Qualcosa in più
Ci stavo guardo, ogni tanto lo sai che mi perdo. Sono l’apostolo che cerca il suo signore e intanto lascia andare perduta la sua fede, il suo credo. Ci guardavo, ti dicevo, ed osservavo il modo che hai di mettermi addosso quel qualcosa in più.
I sentimenti sono qualcosa di difficile da spiegare, che poi detto tra noi, chi cazzo li vuole spiegati?
Regaliamoci una vita fatta di risposte, un’esistenza fatta di esclamazioni. Perché la gente si perde tra le domande e si dimentica il motivo per il quale aveva cominciato ad interrogarsi. Portami dove posso essere l’espressione di gioia sul tuo volto, dove la matematica è una opinione, oppure dove non ci sono lavagne e si studia il solo modo per togliere il respiro.
Ecco, la gente si è dimenticata cosa voglia dire trattenere il fiato, tutti nuotatori, stacanovisti e macinatori di emozioni. Io voglio perdermi nel profumo del caffè, quello da bere la mattina accanto al tuo odore. Voglio perdere il fiato gridando al cielo che sono una nuvola, che non m’importa prendere freddo se nevica. Perché guardandoti ho concluso che voglio essere per te qualcosa in più, in questa vita dove meno sommato a meno da sempre meno.
Allora ti offro la mia equazione, visto che la matematica non è il tuo mestiere. Potremmo mischiarci gli occhi e vedere che risultato riusciamo ad ottenere. E se non andrà bene, resteremo ciechi a cercare di ricordare di colore era il sole, senza sapere che il giallo non esiste se non dentro il cuore.
Ci stavo guardando, e non ho più visto null’altro, perché il mondo era sfocato, come in una foto dove tutto si muove mentre due innamorati si stanno a baciare.
Ti offro questo, spero possa bastare. Il mio qualcosa in più, tu.
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