Come bottiglie rotte
La voce di Samu strilla nelle mie orecchie le luci della giostra, e si, non so più chi sono. Sono stato preda di strade che si lasciano guidare forte, ho comminato su bottiglie rotte per raggiungere il mio Eden. Ed ho dipinto il cielo su Torino, riflesso negli occhi suoi. Mi sono sentito nave, nella foresta. Fuori posto ad ogni festa, come coriandoli a Natale, come Aurora che nei suoi sogni sa cercare.
Ho ballato sotto il diluvio, l’ho guardato, Incantevole e Preso Blu. Le ho dato il mio sorriso, senza fingere ma pareva uno scherzo. Ho commesso l’errore, tutti ne commettiamo almeno uno.
E fuori il mondo è fragile, ma io lo sono stato un po’ di più, sotto un colpo di pistola sono rimasto steso a terra, ad ammirare Nuvole Rapide, Quando nei Nostri luoghi c’ero rimasto solo più io.
Ho sbattuto la testa, fino a perdermi tra altre mani, perso come dentro una Discolabirinto, senza luci colorate, le nostre fronti sudate, le labbra appiccicate.
Ed ho imparato a sorridere, nonostante quelle bottiglie rotte, nonostante le Istantanee che mi portavano indietro. Livido amniotico, ma sono soltanto parole. Impronte nell’aria.
Fino a sposare l’abitudine, fino a spostare La Funzione. Fino a sperare nella mia resurrezione, Lazzaro.
La Glaciazione, il gelido tramonto di un cuore che torna a battere. Così, per arrivare a La Scoperta dell’Alba. Un nuovo sole che sa scaldare, nuove mani che da bottiglie rotte fanno nascere nuovi colori. Riflessi, ricominciare.
Allora entrami dentro, Dentro ai miei vuoti. Riempili come preferisci.
Ti regalo Questo domani, fallo tuo.
Prenditi le Cose che non ho, prenditi tutto.
Come se, Tutti i miei sbagli non contassero nulla.
Cura questa Depre, mio Sole silenzioso. Manda via quella voce scura dentro me, quel Canenero che morde al cuore.
Portami Tra gli Dei, andiamo a fare l’amore.
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