Anche tu, una volta passata la pubblicità in tv, hai pensato: “Ma che cos’è questa nuova app? E perché la stanno spammando così?“.
Oggi cerchiamo di capire insieme perché tutti abbiamo scaricato Vinted, e perché ci piace così tanto la moda second hand.
Partiamo dalle basi, e spieghiamo cos’è Vinted per i novellini. L’applicazione vede la luce in Lituania nel 2019, ma in Italia arriva in concomitanza con la pandemia, il successo sta nell’avere all’attivo 37 milioni di utenti, molti dei quali atterrati sulla piattaforma in poco tempo.
Vinted ha un solo scopo ovvero: consente di comprare e vendere abiti di seconda mano, con un guadagno netto e senza tasse o iva.
Spopolato grazie, anche, allo spot televisivo, da marzo 2020 in poi, 7 italiani su 10 hanno comprato e venduto usato sull’applicazione.
Potrei dilungarmi sulle magie della comunicazione broadcasting e sulle prodezze del mass marketing, però prima partiamo da un’analisi sociologica di base. E quindi perché tutti abbiamo scaricato Vinted?
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Cosa c’entra la GenZ con il perché tutti abbiamo scaricato Vinted?
Te lo dico subito. Qualche tempo fa il vintage era visto come una lussuria da negozi parigini o come ultima spiaggia per lo shopping conveniente. Oggi, invece, è passata da nicchia a fenomeno di massa. Forse un po’ grazie ai social e forse un po’ grazie alla coscienza comune e ambientale.
Stiamo vivendo, infatti, un’epoca fatta di crisi climatica e ricerca spasmodica di rimediare agli errori del passato. Uno dei rimedi che si sta escogitando è la regola della R, che si può applicare, inoltre, alla moda. Riuso, Riutilizzo e Riciclo. Tutto può avere una seconda chance e tutto deve averla. Com’era quel detto?: “Come avete fatto a stare insieme per cinquant’anni nonni?. Noi abbiamo vissuto in un’epoca in cui le cose si riparavano quando venivano rotte e non buttate via“
A quanto pare coloro che prendono alla lettere la “nuova” regola aurea sono, proprio, coloro che fanno parte della GenZ (insomma i nati tra la fine degli anni ’90 e la fine del primo decennio degli anni 2000). E potrebbero esser coloro in grado di risolvere, almeno in parte, tanti dei drammi attuali.
Spesa zero-waste: tutti i prodotti che non sapevi di poter comprare sfusi.
La consapevolezza che mancava:
La spiegazione noiosa e accademica per questo ritorno al Vintage della GenZ è: i genitori di questi ragazzi non sono i permissivi Baby Boomers, ma gli appartenenti alla GenX: persone che hanno vissuto la recessione del ‘92 proprio nel momento clou in cui si affacciavano al mondo del lavoro, crescendo di conseguenza i propri figli in modo più autorevole e indipendente.
Così sono venuti fuori giovani determinati, pragmatici, che non aspettano si manifesti un cambiamento uscito dal nulla, ma anzi lo ricercano attivamente in prima persona, lavorando in prima linea per metterlo in atto.
Ma c’è altro. Non conoscendo il mondo pre-11 settembre, questa GenZ sembra aver fatto proprio un senso comune d’incertezza e insicurezza che la spinge verso un consumo più sobrio e consapevole.
Ma a cosa differenzia loro dai Millennials, nonostante la frazione di tempo minima che intercorre tra i loro anni di nascita? Hanno un occhio più attento alla sostenibilità ambientale rispetto ai ragazzi nati agli inizi degli anni ’90 e sembrano essere più propensi e ad avere più consapevolezza nel sostenere piccoli rivenditori locali o brand rispettosi dell’ambiente. In effetti quando fa figo dire: “Ah questo? L’ho comprato in quel negoziuccio in centro, pezzo unico eh.”
Se anche Zalando ha appena aperto una sezione second hand qualcosa vorrà dire no?
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Uno degli altri motivi per cui questi ragazzi sembrano essere così consapevoli e attivisti verso i nuovi credi, è il fatto di essere nativi digitali. Ovvero i giovani fra i 15 e i 24 anni oltre ad essere nati con la tecnologia in mano, quanto fa anziano dire una cosa del genere?, usano i social e internet quotidianamente come primo mezzo di informazione.
Lo sapevi che Facebook potrebbe superare le maggiori testate giornalistiche online per condivisione e consumo di notizie last-minute?
Essendo cosiddetti “nativi digitali” (coloro che non hanno mai conosciuto il mondo pre-internet), non possiamo parlare di quelli della GenZ, senza mettere in evidenza il loro rapporto col web e, in particolare, con lo smartphone. E qui arriviamo alla parte divertente delle spiegazione, sociologica, del perché tutti abbiamo scaricato Vinted.
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Instagram e Tiktok definiscono le identità virtuali e i trend
Tenendo in mano lo smartphone in media dieci ore al giorni, è ovvio che la propria identità venga costruita, anche, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, ma non solo identità, nascono comunità (virtuali) e trend che spopolano on e off line.
Una di queste? La moda del Vintage che non sembra più essere uno spauracchio “per vecchi”. Potremmo dare la colpa al ritorno senza vergogna degli anni ’90 grazie a TikTok e alle canzoni che ci riportano indietro alle prime volte in discoteca sulla spiaggia e potremmo dare la colpa perfino a Instagram e agli influencer, i quali hanno creato imperi sul fashion datato.
Ma attenzione i primi influencer per i giovani digitali sono le persone che ogni giorno incontrano sui social. Non bastano solo più le celebrità a sponsorizzare le modem non tutti hanno competenze reali, la Genz si fida, principalmente, di coloro che hanno vissuto e hanno esperienze reali di ciò di cui parlano. E potrebbe essere chiunque.
Per questo, un fenomeno sociale che sta spopolando sul web è quello della figura del reseller. Chi è costui? Qualcuno che ha adocchiato l’occasione, probabilmente la rende propria con una custimizzazione e la rivende.
Non parliamo di rivenditori e negozi (o almeno, non solo loro), ma persone che su IG hanno creato una vera e propria community attorno al proprio profilo, fidelizzata grazie a drop ovvero piccole selezioni di capi e accessori, scelti tra mercatini, new old stock e fornitori e opportunamente “rimessi in forma”. Vi ricordate di BaroneOstu?
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Il perché tutti abbiamo scaricato Vinted?
Quindi arrivati a questo punto potremmo dire che tutti abbiamo scaricato Vinted per una morale ambientale che ci sta riscoprendo in questo periodo, l’abbiamo scaricata per combattere il mondo del fast fashion, oltre ad essere non inclusivo risulta essere inquinante sia dal versante umano che da quello ambientale, perché quella della second hand è una moda che ritorna e che non stancherà tanto facilmente e perché, diciamocelo, quello che guadagni con Vinted te lo metti direttamente in tasca pronto ad essere speso per la prossima sessione di shopping. L’abbiamo scaricato per essere al passo con i tempi e per essere sempre e comunque quelli fashion, qualunque cosa accada.