Barchette di carta
Siamo fragili, simili a barchette di carta. Ci hai mai fatto caso?
Ognuno con le proprie pieghe, fogli stropicciati da scrivere, fogli di brutta da riciclare.
Zuppi d’acqua, cerchiamo di resistere alla gravità, cerchiamo di non affondare.
Ci facciamo accompagnare dalla corrente, fin dove gli occhi ci riescono a guardare.
Poi, diventiamo un sorriso, un chissà fin dove arriverà.
Ci dovresti scrivere un desiderio dentro alla tua barchetta, lo sapevi?
E se resiste finché la riesci a vedere, ci puoi sperare.
Allora vorrei, essere la tua barchetta, che se mi guardi con occhi diversi sembro un cappello da imbianchino.
Ma va bene lo stesso, sembro diverso, scusa per sto casino.
Però vorrei, scrivessi su di me i tuoi desideri.
Trovarli tra le mie pieghe, incisi nelle mie rughe.
E mi impegnerei, per resistere all’acqua, per stare a galla tra la corrente.
Proteggerei i tuoi segreti, in mezzo alla gente.
E se dovessi finire giù, non sarebbe una novità.
Sono abituato ad annegare, ma ho imparato a respirare, sott’acqua, che faccio acqua, da tutte le parti.
Lì, dove tu hai smesso di accarezzarmi.
Buchi, come le mele ed i bruchi.
Le barchette di carta, origami per principianti.
Le tue mani si muovono su di me, eleganti.
Come dita sulla carta, che se non fai attenzione ti taglia.
Che mi macchio di te.
Che poi, siamo noi.
Barchette di carta in mezzo all’oceano.
Desideri che resistono al destino.
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