Non sarebbe male
Camminando tra i sentieri della nostra mente risulta semplice constatare quanto sia premura di tutti trovare la felicità. Certo, non sarebbe male fosse una cosa facile da ottenere, ma poi come faremmo?
Noi che ci nutriamo di disagi, e se non ne abbiamo abbastanza ci andiamo a nutrire di quelli altrui. Sarebbe quasi semplice vivere solo per muovere le labbra e sorridere, ma in fondo al cuore sappiamo che non è possibile.
La felicità è un per sempre venduto per l’adesso, solo che è impossibile essere felici in ogni momento. Credo che la felicità vada misurata in coriandoli. O meglio, andrebbe paragonata al lancio dei coriandoli. La mano che fruga nel sacchetto. Lo sguardo che si finge distratto prima di colpire il bersaglio. Gli occhi che si chiudono prima del lancio, che vanificano la mira presa poco prima. La mano che da stretta diviene aperta. Il cuore che di colpo inizia a battere forte come un lavandino rotto nel bel mezzo della notte. E poi, quella marea di colori che si spaccano addosso alla preda. Quella felicità sudata che resta incollata alla fronte bagnata da una corsa.
Che dopo un po’ si stacca, ma per poco, rimane lì.
In tutto questo dove sta la felicità, dunque?
I coriandoli cadono per terra. Vengono calpestati. Successivamente spazzati via. Forse si, non sarebbe male se restassero a volteggiare per aria come nuvole colorate. Male non sarebbe, se potessero colpirci all’improvviso quando siamo tristi e neppure sappiamo riconoscerne il motivo.
Il fatto è che i coriandoli, come la felicità, non hanno una vita propria. L’unica consolazione che possono avere è sapere che migliorano nettamente la nostra esistenza.
Non si è mai visto un bambino infelice con un pugno di coriandoli tra le mani. Ma noi grandi dovremmo sapere che non può essere sempre carnevale, ed essere più bravi di loro nell’apprezzare i momenti giusti in cui sorridere per non stare male.
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