Se siete alla ricerca di un viaggio un po’ wild e a contatto con la natura, ma senza dovervi fare chissà quante ore di volo, dovete considerare una vacanza alle Azzorre.
In questo articolo vi racconto il mio itinerario di due settimane e vi lascio alcuni consigli per programmarlo al meglio.
Isole Azzorre: ecoturismo nell’Oceano Atlantico
Un tuffo nel passato, al ritmo lento della natura.
Quando, di rientro dalla mia vacanza alle Azzorre, amici e conoscenti mi chiedevano cosa mi avesse colpito di più, rispondevo: il contatto con la natura e i suoi ritmi lenti. Sembrava di essere tornati indietro di parecchi decenni. E, infatti, questo arcipelago è la meta ideale per chi vuole fare ecoturismo – una forma di turismo non di massa, incentrata sull’apprezzamento e, soprattutto, il rispetto della natura.
Prima di partire, non avevo idea di cosa mi avrebbe aspettato una volta arrivata, complice anche il fatto che su Internet non si trovano abbastanza informazioni e consigli. E anche quando ero là, mi è capitato spesso di percorrere strade inesistenti su Google Maps.
A ogni modo, il mio itinerario prevedeva quattro delle nove isole vulcaniche: São Miguel, São Jorge, Pico, Faial con spostamenti in traghetto fra le tre isole centrali e il volo tra São Miguel e São Jorge.
Verde, azzurro e nero: i colori della vegetazione, di cielo, oceano e ortensie, e della lava.
Il mio volo è atterrato a São Miguel, dove sono rimasta poco meno di un paio di giorni, in attesa del volo interno che mi avrebbe portata a São Jorge. Vi consiglio di fare lo stesso perché, spesso, i voli vengono cancellati per via del meteo non sempre favorevole. Da São Jorge, mi sono mossa verso Pico e Faial e poi sono tornata a São Jorge, in attesa del volo per São Miguel. Insomma, il mio è stato un itinerario circolare.
Le tappe imperdibili nella vacanza alle Azzorre
1. São Miguel
Fra le cose da vedere su quest’isola c’è la Caldeira das Sete Cidades: una serie di laghi vulcanici percorribili con vari sentieri di trekking che regalano panorami unici. Fermatevi al Miradouro da Vista do Rei e al Miradouro da Boca do Inferno, se siete fortunati o arrivate di buon mattino, potrete anche fare foto senza troppi turisti nelle vicinanze.
I vulcani
Altra tappa immancabile è Furnas, un paesino che permette di ammirare l’attività vulcanica dell’isola. Infatti, ci sono molte fumarole a cielo aperto dove l’odore di zolfo è persistente.
Non distante, si trova Laoga das Furnas, un lago di origine vulcanica (come tutti quelli che vedrete durante la vostra vacanza alle Azzorre). Vi consiglio anche di visitare Lagoa do Fogo, perché offre diversi scorci sia su un lato dell’isola che sull’altro.
Le terme
Le terme naturali di São Miguel sono una tappa obbligata. Un bagno in acque termali è rilassante e goderselo immersi nella natura, ammirando alberi verdi e rigogliosi è un’esperienza irrinunciabile. São Miguel non si limita all’ecoturismo: sono molte anche le proposte gastronomiche. Infatti, l’isola è rinomata per le piantagioni di ananas e di tè. E, fidatevi, entrambe valgono la visita.
Le piantagioni di ananas
Vi assicuro che non ho mai visto ananas così gialli e maturi (altro che quelli beige che troviamo sugli scaffali dei nostri supermercati). Per non parlare della dolcezza e morbidezza, una volta assaggiati. All’interno delle piantagioni, ci sono anche percorsi che vi spiegano tutto il processo di maturazione. Pensate che un frutto ci impiega ben due anni prima di essere colto.
Di lunga tradizione, sull’isola ci sono anche due piantagioni di tè, Chá porto Formoso e Gorreana, dove avrete la possibilità di conoscere la storia e il processo produttivo di questa bevanda.
2. São Jorge
Tra le isole Azzorre che ho visto, São Jorge è decisamente la più wild e la più adatta per il turismo rurale, dove prevale il colore verde. È piccola, ma regala molti scorci interessanti, come il Baloiço Fajã de João Dias, il Miradouro da Fajã dos Cubres, il Miradouro Fajã da Caldeira e il Miradouro da Fajã das Almas.
São Jorge è l’isola su cui ho percepito più di tutte il contatto con la natura e i ritmi lenti. Sarà perché è meno abitata delle altre o perché è la vegetazione a farla da padrona. O, forse, è anche merito del trekking che ho fatto, partendo da Serra do Topo e arrivando alla Fajã da Caldeira. Qui ho avuto modo di osservare gli abitanti del luogo pescare a mano le vongole, uno dei piatti tipici dell’isola – come potete immaginare, freschissime. Infine, una perla, per la vostra vacanza alle Azzorre, qui a São Jorge: la piantagione di caffè che, data la vicinanza all’oceano e la salinità dell’aria, assume aromi particolari.
3. Pico
La chiamano “isola nera” e, in effetti, appena mettete piede su Pico ne comprendete il motivo: qui predomina la terra di origine lavica. La sua attrazione principale è senz’altro la Montanha do Pico, la vetta più alta di tutto il Portogallo, ideale per un’escursione di trekking. Il percorso non è da sottovalutare: armatevi di scarponi adeguati e di k-way, perché il tempo cambia in maniera repentina e di frequente.
Se siete interessati, prenotate la vostra salita prima di partire, perché gli accessi sono limitati.
Per rendere la vostra vacanza alle Azzorre indimenticabile, partecipate all’avvistamento dei cetacei o all’esperienza di nuoto con i delfini. Pensate che, tra residenti e migratorie, in prossimità dell’isola ci sono all’incirca ventiquattro specie di balene differenti, nel corso dell’anno. Per gli amanti dell’enologia, Pico offre la possibilità di degustazioni di vino, oltre che di visitare il Museo del vino. Vi consiglio la Adega Vitivinícola Lucas Lopes Amaral, dove ho sorseggiato ben cinque differenti etichette, accompagnate dai formaggi tipici.
4. Faial
Se a Pico spicca il colore nero della terra, a Faial vedrete perlopiù l’azzurro. Non tanto per l’acqua o il cielo, quanto per le ortensie – che avrete già ammirato nelle altre isole ma che, qui, trovano la massima espressione. Tra l’altro, per via dei nutrienti presenti nel terreno, questi fiori alle Azzorre non sono mai di colore rosa, ma solo azzurro o bianco. Tra le cose da vedere a Faial, la Caldeira do Cabeço Gordo merita la visita. Si può fare un’escursione di circa otto chilometri, molto semplice e senza dislivelli, per godere sia del panorama sul cratere sia sull’oceano, da più prospettive.
Da un vulcano all’altro, non potete perdervi il Vulcão dos Capelinhos – l’area più particolare di tutte le Azzorre. A differenza del resto dell’isola, qui non c’è vegetazione e prevale il colore nero della terra vulcanica. Infatti, questa porzione di isola è quella di più recente formazione. È nata dall’eruzione di un vulcano sottomarino – il Vulcão dos Capelinhos, appunto – tra settembre del 1957 e ottobre del 1958.
Dopo tutte queste fatiche, godetevi un po’ la città di Horta, in particolare la marina (il prolungamento del porto). Decisamente variopinta, la marina di Horta è diventata un’attrazione, con i suoi dipinti sui muri. Si narra, infatti, che l’equipaggio che non lasci un segno, un ricordo, in porto prima di partire, vada incontro a sventure.
Infine, per vivere appieno lo stile marinaresco della cittadina, fermatevi al Peter’s Café Sport, il bar più famoso e caratteristico di tutte le Azzorre. Qui potrete godere dei piatti tipici e del celeberrimo gin tonic, richiesto dai marinai inglesi fin dal 1918.
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