5 Dicembre 2024 14:19
LA BUONA NOTTE di Rab - TheGiornale.it

I marcatori di Duchenne

Quando sorridi togli il fiato, sai? Potrei scegliere mille parole da incastrare insieme per spiegarti l’effetto che mi fai, scriverti poesie. La verità è che mi basta citare i marcatori di Duchenne per essere dieci volte più romantico.

Ci sono due tipi di sorrisi, così dicono gli psicologi.

C’è il sorriso meccanico, quello che ci stampiamo in faccia per dipingere sul nostro viso la felicità. Lo componiamo contraendo i nostri muscoli facciali, finte paresi facciali, riduciamo gli occhi a minuscoli puntini e sorridiamo. In psicologia viene chiamato “sorriso Pan American”. Hanno scelto di attribuire lui questo nome perché descrive la gentilezza poco spontanea che accompagna le assistenti dell’omonima compagnia aerea, la stessa che applichiamo sul nostro viso quando sorridiamo in maniera forzata.

Poi ti direi che ci sei tu, ma in psicologia non potevano scrivere: sorriderete in maniera spontanea quando ci sarà lei a farvi sorridere. 

Allora il secondo sorriso ha un altro nome, si chiama sorriso di Duchenne. 

Ha preso il nome da colui che lo ha individuato. Duchenne ha notato che quando sorridiamo in maniera davvero spontanea, gli angoli della nostra bocca si arricciano puntando verso l’alto, inoltre intorno ai nostri occhi si formano piccole rughe. La particolarità messa in evidenza da Duchenne è che questi muscoli sono praticamente impossibili da controllare in maniera spontanea, quindi un sorriso davvero sincero è praticamente impossibile da imitare, un po’ come i fiocchi di neve, hai presente? Ogni fiocco è come un sorriso, unico nel suo genere.

Un po’ come sorrido io, tipo quando vedo te sorridere e di riflesso faccio lo stesso.

 

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