Punto e virgola
Ho una passione per ciò che si perde, per quelle cose che con il tempo vengono dimenticate ed ogni tanto ritornano. I modi di dire, i tempi verbali che cadono in disuso, o chessò, la punteggiatura. Il punto e virgola mi è sempre stato simpatico, ad esempio.
Che già quando c’era stato insegnato ci avevano detto: cadrà in disuso a breve, ma è giusto sapere che esiste.
Il punto e virgola descrive, non so se te ne sei mai resa conto, io sopra di te. Sono due segni diversi, che s’incontrano in mezzo, si uniscono e danno vita ad una nuova forma di respiro. Una pausa, un ritmo di lettura diverso, il tempo di un sospiro.
Come le mie labbra sopra al tuo collo, il punto e virgola pare avere lo stesso valore.
Non si toccano ma viaggiano insieme, si danno la mano con il bianco di mezzo, a metterci quel significato, quella sbavatura. Funge come congiunzione, nonostante questo, nonostante tutto.
Mi piace, il punto e virgola, quasi quanto mi piaci tu. Quelle rare volte che lo trovo ancora negli scritti mi ricorda l’emoticon e mi fa sorridere, quasi quanto ci riesci tu. Mi fa sentire meno solo, quando si palesa tra le righe di punto in bianco e torna ad essere vivo, un po’ come fanno le tue labbra sulle mie, ci danno un senso, dopo tanto tempo.
Allora ti dedico la mia punteggiatura, anche questa. In ogni forma, in ogni segno.
A te che sei, un punto e virgola in ogni sogno.
Hai voglia di andare a dormire con una nuova buona notte? Segui TheGiornale