16 Ottobre 2024 9:59
gucci - thegiornale.it

Quello messo in scena da Gucci per la prima sfilata della Milano Fashion Week  è stato un vero e proprio set cinematografico. Grazie alla creatività di Alessandro Michele che ha portato in passerella i cyborg con sfondo una vera e propria stanza operatoria.

 

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Asettica chirurgia

Nel Gucci Hub nella periferia di Milano è stato allestito un ospedale per l’occasione. Il direttore creativo del brand spiega la sua scelta, affermando che per lui ogni creazione è come un’operazione chirurgica per dare nuova vita ai tessuti. Tra le varie sale operatorie sfila il Manifesto Cyborg di Gucci. Questo è un ibrido che supera dualismi e opinioni divergenti. L’esperimento da laboratorio di Gucci è una creatura paradossale che incorpora identità multiple e che sfugge agli schemi.

 


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Tra lettini e luci da sala operatoria sfilano lunghi abiti in velluto, felpe, giacche in tweed, gonne a pieghe, jeans used e pellicce ricoperte di tulle in un mix and match  che racconta tempi e luoghi diversi, testimoni della varietà dell’oggi.

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Dietro alla sfilata di Gucci

L’azzardo dello stilista è stato carpito dal tema dell’identità ispirato dalla Teoria Cyborg della filosofa e docente statunitense Donna Haraway. La filosofa appartiene ad una branca del pensiero femminista che studia il rapporto tra scienza e identità di genere. Modelli e modelle, infatti, hanno sfilato con teste mozzate, alter ego, come accessori. Insieme anche piccoli draghi ispirati ad un racconto inglese creati da Makinarium, un’azienda italiana che ha curato gli effetti speciali di molti film importanti.

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Dietro alla sfilata allora il messaggio è stato questo: l’identità e l’invito a non uniformarsi, ad amare le differenze a celebrare la propria unicità.

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Il tutto contornato da paillettes

In un tripudio di paillettes, ricami, stampe old school, come i tipici giubbotti dei New York Yankees, abbinati a giacche check, tartan, passamontagna e sneakers multiaccessoriate. Le creature diverse e bellissime di Alessandro Michele incantano e raccontano una storia d’amore e accettazione, con abiti di seta lunghi e leggeri, portati sotto meravigliose cappe “porta abiti” in tulle color carne etichettato Gucci.

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I Millennial conquistano Gucci

La signora borghese sarà rimasta disorientata davanti alle luci al neon di Gucci. Sì, perché il nuovo target sono i Millennial che attraverso i social network e le piattaforme tecno sono stati catturati dalla maison italiana così da far da specchietti per le allodole per le ”sciure” così che si (tra)vestino da giovani. Altroché la noiosa fashion week newyorkese e la scolastica londinese, qui, a Milano che il tutto si fa strano e innovativo.

Tutto perfetto, efficiente, disturbante quanto basta per farci desiderare la collezione. Vale tutto, ma proprio tutto per Alessandro Michele.

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