio letterario e umano specie se vita, avventure, storie e incontri sono stati i fulcri fondanti della sua profonda esistenza.

Se qualcuno dovesse descrivere su due piedi chi era Lucio Dalla, si potrebbe considerare a tutti gli effetti un paroliere, un cantastorie, un uomo dalle mille e più passioni che ha fatto confluire nella musica: partendo dall’amore per il basket, il calcio, la Formula 1, amante della cultura partenopea in tutte le sue sfumature.

Lucio Dalla

Lucio Dalla e la vita raccontata in musica

Il suo paradigma era narrare della vita (quella vissuta, quella pensata). Quella vita che vale la pena di esser vissuta e attraversata con tutte le conseguenze possibili.

Per intraprendere questo lungo viaggio è necessario partire da una sequela di brani che possono in parte descrivere l’immensa produzione artistica di Lucio Dalla: ha cantato di giganti, luna park, storie d’amore concrete e impossibili, della sua vita e origini bolognesi in quel ‘4 marzo 1943’ rischiando di esser censurato col titolo Gesù bambino.

Si è arrogato del diritto di raccontare della vita bassa, quella greve, tra il Disperato erotico Stomp e un Tu non mi basti mai ossia tra la pratica imperscrutabile dell’autoerotismo e dell’amore etereo, profondo, ricco di sincerità e passione. Ha saputo narrare di pratiche ritenute poco consone al mondo contemporaneo, che si àncora al diritto di essere considerato moderno e aperto ma appena emerge qualcosa al di fuori dell’ordinario, tutti voltiamo le spalle al diverso al punto tale di abbracciare quella patina resistente di perbenismo e ipocrisia.

Le collaborazioni storiche di Lucio Dalla

Lucio Dalla ha squarciato quella patina con la musica, coi suoi testi, i suoi storici arrangiamenti e le straordinarie collaborazioni che hanno accompagnato la sua carriera (Ron, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, Gianni Morandi, gli Stadio, Samuele Bersani solo per citarne alcune).

Motivi autobiografici e non solo…

Buona parte della produzione del cantautore bolognese riprende aspetti autobiografici tra letture e stralci di racconti di strada; li ha immaginati, vissuti, musicati e li ha impreziositi di particolari che, a prima vista e a primo sentire, non avremmo mai potuto accogliere, accettare e comprendere.
Far prendere vita Anna e Marco, Futura, Caruso, Ayrton, Henna vuol dire musicare e rendere imperituri tanti patrimoni umani diversi e singolari storie dall’unico filo conduttore: il vivere e lasciar vivere con un anelito di speranza.

A volte, quell’anelito può venire meno e ascoltare ‘La sera dei miracoli’ prova a restituire e ricercare un pezzo di noi stessi andato perduto a causa della frenetica quotidianità che ci coinvolge e sconvolge, facendo perdere la bussola e facendo di tutto per non apprezzare e vivere gli attimi, i silenzi e gli sguardi. 



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Canzone può riprendere il filo conduttore del brano appena citato ma facendo particolare riferimento al campo semantico della vista, delle emozioni e dell’amore vivo e ardente lanciando e lasciando palesemente il messaggio “di non restare indifferente e se rimane indifferente, allora non è lei”. Quel messaggio, quell’arte di capitalizzare il dolore, è opera della penna di Samuele Bersani che ha scritto il brano sotto la spinta e il consiglio del saggio Lucio Dalla.

Visioni, mondi vicini e lontani e paradigmi che rimarranno per sempre nel nostro immaginario collettivo.

Questo è Lucio Dalla e in parte siamo anche noi.




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