Era meglio
Ci arrivi sempre dopo, quando ormai l’attimo è passato, fuggito via di corsa. Quando il bacio è andato perduto, quando il latte è versato. Era meglio, ma ora è così.
Meglio portarsi l’ombrello, che poi vieni a provare, che non hai messo neanche le scarpe adatte, hai il cuore rotto, passa acqua da queste fitte.
Era bello, quando il sorriso non era dovuto, obbligatorio, quando il ci facevano il solletico e costringevano a scappare via per non ridere.
Più spontaneo, chiedersi con la voce tremante se ti amo e te che mi guardavi come fossi scemo. Genuino, le cena al Mc Donald’s e le corse senza casco in motorino.
Il sudore della palestra, l’ora di ginnastica, il muro degli spogliatoi e quel suca scritto in grande accanto alla svastica.
Eri meglio, prima che non capivi, che se uscivi con gli amici non ci pensavi, quando bevevi litri d’alcool e il giorno dopo non ricordavi. La strada fatta, lei che urlava alla gente come una matta, i pantaloni strappati da una caduta, il tramonto al mattino, te che aspettavi il pullman ad una fermata cancellata e ti chiedevi perché non passava.
Era meglio se non provavi, a fumare quella sigaretta, a crescere così in fretta, vedere quel film che faceva paura, o se mettevi la cintura.
Sempre meglio, però poteva andarci peggio. Potevamo diventare ubriachi, ladri o barboni.
Così abbiamo cominciato a dire in giro quanto sia brutto il mondo là fuori. Abbiamo nascosto i nostri cuori, abbiamo smesso d’elemosinare un po’ d’amore, ci siamo costretti a rubare l’amore per poi doverlo restituire.
Allora si, era meglio. Ora che non sai più parlare, che sarebbe stato meglio restare chiusi in camera per tutta la vita, a fare l’amore.
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