Lo scribano
“Ci sono due conigli sotto la doccia, ad un certo punto uno dice all’altro: – ehi, portami una pizza! –
L’altro lo guarda e gli risponde: – non sono mica il tuo scribano. -“
Una barzelletta? Si!
Fa ridere? No!
Solo che tutti ridono, tutti, tranne una persona che notando gli altri ridere si metterà di conseguenza a farlo anche lei.
Tutti gli altri sanno che la barzelletta non è per niente divertente, il poveretto che invece si mette a ridere no, e lo scribano è proprio lui!
Perché pur non sapendo d’essere vittima di un torto fatto nei suoi confronti, ride. Lo fa per non essere diverso, perché tutti lo stanno facendo, e si mette a farlo per non essere giudicato male. Di riflesso!
Il gioco è semplice, colui che racconta la barzelletta avvisa tutti di ridere una volta pronunciata l’ultima frase, tranne quest’ultimo che appunto sarà la vittima del gioco. Fatelo, è divertente, io per anni ho reso molti vittime di questo scherzo, che però deve portarci a ragionare.
Quante volte siamo lo scribano di qualcuno?
Quante volte ci mettono in testa idee non nostre?
Quanto volte siamo noi quelli che ridono e vengono presi per scemi?
Ridere non è assolutamente uno sbaglio, è la medicina di tante cose.
E le volte in cui ridiamo senza saperne il motivo sono altrettante.
Il problema è uno solo, come accennato appunto prima. Il danno consiste nell’essere il riflesso di qualcosa che non siamo, nel fingerci protagonisti di una vita non nostra, o ancora peggio, nell’aver paura d’essere giudicati come diversi, privandoci della possibilità di dire che quella barzelletta non faceva ridere.