In questo viaggio andremo alla scoperta di Settimo San Pietro, un piccolo paese in provincia di Cagliari. Settimo San Pietro, che volge il suo sguardo in direzione dello spettacolare Golfo degli Angeli, affascina il visitatore per storia, tradizioni ed enogastronomia.
5 cose da vedere a Settimo San Pietro
I viaggi belli sono quelli che facciamo nei luoghi poco conosciuti e che meritano di essere raccontati per bellezza e autenticità. Settimo San Pietro è un paese antico le cui tracce umane risalgono al Neolitico. Qui, nell’età del bronzo si diffuse la civiltà nuragica che edificò il complesso di “Cuccuru Nuraxi“. I romani gli diedero il nome Septimo ab urbe lapide per le sette miglia di distanza dal centro abitato da Cagliari (oggi poco più di dieci chilometri).
Vi parlerò di 5 cose imperdibili nella splendida cornice di un borgo tutto da scoprire.
1. Cuccuru Nuraxi
Cuccuru Nuraxi (colle del nuraghe), che prende il nome dalla presenza di un nuraghe di tipo complesso a cui era annesso un villaggio di cui resta poco, risale all’età del Bronzo (1200 a.C.). Al suo interno venne costruito un pozzo sacro, che aveva funzione religiosa-culturale, a un’altezza superiore rispetto alla falda acquifera. Questa caratteristica lo rende unico. La scala di 17 gradini stretti e ripidi permette l’accesso alla camera a ogiva, alta 5,30 metri con diametro basale di 2,50 metri.
2. La domus de Janas
La domus de Janas (casa delle fate), che si trova nel bosco dei Landireddus (ghiandifera), è una grotta di circa 90 centimetri di altezza scavata nella roccia. Al suo interno sono presenti due ambienti comunicanti e collegati da un piccolo varco.
Secondo un’antica leggenda popolare san Pietro la utilizzò come rifugio per una notte e pregò talmente tanto da lasciare l’impronta delle sue ginocchia nella roccia.
L’acqua della sorgente sotterranea, che si trova nel suo interno, era considerata miracolosa. S’acqua ‘e is dolus (l’acqua dei dolori) risale al Neolitico, epoca in cui fiorirono le domus del Janas, grotte raggruppate in grossi insediamenti che formavano delle necropoli dedicate ai culti funebri.
3. La Chiesa di San Pietro
La Chiesa di San Pietro ubicata nel centro dell’abitato è intitolata a san Giovanni Battista. Lo stile architettonico gotico è di origine iberico-catalana anche se ci sono stati rimaneggiamenti in periodi diversi. La consacrazione dell’altare maggiore risale al 1442. Insieme alla chiesa di San Giacomo a Cagliari è fra i più antichi edifici di epoca catalana.
La struttura presenta una pianta rettangolare formata da una navata suddivisa in cinque campate tramite arcate ogivali. Nella facciata sono presenti: decorazioni con merlature, di stampo catalano, un portale architravato e una finestra che sostituisce il vecchio rosone, ora murato, per illuminare la navata principale. Il campanile (di Simone Montanacho) a base quadrata è il più alto del Campidano.
4. Il pane di Settimo San Pietro
Settimo San Pietro è considerato da sempre il “paese del grano”. Grano duro doc, coltivato nei suoi terreni, da cui si ricava la migliore semola per fare il pane buono, quello fatto con il lievito madre e cotto nel forno a legna. Gli ingredienti: semola fine, lievito madre, sale e acqua. Una volta amalgamati, questi ingredienti danno vita a un impasto da modellare, da lisciare, da tornire fino a formare una massa rotonda o semicircolare con estremità schiacciate e foro centrale. Per le decorazioni vengono impiegati una forbice particolare per realizzare is pitzus (le punte) e un coltellino.
«Un pane, il nostro, – dice il sindaco Gigi Puddu – gustosissimo, capace di soddisfare i palati più fini. Non dimentichiamoci che Settimo è stato uno dei centri a maggior produzione di grano duro e che adopera ancora l’antico mulino garantendo la qualità della semola e della farina, le materie prime per la preparazione del pane».
Fino a pochi anni fa il grano veniva macinato proprio nell’antico molino di via Roma. Purtroppo nel 2021, da quando è andato in pensione il gestore Mariano Mascia, ha chiuso i battenti e nessuno ha preso il suo posto. Ogni settimana si macinavano fino a dieci quintali di grano Cappelli da cui si ottenevano semola, farina e cruschello.
5. La festa della Malvasia
Settimo San Pietro è noto anche per la Malvasia, che viene celebrata ogni anno nel mese di ottobre in occasione del Festival della Malvasia, un concorso enologico dove sommelier, enologi e critici enogastronomici valutano le migliori etichette in gara.
La Malvasia è un vitigno rappresentativo di Settimo San Pietro, la cui coltivazione si tramanda nel tempo di padre in figlio. La Festa della Malvasia è la celebrazione e la valorizzazione di un prodotto d’eccellenza, L’obiettivo della comunità è fare in modo che la Malvasia diventi sempre di più un emblema del paese e che questa tradizione possa continuare a vivere anche nelle mani delle nuove generazioni. Grappoli d’uva dal colore giallo paglierino intenso, con profumi di fiori e frutti, e un sapore fruttato gradevole che custodiscono l’identità di una popolazione.
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Settimo San Pietro: un piccolo borgo che regala meraviglie imperdibili
Le località poco conosciute, purtroppo, non ricevono la giusta considerazione rispetto a quelle più ambite da migliaia di persone ossessionate dalla tendenza del momento. Il mio consiglio è di andare contro corrente e di visitare i luoghi che sono a un passo da casa nostra.
In questo itinerario ho scelto di portarvi alla scoperta di Settimo San Pietro, un borgo della Sardegna di 6.943 abitanti. Tutta la sua bellezza è racchiusa nello scatto panoramico di mauro_sardegna, che ringrazio per averlo messo a disposizione. Grazie anche a Ilaria Pisu che ha fotografato La domus de Janas.
Perché viaggiare è sempre una buona idea? Per il semplice motivo che i viaggi ci regalano emozioni che conserviamo per sempre e ci consentono di allargare gli orizzonti.