28 Marzo 2024
Viaggi

Raimondo di Sangro: un principe eclettico a Napoli

Se amate Napoli, città fantastica baciata dal sole e accarezzata dalla spuma del mare, non vi scordate di visitare la Cappella Sansevero. Il museo si trova nel cuore del centro antico di Napoli, nelle vicinanze della piazza San Domenico Maggiore. Qui si intrecciano le vicende di Raimondo di Sangro (1710-1771) principe di Sansevero vissuto nel XVIII secolo, che ancora oggi suscita curiosità e interesse per l’aura di mistero che circonda la sua figura. 

La famiglia illustre

Il 30 gennaio del 1710 Cecilia Gaetani d’Aragona, moglie del principe Antonio di Sangro principe di Sansevero, diede alla luce Raimondo nel ducato di Torremaggiore in provincia di Foggia. I genitori del nuovo arrivato vantavano una discendenza di antico lignaggio. La madre figlia di due intellettuali, precursori dei primi fermenti ideologici legati all’Illuminismo, a meno di un anno dal parto morì. Il padre, figlio di Paolo di Sangro (Grande di Spagna) e della principessa Geronima Loffredo, dopo la morte della moglie si ritirò in convento e abdicò in favore del figlio. La stirpe dei di Sangro discendeva da Carlo Magno e vantava parentele con abati, santi e pontefici. La famiglia era legata anche al potentissimo Ordine Benedettino e tramite san Bernardo ai Templari.

Raimondo di Sangro: il principe di Sansevero

Raimondo di Sangro, principe di Sansevero era duca di Torremaggiore, marchese di Castronovo, principe di Castelfranco, cameriere privato di Carlo di Borbone, cavaliere del Supremo Real Ordine di san Gennaro. Di statura contenuta, aspetto gentile, sguardo sincero e fanciullesco era stimato dal potere temporale per parte di Carlo di Borbone, e da quello spirituale nella persona di Benedetto XIV. Il motivo è da collegare alla sua condizione nobiliare, ma anche ai suoi modi gentili e garbati. Non era solo un filosofo, ma anche un esperto di chimica e fisica. Educato dai nonni paterni, studiò in un collegio di gesuiti, dove cominciò a manifestare interesse per tutto lo scibile. Uscito dal collegio, all’età di vent’anni, ottenne un permesso speciale dal Papa per leggere i libri che la Chiesa riteneva proibiti.

Raimondo di Sangro principe di Sansevero
Raimondo di Sangro –
fonte Museo Cappella Sansevero

Luci e ombre

Raimondo di Sangro era una sorta di dottor Jekill e mister Hyde. Durante il giorno si buttava a capofitto sui libri, ma di notte compiva gli esperimenti più bizzarri. I rumori che provenivano dalla sua casa echeggiavano nei vicoli di Napoli, dove si diffuse la voce del suo un legame col demonio.

Nel suo laboratorio tutto quello che la natura crea, veniva ricreato da lui. Le sue conoscenze di alchimia gli permisero di rendere il marmo duttile. Emblematico in tal senso è il Cristo velato, di che si può ammirare nella Cappella di Sansevero a Napoli. Il velo che ricopre il corpo del Cristo è stato realizzato mediante la marmorizzazione di una stoffa, che forma un tutt’uno con la statua. Particolari sorprendenti sono i ricami nel velo, ma più di tutto il fatto che dalla sua trasparenza si scorgano i segni dei chiodi, delle vene e del costato.

Il Cristo velato: scultura di marmo realizzata da Giuseppe Sanmartino, giovane artista napoletano incaricato Raimondo di Sangro.
Il Cristo velato – fonte meisterdrucke

Gli esperimenti bizzarri del principe Raimondo di Sangro

Ancora più sorprendenti sono le machine anatomiche, cioè due corpi (uno maschile e uno femminile contenente un feto) privi dell’involucro esterno, dai quali è possibile vedere tutto l’apparato circolatorio e gli organi interni. Non si sa con certezza se i corpi, appartenuti a due domestici, fossero ancora vivi prima di esser sottoposti all’esperimento. Una sostanza a base di mercurio, iniettata dal principe nelle rispettive aorte avrebbe fissato il loro sistema circolatorio rendendolo ancora oggi intatto.

Per la riuscita dell’esperimento il cuore doveva pulsare ancora, però non è improbabile che sia stata somministrata loro un’ulteriore sostanza dopo essere morti, una sorta di elisir di lunga vita, per riattivare la loro circolazione. L’apparato circolatorio dei due corpi sarebbe stato ricostruito con cera d’api e filo di ferro. In ogni modo sorprende la fedele riproduzione del sistema del sistema arterovenoso frutto di conoscenze avanzate e, secondo alcuni ricercatori non è da escludere che siano state iniettate loro di sostanze metalliche pietrificanti.

  • La macchina anatomica uomo
  • La macchina anatomica donna

Illusione o realtà?

Raimondo di Sangro, dopo una lunga serie di esperimenti arrivò alla conclusione che fosse possibile ritornare in vita dalla morte, così decise di sottoporsi a un terribile esperimento. Ingerì una misteriosa sostanza, che dopo un certo periodo avrebbe dovuto riportarlo in vita. Per di più, ordinò al suo servitore di fiducia di fare a pezzi il suo corpo e di conservarlo in una cassa, che avrebbe dovuto riaprire dopo qualche tempo, per fare agire la sostanza.

Per non insospettire i suoi familiari, organizzò loro un viaggio, e scrisse delle lettere che il servitore avrebbe dovuto spedire ogni volta che ne giungeva una da parte loro. Purtroppo la casualità rovinò i suoi piani: una folata di vento le sparpagliò e il servo analfabeta le spedì a casaccio. I familiari insospettiti dalle strane risposte tornarono a casa e fecero la macabra scoperta. La cassa venne aperta prima del tempo e l’esperimento andò in malora. Era il 1771: secondo le dicerie popolane, da allora l’anima del principe vaga nei vicoli di Napoli e qualche volta si diverte a fare dei dispetti.



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Raimondo di Sangro e il legame con la Massoneria

Il principe faceva parlare di sé non solo per le sue strane attività, ma anche per il legame con la Massoneria. Quando entrò a farne parte nel 1735, non si curò della scomunica del Papa ai danni dell’Ordine massonico. In quel periodo nel Regno di Napoli le Logge erano in piena espansione. Divenuto Gran Maestro diede una Costituzione massonica alle Logge napoletane, che stampò nella sua tipografia.

Nel 1751 un editto di Carlo di Borbone, promosso dalla Chiesa, mise al bando la loro attività perché ritenuta pericolosa per l’ordine pubblico. Le pressioni della Chiesa e il rischio di essere sottoposto al tribunale dell’Inquisizione, lo indussero a sconfessare la sua appartenenza massonica e consegnare al re una lista con i nomi di tutti gli affiliati. I suoi compagni lo accusarono di tradimento.

La Cappella di Sansevero è ricca di simboli della Massoneria
La Cappella di Sansevero – fonte Museo Cappella Sansevero

Raimondo di Sangro e i Fratelli

Raimondo di Sangro, principe di San Severo in una delle sue Allocuzioni, durante la sua attività di Gran Maestro della Massoneria rivolgendosi ai Fratelli:

«… Fratelli qualunque sia la Nascita, il Rango e la Fortuna Noi siamo tutti uguali,
Figli della Provvidenza.
Solo la Virtù e il Talento ci possono distinguere.
Fratelli Noi dobbiamo essere uomini retti, semplici, fedeli, veri.
Il Tempio che dobbiamo costruire è relativo alla Virtù e i grossolani strumenti di cui
facciamo uso non sono che simboli della sua architettura spirituale.
Fratelli non avviliamo i nostri misteri comunicandoli ai profani; nessuna Virtù è più
necessaria della Discrezione. Non è mai troppo Fratelli invitarvi al segreto…
».

Se vi trovate a Napoli e volete approfondire la conoscenza di Raimondo di Sangro non dimenticate di programmare una visita alla Cappella di San Severo, nelle vicinanze di Piazza San Domenico. Vi immergerete in un mondo misterioso. Resterete affascinati e apprezzerete di persona i suoi esperimenti bizzarri e straordinari.


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Carla Pisu

BIO Sono nata a Cagliari il 3 settembre del 1972. Vivo a Grosseto dal 2003, ma le mie radici sarde sono ancora robuste e attendono di essere ricollocate nel loro habitat naturale. Cucino, impasto, mangio, osservo, fotografo, leggo, scrivo, ballo. Il mio pregiudizio: quello verso il pregiudizio. Mi piace immaginare la diversità come una gabbia in cui rinchiudere chi non ha rispetto dei diritti altrui.

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