E’ passato circa un ventennio da quando, ancor più bassa di quanto non sia ora, mi arrampicavo su di una sedia nel bel mezzo del pranzo domenicale coi parenti a recitare le famose parole: “Poesia per la mia Mamma…”.
I suoi occhioni lucidi e le conseguenti “mance” da parte dei presenti mi confermavano che l’esposizione ed il simpatico soprammobile assemblato con cartapesta e colla vinilica avevano fatto colpo, come di consueto. Ma è passato molto tempo da allora e quest’anno più che mai si celebrerà una Festa della Mamma un po’ atipica. Ma come e –sopratutto– grazie a chi nasce questa festività così importante?
Anna Jarvis: tra attivismo e conflitti legati alla mercificazione della Festa della Mamma
Anna Jarvis, nella storia, è la “vera” mamma di questa ricorrenza. Non si sposò e non ebbe mai figli, ma il rapporto tra lei e sua madre fu’ talmente intenso che, alla morte di quest’ultima, Anna propose l’istituzione di una cerimonia commemorativa che omaggiasse non solo il suo ricordo ma che permettesse di consolidarne il lato sentimentale e la forte valenza morale in tutto il globo.
Così, in America, la festività venne inserita nel calendario nazionale anche se Anna non si adagiò mai sugli allori di quel suo traguardo e non percepii mai alcun guadagno dai proventi che ,suo malgrado, la festa aveva prodotto. Anzi passò la vita a lottare contro la dilagante mercificazione di quella che doveva essere una celebrazione alla purezza (vedi il tradizionale utilizzo del giglio come fiore emblema dell’amore candido) ed al costante spirito di sacrificio delle madri ma che purtroppo era andata trasformandosi in una redditizia trovata commerciale.
I suoi sforzi furono vani e così, col passare del tempo, la Festa della Mamma continua ad essere celebrata nel mondo seguendo differenti calendari ed usanze.
Le mamme che hanno fatto la storia:
CLEOPATRA ( 70/69 A.C – 30 A.C)
Conosciamo tutti per sommi capi la vita di una delle più grandi donne (nonché una delle più grandi personalità) di sempre: Cleopatra Tea Filopatore, chiamata anche Cleopatra VII o più comunemente Cleopatra. Regina d’Egitto, coltissima, fine stratega, guerriera ed amante appassionata (leggendarie sono state le sue storie d’amore, dapprima con l’imperatore Giulio Cesare e poi col luogotenente Marco Antonio).
Ed anche madre di ben quattro figli, tre dei quali purtroppo vittime di un tragico destino intriso di vendette e colpi bassi per mano dei tanti nemici che, bramosi di potere, la vollero annientare nel profondo. L’unica superstite, Cleopatra Selene, divenne a sua volta Regina di Numidia e Mauretania andando in sposa a Giuba II.
ARTEMISIA GENTILESCHI (1593 – 1653)
Artemisia Gentileschi è diventata nel tempo una delle figure cardine del femminismo globale. Donna di grande talento e abilità, divenne ben presto una pittrice-prodigio imponendosi in un panorama – quello seicentesco – esclusivamente di dominio degli uomini.
Uno dei suoi dipinti più famosi “Giuditta e Oloferne” prende forma da una triste vicenda di stupro ai suoi danni da parte del pittore Agostino Tassi. Questo episodio segnerà profondamente tutta la sua vita ma la indurrà a produrre una serie di opere che la renderanno immortale. Ebbe quattro figli – da un matrimonio combinatole dal padre – a cui cercò di insegnare tutti i segreti della pittura.
LAURA BASSI ( 1711 – 1778 )
Un altro grande nome è quello di Laura Maria Caterina Bassi, tra le primissime donne al mondo ad aver conseguito la Laurea e la prima in assoluto ad aver ottenuto una cattedra per l’insegnamento della Fisica sperimentale – al tempo definita “Filosofia Naturale” – presso l’Istituto delle Scienze fondato da Marsili; apripista assoluta nella lotta al raggiungimento di pari condizioni nell’insegnamento da parte delle donne in un ambiente totalmente maschilista e misogino come quello accademico.
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Affamata di cultura sin dalla più tenera età, venne istruita di nascosto da diversi precettori dell’epoca che le insegnarono l’arte del dibattito scolastico e nozioni di fisica, latino, greco, matematica e filosofia.
Nel corso della sua sfavillante carriera ottenne enormi riconoscimenti diventando socia dell’Accademia e dell’Istituto delle scienze di Bologna e proclamata membro onorario del Collegio dei dottori in Filosofia. Nonostante la bellezza di nove figli, continuò la carriera accademica fino alla sua morte.
DIANA FRANCES SPENCER alias LADY D ( 1961 – 1997 )
Lady Diana incarna tutto ciò che personalmente ammiro in una donna: la caparbietà, la nonchalance verso bigottismi di qualsivoglia genere, l’eleganza innata, la fragilità, l’umiltà. Ha diviso per sempre il popolo anglosassone tra l’abnegazione cieca per la monarchia – un sodalizio fino ad allora indistruttibile – e l’amore per la sua “principessa triste”. Diana ha scaldato i cuori di molti e ne ha fatti infervorare altrettanti.
Ribelle ed indomabile anche se apparentemente composta e di poche parole, ci impartì una grande lezione di stile e riscatto personale la sera del gala per Vanity Fair alla Serpentine Galleries di Londra, quando indossò il suo “Revenge Dress” (il vestito della vendetta) appena dopo che il marito, il principe Charles d’Inghilterra, annunciò pubblicamente di averla tradita con l’amica di sempre Camilla Parker – Bowles.
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Diana è stata una donna generosa, molto attenta al prossimo, attivissima nel campo filantropico (occupandosi dei bambini poveri in Africa, dei malati di HIV e della spinosa questione delle mine antiuomo nelle zone di guerra), inimicandosi non poco la già ostile Royal Family per via dei suoi slanci umanitari. Raffinata e dotata di grandissima sensibilità, sarà però sempre vittima di grandi passioni e grandi dolori disseminati ovunque nel corso della sua breve esistenza.
Nei nostri cuori rimarrà semplicemente Lady D, una donna innamorata dei suoi due figli, i principi William ed Harry, indelebile nella loro stessa fisionomia ed anche in molti di quei gesti che, oggi, ce li fanno amare quasi quanto la compianta madre.
LUCIA FRISONE (1966)
Ultimo ma non per importanza è il nome di Lucia Frisone. Lucia non è stata né un’attivista, né una regina, né una pittrice di fama mondiale, né una donna laureata e docente universitaria, né una principessa dal cuore buono diventata poi un’icona a causa della prematura morte.
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Lucia è una donna come tante, forse tra le più comuni , ma l’appellativo di “Mamma coraggio” mi permette di inserirla in questa lista. Lucia è la madre di Fulvio, un ragazzo affetto da tetraparesi spastica distonica, una patologia quasi del tutto invalidante.
Fulvio, nell’ immaginario di molti, sarebbe stato condannato ad un’esistenza di dolore e rinunce, ma questo non era lo scenario che sua madre si era prefigurata per lui.
“MAMMA CORAGGIO”
Lucia, per quel suo figliolo un po’ sfortunato, ha tirato fuori quei denti e quegli artigli di cui solo una madre dal cuore spezzato avrebbe potuto fare mostra e così, dopo indicibili sacrifici di carattere economico, fisico e psicologico Lucia, animata dall’ostinazione e dalla costanza tipiche della goccia d’acqua che scalfisce anche la pietra, è riuscita nel suo intento di abbattere le barriere architettoniche che la realtà imponeva senza rimedio a lei a suo figlio, ma anche a distruggere i pregiudizi ridando dignità a Fulvio e a tutte quelle persone colpite da disabilità che si sono sempre viste relegate ai margini di una società incapace di provvedere con criterio ai loro bisogni primari.
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Grazie a sua madre Fulvio ha potuto studiare, ha avuto il suo primo rapporto sessuale consenziente con un’altra giovane donna, ha potuto viaggiare e scoprire il mondo, ha potuto coronare il suo sogno di diventare qualcuno. Insomma, ha conquistato l’indipendenza e la libertà.
Lucia, nel suo essere piccola di statura, poco istruita e non benestante, ha permesso a suo figlio di accedere ad un mondo che lo avrebbe scartato a prescindere solo perché “scimunito, storpiato“. Oggi Fulvio Frisone è un fisico nucleare di fama mondiale, impiegato presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Catania. L’incredibile storia di Lucia e Fulvio è stata raccontata nel film biografico del 2007 “Il figlio della Luna”.
“Mamma”, la parola più bella sulle labbra dell’umanità.
Khalil Gibran
La Mamma è sempre la Mamma, ed è giusto ci sia una festa a lei dedicata. Un giorno in più per dire a tutte le mamme del mondo: grazie.