Sono tornato
Poi, ci sono tornato. Mi ci è voluto del tempo, lo ammetto, ma ce l’ho fatta.
Sono tornato nei posti dove c’eravamo lasciati, lì dove le nostre mani avevano giocato a rincorrersi per piccoli minuti che al tempo erano sembranti decenni. Mi sono perso nelle strade dove ti avevo rubato un bacio, uno di quelli che ha il sapore del cioccolato. Sono ritornato nei momenti, quelli che avevo ritagliato per entrambi, nei ricordi fatti per due. Dove uno si sommava con l’altro e smetteva di riconoscersi al di fuori di quel noi.
Ho spostato i miei occhi, per tanto tempo. Li ho tenuti lontani da altri sguardi, avevo smesso di guardare, ma solo perché non c’eri più tu da vedere.
Avevo scelto, d’essere cieco, incapace di carpire colori e sensazioni. Incelofanato come le nostre emozioni, tenute lontane dal sole, nascoste dalla portata di chiunque tentasse di farmi provare qualcosa di simile.
Ed è passato tanto tempo, così. Senza sapere chi fossi io, chi fossi tu. Insomma, senza volerne sapere.
Perché la paura fa tremare, è vero, ma l’amore quando se ne va rende incapaci di muoversi.
Sono tornato a sorridere, sai?
L’ho fatto per sbaglio, quasi di riflesso. L’ho fatto anche se non ci credevo, mi è venuto bene lo stesso. Mi sono messo accovacciato, finché qualche stolto non ha deciso d’abbracciarmi, di provarci lo stesso. Mi sono sciolto, come un ghiacciolo tenuto per troppo tempo in mano. Ed hanno leccato le mie ferite, come si fa con i bastoncini di legno che tengono quel ghiaccio colorato.
Morsicchiato, così.
Ho sentito il solletico, sono tornato a sentire anche quello.
Sai quand’è che siamo predisposti a soffrire il solletico? Quando non ci pensiamo. Allora te lo posso dire, sono tornato ad essere felice, ma solo perché non ci stavo pensando. Ed ora, adesso, non voglio più smettere di ridere così, nell’abbraccio di qualcuno che sappia rendermi leggero.
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