Era una bella giornata
Era una bella giornata, poi è venuto a piovere.
Che a me la pioggia piace assai, lei se ne frega.
Di quegli altri che stanno al prendere il sole, come se si potesse catturare. Che si fanno baciare, senza protezione.
La pioggia arriva, anche se t’avevano detto che era una bella giornata.
Certe volte non te l’aspetti proprio, avevi appena steso.
Avevi deciso di andare a fare due passi.
E lei?
Ci costringe sotto i tetti dei balconi. Porta a galla sacchetti di plastica, tirati su dai tombini. Come a volerci dire: tieni, sta roba era tua, riprenditela.
Se ne fotte.
Ogni tanto le persone fanno uguale, se ne fregano.
Facciamo come la pioggia, distruggiamo le cose. Portiamo via i pezzi dagli altri, sgretoliamo su noi stessi.
Stacchiamo via, parti di cose belle.
Perché la pioggia fa così, non guarda in faccia nessuno.
Potrai essere la cosa più solida del mondo, più forte di tutte. Lei muterà in tempesta. S’abbatterà su di te e ti farà crollare se così avrà deciso.
Ma anche tu fossi, il fiore più fragile di tutto, non cambierà il risultato.
Ti sfiorerà il viso, come una carezza leggera che percorre la pelle. E ti farà sorridere, un poco stronza (la pioggia è così, le cose belle sono così).
E ti farai prendere, da quel brivido che scende lento su di te.
Finché, quella carezza non diverrà schiaffo.
Si porterà via tutto.
La pioggia.
Così resterai fermo a pensare, che era una bella giornata e adesso devi ricominciare.
Tutto da capo.
A raccogliere i tuoi petali.
Sentendoti così, un fiore sciupato.
Solo che ho imparato una cosa, che ci sta sempre qualcosa di buono da cui ripartire.
Nonostante tutto, nonostante tutte le ferite.
Allora ti direi, prendi quel fiore. Dicevo? Sciupato.
Prendilo e mettilo in mezzo ad un libro.
Di quelli da leggere in un bella giornata.
Fatta di sudore che s’appiccica a me e te che facciamo l’amore.
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