10 Maggio 2025 12:17
perché Disney riscrive le fiabe? - TheGiornale

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Ho sempre amato i film d’animazione Disney, mentre non ho apprezzato particolarmente nessuno degli adattamenti in live-action, ovvero i film con attori in carne e ossa (e una buona dose di CGI). Sarà forse perché il cartone animato ha il sapore di infanzia e di momenti felici, mentre i film non riesco ad associarli a niente di particolare. Forse perché le storie sono, di fatto, meno incisive e memorabili. Di recente è uscito nelle sale Biancaneve in versione film ma con una storia molto diversa sia da quella originale dei fratelli Grimm che dall’adattamento animato del 1937. Sebbene io non l’abbia ancora visto, pare che il copione si sia ripetuto ancora una volta. Perché Disney riscrive le fiabe? Scopriamolo assieme.

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Disney riscrive le fiabe da sempre

Disney riscrive le fiabe da sempre e non è quindi una novità assoluta. Nel tempo Disney ha rivisitato anche opere della letteratura mondiale, come Notre Dame de Paris (ribattezzato: Il gobbo di Notre Dame), o leggende medievali come quella di Robin Hood. Oppure ancora ha creato capolavori partendo da storie vere (salvo poi cambiare completamente tutto, come nel caso di Pocahontas).

I motivi di tutto questo sono facilmente immaginabili. Pensate di realizzare un film d’animazione basato sulla trama originale de La Sirenetta di H.C. Andersen. Sicuramente il finale sarebbe stato più educativo, ma sarebbe equivalso a una vera e propria pugnalata nello stomaco per un under 10 (e forse non solo). Per questo Disney ha pensato bene di aggiungerci un granchio scorbutico, un pesce parlante e di regalare ad Ariel (nome inventato da Disney) il classico lieto fine. Disney ha preso spunto dalla celeberrima fiaba per trasportarla a fine anni ’80, adattandola al pubblico di riferimento.


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3 motivi per cui Disney cambia le storie

Volendo approfondire, i motivi per cui Disney riscrive le fiabe sono essenzialmente tre e valgono sia per i film d’animazione che per i live-action.

  1. Ragioni tecniche o di adattamento sullo schermo: per i film d’animazione, spesso la motivazione risiede nella necessità di adattamento della storia a un pubblico di tenera età. Per i film, invece, può capitare che risulti molto difficile traslare una scena disegnata in un cartone alla “realtà”, o per meglio dire al realismo, di un film. Questo è vero anche quando si tratta della psicologia dei personaggi. Infatti, spesso vengono resi più complessi e dotati di una background story più dettagliata.
  2. Ragioni di posizionamento di mercato: alcune storie sono più commerciali di altre, vuoi per scelta dei protagonisti, dei luoghi e dei valori raccontati.
  3. Ragioni culturali e di inclusività: questo punto risulta vero, soprattutto per le ultime produzioni.

Mentre i primi due motivi sembrano essere accettati in maniera abbastanza pacifica dagli spettatori, il terzo punto è quello che continua a far parlare di sé e a generare dibattito.

perché Disney riscrive le storie in live action | TheGiornale
Foto di Leah Newhouse: https://www.pexels.com/it-it/foto/mani-donna-apple-mela-9675763/

Perché i live-action sono diversi dai cartoni?

Ogni volta che Disney annuncia un nuovo live-action non mancano le polemiche. Quell’attrice per quel ruolo non piace, quel particolare stona, quel dettaglio non è esattamente uguale al cartone originale. La verità è che il dibattito spesso ha origine tra i “più grandi”, quelli che sono cresciuti con i cartoni e che hanno paura che le loro storie del cuore possano essere “rovinate”.

Come abbiamo detto, Disney spesso modifica le storie originali per poterle adattare più facilmente ai valori culturali dell’epoca in cui si sta vivendo. Molte fiabe originali contengono elementi che oggi consideriamo inappropriati o offensivi. Ad esempio, alcune rappresentazioni stereotipate di culture o ruoli di genere sono state modificate per riflettere una maggiore sensibilità e inclusività. Un caso emblematico è quello de Le avventure di Peter Pan, la cui versione animata è stata oggetto di critiche per la rappresentazione stereotipata dei nativi americani.

Perché Disney vuole essere inclusiva a tutti i costi?

Bisogna dire che talvolta, però, il colosso dell’entertainment statunitense è stato accusato di essere andato ben oltre la volontà di inclusione e del voler stare al passo con i tempi che cambiano. Una delle maggiori accuse che vengono rivolte a Disney è quella di essere woke, ovvero quasi revisionista nei confronti delle fiabe classiche. Il dibattito è tutt’ora aperto e le opinioni si dividono. Se da una parte c’è chi accusa la storica casa di produzione di essere troppo politicamente corretta, dall’altra parte c’è chi applaude a un tipo di narrazioni più inclusive. In merito a questo, vi lascio qui sotto un video molto interessante sull’argomento.


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Il caso de La Sirenetta

Uno dei live-action Disney che è stato oggetto di veri e propri dibattiti è stato La Sirenetta, uscito nel 2023. Se già il film d’animazione, come detto sopra, riportava diversi elementi di differenziazione rispetto alla fiaba originale, il film diretto da Rob Marshall aggiunge dettagli nuovi alla storia, talvolta secondari altre volte più eclatanti. Per esempio, cambiano le motivazioni che animano la protagonista, la sirenetta Ariel, ma anche quelle del principe. Cambiano qualche canzone, qualche personaggio (il gabbiano amico di Ariel diventa una femmina). Tuttavia, la trama in generale rimane abbastanza simile.

A far discutere maggiormente è stata più che altro la scelta di ambientare la storia ai Caraibi, invece che in Danimarca, luogo originale della fiaba, e la scelta di casting di Halle Bailey nel ruolo di Ariel. Se per alcuni questo ha significato “progresso”, altri l’hanno criticata, ritenendola una forzatura ideologica non necessaria.

perché Disney riscrive le favole | TheGiornale
Foto di Lina Kivaka: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-che-legge-un-libro-1741230/

È giusto che Disney riscriva le fiabe?

Ecco, una volta capito perché Disney riscrive le fiabe, è giusto domandarsi se sia giusto che lo faccia. Non potrebbe semplicemente inventarne una nuova o riadattarne una in maniera inedita?

Se vi aspettate una risposta in questo articolo, vi deludo dubito: non lo so. Mi piacerebbe avere un’opinione chiara e netta in merito, ma la verità è che io stessa non sono sicura. Non sono un’esperta di cinema, anzi. La mia unica vera competenza è quella di essere stata una divoratrice di libri di fiabe da bambina. Forse proprio per questo certi cambiamenti non mi toccano minimamente: dopotutto, ogni lettore sa che le fiabe sono qui per insegnarci morali universali, applicabili sia ai Caraibi che in Danimarca.

Comunque, se da una parte capisco l’esigenza di affrontare alcuni temi legati al razzismo, dall’altra parte non sono troppo d’accordo sul cambiare radicalmente la fiabe o sulla “censura” di alcune dinamiche, come quel maledetto bacio del vero amore. Credo, invece, nella possibilità di spiegare ai bambini che le fiabe appartengono a un’altra epoca e che proprio per questo vanno comprese, non cancellate.

E voi che ne pensate? Siete tra i difensori della tradizione o tra i promotori del cambiamento?
Scrivetemelo. Nel frattempo, io vado a cercare una mela…

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