Giovedì 27 giugno si è svolto “Into the food Torino”, l’evento, creato dall’associazione Marketers, dedicato al cibo e alla comunicazione di questo.
Ecco com’è andata:
Just eat: il primo ospite a Into the food Torino
Accolti dai ragazzi di Marketers, presso la scuola di Management ed Economia dell’università di Torino, ci siamo accomodati nell’aula azzurra pronti a ricevere le ottime ricette per un food marketing d’eccezione.
La prima ospite che ci ha esposto una strategia vincente è stata Monica Paoluzzi Marketing Director di usteat.
Monica ci ha parlato di quanto il food delivery stia diventando un’abitudine sempre più italiana. La clientela del nostro bel paese infatti, è ben diluita per tutte le regione e non ci sono grossi dislivelli di età. La cosa che inoltre ha stupito molto Just Eat è stata la differenza di occupazione di ciascun utente, dallo studente universitario, al bancario che esce tardi la sera dall’ufficio e alla mamma stanca e annoiata dalla solita cucina.
Per questo motivo la loro ricerca di target non può andare nello specifico, ma deve essere ampia e aperta di vedute.
Ma voi lo sapete qual è il piatto d’asporto preferito dalle donne? E dagli uomini? Con nostra gran sorpresa le prime sono quelle meno curiose di provare cucine diverse, però si concentrano (da buon gustaie) sul sushi.
Mentre i maschietti sarebbero quelli più propensi a provare le prelibatezze di tutto il mondo. Però, con poca sorpresa, i cibi più trasportati nelle nostre case sono la pizza e gli hamburger.
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Secondo gli studi dei tecnici di Just Eat nei prossimi anni la cucina, nella sua fisicità, potrebbe addirittura sparire dalle nostre case. Voi ne sareste contenti?
2° ospite di “Into the food Torino”
Dopo una pausa caffè ristoratrice siamo tornati attenti e pronti ad ascoltare il secondo ospite: Maurizio Cimmino , Fondatore e amministratore delegato di BKNO Srl, franchising di Burgerking.
“Per avere successo bisogna avere fame e distinguersi sempre di più. Burger King infatti non si limita a vendere cibo, noi offriamo un’esperienza da vivere dentro il ristorante che non rappresenta la visione più classica del fast-food in cui tutto avviene rapidamente, al contrario si fonda sulla possibilità di trascorrere del tempo insieme, vivendo momenti di convivialità”
Così è partita la chiacchierata che abbiamo avuto piacere di intrattenere con Maurizio, e la parte più divertente?
Ci è stata mostrata una pubblicità francese in cui una sede di Mcdonald’s aiutava una famiglia ad arrivare alla loro destinazione finale ovvero Burger King.
La nostra domanda è sorta spontaneamente: come mai in Italia queste pubblicità “comparative” non vengono mostrate? A quanto pare il nostro concetto di fast food va un po’ fuori dai binari. Per questo nel nostro paese non viene detto esplicitamente, durante la pubblicità, che la qualità delle materie prime di BKO è migliore, dato che arriva da produttori della regione ospitante. La carne del Whopper? E’ carne piemontese ad esempio. Ma come mai non viene detto questo? Perché se la comunicazione del ristorante, spiegasse queste cose la gente assocerebbe una qualità elevata ad un prezzo più elevato.
Una novità del Burger King è il primo hamburger vegano somigliante in odore e colore ad un hamburger di carne, secondo voi avrà successo l’esperimento?
Fini modena dice: “Il marketing fa schifo”
Ebbene sì, il terzo ospite, ovvero Fini Modena con Valentina Lanza, ha aperto così il suo speech. Questa affermazione forte e dissonante è stata fatta semplicemente per dimostrare quanto sia complicato il mondo del marketing, il quale si occupa di comunicare un prodotto, fare awareness e costruire fedeltà nel consumatore.
Dall’altra parte abbiamo le aziende che puntano principalmente sulle promozioni, meno costose e più efficaci di una campagna di comunicazione.
Ad oggi neppure la TV riesce a spostare le vendite di un prodotto quanto le promozioni che vengono fatte al super mercato, il 50% di sconto ha ancora il suo fascino.
Il tutto sta nel fidelizzare il consumatore, poiché essendo abituato al sapore e calore di un prodotto difficilmente lo cambierà con uno sconosciuto seppure in promozione.
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Cirio cuore italiano a Into the food Torino
Pomodoro=casa, così noi italiano vediamo la salsa rossa, per questo Federico Cappi, direttore Marketing Retail di Cirio dice che per una campagna televisiva efficace parlare unicamente dei prodotti è limitativo.
La strada corretta per dare valore al marchio è creare affettività ed emozioni: la mission di Cirio è quella di attualizzare la marca senza perdere la sua storia, puntando su tradizione, famiglia e italianità
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Un altro elemento su cui punta l’attenzione è quello di creare uno spot non solo bello ma che funzioni, ovvero che raggiunga l’obbiettivo strategico prefissato. Il famoso spot in cui si è tutti a tavola aspettando trepidanti un piatto di spaghetti al pomodoro rappresenta il messaggio della casa: “Per gli italiani mangiare non è solo mangiare, ma creare relazioni”.
Chiusura di Into the food con le stelle
Le stelle di cui sto parlando sono quelle Michelin, quarto ed ultimo ospite della giornata. Marco Do, direttore Comunicazione e Relazioni esterne di Michelin chiude in bellezza l’evento spiegandoci da dove nasce la guida e soprattutto il perché sia nata. Tu lo sai che origini ha? Avrai sempre pensato che c’entra un’azienda di pneumatici con i ristoranti più prelibati del mondo?
La Guida Michelin non critica gli chef, bensì si rivolge a chi viaggia: prende un impegno forte nei confronti del viaggiatore consigliando eccellenti ristoranti per migliorare l’esperienza di mobilità.
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Il successo della Guida deriva dal linguaggio che utilizza, quello dei simboli : infatti non è necessario conoscere l’italiano per sapere cosa ti consigli la guida, basta leggere i simboli, comprensibili in tutto il mondo. ⠀
L’obiettivo dell’azienda è creare brand engagement, una Guida di ristoranti da provare e raggiungere attraverso un viaggio in macchina legandosi così agli pneumatici Michelin .
Il primo mistero è stato svelto, adesso risolviamo quello del significato della stella.
Una stella vuol dire :”Una cucina di grande qualità , merita una tappa.”
Due: “Una cucina eccellente, merita la deviazione”
Tre:“Una cucina unica, merita il viaggio”
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Che dire, ringrazio ancora una volta l’associazione Marketers per averci fatto scoprire tante piccole cose nuove, vedremo il mondo della comunicazione del food da un altro punto di vista e magari strizzeremo di più gli occhi per capire cosa c’è sotto a quel messaggio.
Se non volete perdervi i prossimi appuntamenti con loro vi basterà seguirli su Facebook e Instagram, il loro programma riprenderà a settembre con tante novità.