23 Aprile 2024
Libri in Circolo

Premio Nobel per la letteratura 2021: Sulla riva del mare

Parlare della condizione dei profughi non è mai cosa facile. Eppure, Abdulrazak Gurnah nel suo romanzo Sulla riva del mare (La nave di Teseo, 2021), vincitore del Premio Nobel 2021 per la letteratura, riesce ad affrontare il discorso portando un soffio nuovo ad una tematica ampiamente trattata. Sulla riva del mare è una lettura da non farsi mancare, un libro al contempo delicato e incisivo, attraversato da una nota di ironia amara nei confronti del colonialismo le cui conseguenze, ancora oggi, segnano tragicamente la Storia dei popoli.

Premio Nobel Sulla riva del mare

Premio Nobel inaspettato

Abdulrazak Gurnah è nato nel 1948 a Zanzibar, arcipelago situato ad est della costa dell’Africa orientale che, ad oggi, fa parte dello stato della Tanzania. A causa della persecuzione della comunità araba perpetrata dalla politica di Abeid Karume, ex presidente dello Zanzibar, Gurnah è stato a lasciare il suo Paese a soli 18 anni.

Docente di inglese e di letteratura post-coloniale all’Università di Canterbury, ha scritto dieci romanzi e diverse novelle, ma è rimasto pressoché sconosciuto agli occhi del grande pubblico. Il 2021 è l’anno di svolta. Per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti” Gurnah ha ricevuto in ottobre il premio Nobel per la letteratura.


Sfide di lettura o reading challenge: cosa sono?


Gurnah è uno dei pochi autori del continente africano ad aver vinto il prestigioso Premio Nobel, tradizionalmente molto occidentale: dei 118 vincitori che si sono susseguiti dalla creazione del premio nel 1901, più dell’80% sono Europei o Nord-americani. Gurnah è il quarto scrittore africano ad aver vinto il premio dopo Wole Soyinka, del Niger, nel 1986, Nadine Gordimer, del Sudafrica, nel 1992, e, infine, Doris Lessing, dello Zimbabwe, vincitrice nel 2007.

Premio Nobel Sulla riva del mare
Premio Nobel Sulla riva del mare fonte: Google immagini

Sulla riva del mare: la trama

Il romanzo ruota attorno alla storia di due personaggi, Saleh Omar e Latif Mahmud, che vengono presentati come acerrimi nemici. Omar è un sessantacinquenne mercante di Zanzibar e richiedente asilo in Inghilterra poiché la sua amata isola è in mano a violenti dittatori. Arrivato all’aeroporto di Gatwick mostra un visto non valido che gli era stato dato in patria da Rajab Shaaban Mahmud, padre di Latif, e per questo motivo viene trattenuto dalla polizia. Su consiglio di alcuni conoscenti, Omar finge di non conoscere l’inglese, per essere più “credibile” come rifugiato, diventando un vero e proprio caso per gli assistenti sociali.

Per un cattivo scherzo del destino, l’unico interprete che conosca lo Kisvahili, la lingua di Omar, a cui l’assistente sociale fa ricorso è proprio Latif Mahmud, emigrato anche lui in Inghilterra. Ed è così che si crea l’occasione per un confronto tra i due, non in nome del rancore ma piuttosto della volontà di conoscere la verità dei fatti, di capire il motivo per il quale le loro famiglie siano diventate nemiche.

Entrambi profughi, entrambi lontani da casa, entrambi soli: Sulla riva del mare intreccia le voci di due personaggi in cerca della loro storia.

È così diverso qui che sembra che una vita sia finita e adesso ne stia vivendo un’altra. Forse per questo dovrei dire di me che una volta ho vissuto un’altra vita da un’altra parte, ma adesso è finita. Ma so che la vecchia vita formicola e pulsa con volgare salute dietro di me e davanti a me. Ho il tempo sulle mani, sono nelle mani del tempo, per cui potrei anche render conto di me. Prima o poi ci tocca farlo.

Il libro “Sulla riva del mare” riesce a parlare del mondo di oggi

Con un romanzo che attraversa il tempo e lo spazio, Gurnah è riuscito a tradurre in parole il sentimento di chi, per scelta o costrizione, abbandona la propria terra. Senza ricorrere a sentimentalismi, Omar e Mahmud rappresentano coloro che hanno l’impressione di aver vissuto più vite, costantemente divisi tra un prima e un dopo, un qui e un altrove.

L’efficacia del romanzo risiede proprio nella lucidità e chiarezza con cui i personaggi descrivono la loro esperienza di esuli. Non c’è spazio per moralismi o denunce alla discriminazione. Basta l’insulto di un passante, in apparenza innocuo, nel mezzo della strada per ricordare al lettore la grettezza della società occidentale che persiste nel considerarsi superiore alle altre, come se il colonialismo non fosse mai finito.



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Ed è per questo che consiglio vivamente la lettura di Sulla riva del mare: un libro autentico, originale, che permette di ampliare i nostri orizzonti di conoscenza, trattando di una zona geografica, l’Africa dell’Est, poco conosciuta, che di coscienza.

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