Bruchi e farfalle
Una delle cose che mi affascina di più in ambito scientifico riguardante il concepimento dell’essere umano è lo stato in cui il feto è ancora alla prime armi. Mi fa sorridere sapere che inizialmente siamo tutti uguali, non vi sono bruchi o farfalle. Solo piccoli cuori che battono forte, desiderosi di affrontare il mondo lì fuori.
Metaforicamente, potremmo vederci tutti come dei bruchi. Piccoli esseri che a fatica navigano il mondo, si fanno strada lentamente verso il fiore migliore, quello giusto da scegliere per provare a trasformarsi.
Il luogo giusto dove sentirsi protetti, il posto in cui affidiamo poi le nostre speranze, colui che ci trasformerà e ci renderà capaci finalmente di volare. Le farfalle, coloro che ogni giorno speriamo di sentire nel nostro stomaco. Il bacio dato, il sorriso spontaneo e la mani che sudano stringendosi forte.
L’amore somiglia a tutto questo, non trovi?
Perché mette le ali, in qualche modo. Ci rende capaci di sopportare il buio, come fanno i bruchi dentro quel bozzolo. L’amore è la nostra metamorfosi, colei che ci renderà per sempre diversi. Ci trasforma inevitabilmente in qualcosa di migliore e ci obbliga ad essere stupendi. Dipinge i nostri occhi, simili alle ali delle farfalle. Obbliga a stare con il naso all’insù, a guardare le stelle.
Delicati, ci spezzeremo le ali, perché le farfalle vivono un solo giorno. Troppo belle per essere per sempre, anche se noi ci ostiniamo a credere che l’amore sia così, per sempre.
L’amore è infinito, non per sempre. Una costante meravigliosa che cessa d’esistere quando ci ostiniamo ad essere bruchi, tornando a strisciare, rinunciando a volare.
Lì fuori ci sono due modi per vivere l’amore, o da bruchi o da farfalle. Qualunque scelta tu faccia, sappi che io sceglierò d’essere il tuo fiore, il primo destinato a vederti prendere il volo.
Perché l’amore è anche questo, ammirazione.
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