8 Dicembre 2024 13:31
LA BUONA NOTTE di Rab - TheGiornale.it

Io ti perdono

Volevo dirti che va bene così, anche se mi hai ferito e neppure l’hai capito. Che tanto non posso fermarmi a spiegarti il male che mi hai fatto, temo tu non possa capire. Io ti perdono, non ti dovrai preoccupare se per sbaglio non mi dovessi vedere sorridere.

Tanto la gente ferisce di continuo, elargisce sentenze. Tutti giudici con i peccati altrui, tutti contabili se i conti non sono i propri, tutti capaci d’essere i migliori se il peggiore devi essere tu.

Anzi, ti chiedo anche scusa se ti perdono. Perché il mio perdono ti farà sentire nel giusto, probabilmente penserai d’aver fatto bene, non t’accorgerai d’aver straziato una volta di più le mie vene. Slegate come il mio sorriso, che fatica a ritrovarsi in assenza del tuo appoggio.

Io ti perdono, pensando che avresti potuto anche fare di peggio.

In bocca, come l’amaro che non riesce ad andare via. Preghiera che muta in condanna, tu, la mia.

Retrogusto di sconfitta, incapace di capire o vogliosa di ferire. Quale tra queste è la tua abilità migliore?

Forse con il tempo hai imparato a nutrirti del mio dolore, del mio cuore esanime, sei diventata brava ad uccidere anime.

Sai, sbagliando s’impara, così dicono. E di questi tempi pare che la gente si diletti un po’ troppo in questa arte, così d’aver dimenticato come si facciano le cose.

Incapaci di fare l’amore, loro. Incapaci di volerci bene, noi. Non potete capire, poi: quante volte le persone sono costrette a fuggire perché le fate soffocare, voi che siete acqua salata, noi, costretti ad affogare nel vostro sale.

Ed io ti perdono, ti dedico il mio pianto.

Tu che per questa notte resterai unghia mangiata, cuore duro come il cemento.

 

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