Quello appena andato in scena a Parigi è un sogno che si chiama Haute Couture. Durante le sfilate di questi giorni si sono viste le prossime tendenze primavera-estate 2018.
Cos’è andato in scena?
Chi dice che la moda non è una cosa seria non ha visto le creazioni fatte di sperimentazione e savoir faire artigiano che ha caratterizzato la collezione di Dior. A firmare queste opere d’arte è stata Maria Grazia Chiuri, da un anno e mezzo alla direzione creativa della maison Dior.
La parole d’ordine a cui si è ispirata tutta la raccolta è stata ”Surrealismo”, infatti a questa si rifanno i minuziosi e spettacolari particolari dei capi. La gabbia, protagonista di tante opere di quel periodo, si è trasformata in corsetti di tessuto tubolare. Le pieghe degli abiti da sera diventano pagine, invece le piume disegnano motivi fuori scala in bianco e nero. Un omaggio alla carismatica personalità di Leonor Fini, poliedrica artista e amica di Salvador Dalí, e dello stesso Christian Dior.
Il comandamento per Chanel è stato romanticismo. Karl Lagerfeld ci proietta in un giardino fiorito, facendo sfilare romantiche mademoiselle con veletta tra rose, gelsomini e la grande fontana allestita al Grand Palais. Garbo e raffinatezza il tema della griffe, che sceglie il rosa come colore star della collezione, strizzando l’occhio alle millenials che non vogliono rinunciare al (buon) gusto di capi senza tempo.
Haute Couture, il cielo per Armani:
Le sfumature del cielo sono invece il fulcro della sfilata di Armani Privé, un rimando alla leggerezza con vaporosi micro dress, blazer con revers decorati, tubini e abiti-nuvola.
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Per la collezione di Armani, oltre ad essere ispirata dal cielo, lo è anche da Antigua, ritiro dello stilista che si trasforma in qualcosa di tangibile e fatato. Il make-up, elaborato e stupefacente come una sfilata di Haute Couture richiede. Gli occhi paradisiaci che riassumono ombretti blu, azzurri, verdi erosa in una miscela calibrata. Moltissima cipria e altrettanto blush per regalare alla pelle un tocco etereo. Labbra “matte”, dove è stata applicata ancora della cipria.
La più piccola delle modelle ha solo 3 anni ed è la primogenita di Coco Rocha, modella e musa dello stilista Jean Paul Gaultier. Mamma e figlia indossano uno degli abiti scultura della collezione-tributo agli anni ‘80, tra fantasie optical, maxi spalline e coloratissime paillettes.
Ritorni, grandi assenti come Versace e debutti importanti, come quello di Clare Waight-Keller da Givenchy, alla sua prima prova con l’alta moda. Prova decisamente superata grazie all’approccio moderno che reinterpreta l’identità stilistica del marchio senza stravolgerla. Grazie al raccordo tra l’opulenza delle texture al minimalismo formale.
Chiude in bellezza, è proprio il caso di dirlo, Pierpaolo Piccioli con una standing ovation da parte del pubblico per tutto l’atelier Valentino. Ogni abito porta il nome di chi lo ha realizzato, un omaggio dovuto secondo il direttore creativo che afferma di essere fiero di portare avanti questa bottega d’arte che con le mani degli artigiani portano avanti storie che hanno il potere di cambiare gli abiti.
Che sia stata l’organza, i fiori di Chanel o le storie di Valentino sicuramente questa fashion week di Haute Couture ci ha trasportati in mondi fantastici fatti di sogni onirici arricchiti da nuvole rosa.
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