Visti i casi di Coronavirus al Nord Italia e visto che non abbiamo già abbastanza ansia, sapere quali siano i cinque virus più letali della storia non ci può far male.
È più o meno quello che avete pensato leggendo il titolo. Io penso che il passato ci può insegnare qualcosa.
Immagino anche che ad alcuni di voi è venuta in mente la Peste, il Manzoni, il voto di Lucia ecc. La peste è causata da un batterio, quindi, come diceva una pubblicità, “Prendete la Peste e mettetela da parte!“, perché oggi parleremo di virus.
Cos’è un virus?
Riepilogare cos’è un virus è necessario, visto che è una parola sulla bocca di tutti, si sente in tutti i telegiornali e si legge in tutti i giornali.
Il termine virus deriva dal latino virus che vuol dire veleno. Sono organismi di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche, incapaci di un metabolismo autonomo e perciò caratterizzati da una vita parassitaria endocellulare obbligata (hanno bisogno di una cellula ospite, tipo quelle umane, per vivere e replicarsi), costituiti da un acido nucleico ( DNA o RNA ). I batteri, invece, hanno come acido nucleico solamente il DNA e sono in grado di replicarsi senza usare il materiale genetico di chi infettano.
Per ora vi basti sapere questa come grande differenza tra batteri e virus, in verità sono molte di più.
1° posto: Vaiolo
Al primo posto fra i cinque virus più letali della storia ho messo il Vaiolo, per la sua importanza storica e anche scientifica. Proprio da questo virus è nata l’idea della vaccinazione e di vaccino. Fa parte della famiglia dei Poxvirus, che sono virus a DNA.
Probabilmente comparso in Asia orientale e poi diffusosi nel resto del mondo, si ritiene che esso sia arrivato in Europa alla fine del VI secolo d. C e che i colonizzatori europei l’abbiano trasferito nelle Americhe alla fine del XV secolo ( in due anni più di 3 milioni di Aztechi morirono di vaiolo ). Il virus, infatti, era altamente trasmissibile per via aerea.
Dopo un periodo di incubazione di 7 – 14 giorni, la malattia si manifestava con febbre elevata, malessere, dolori muscolari, talvolta vomito, seguiti dalla comparsa di piccole macchie rossastre ad iniziare da lingua e cavità orale che poi si diffondevano a tutto l’organismo entro 24 ore. Le macule rapidamente si trasformavano in pustole e poi in croste che lasciavano profonde cicatrici permanenti deturpanti. L’esito era la morte o la guarigione accompagnata da immunità duratura.
Grazie al vaccino, l’OMS, nel maggio del 1980, dichiara la malattia eradicata e dispone la dismissione del vaccino in tutto il mondo. In Italia, la vaccinazione è stata sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981.
2° posto: Poliomielite
Il secondo posto se lo aggiudica la Poliomielite che nei paesi industrializzati ha colpito migliaia di bambini ogni anno durante gli anni ’50. Fa parte della famiglia dei Picornaviridae, virus a RNA, genere Enterovirus.
Le malattie causate dagli Enterovirus si trasmettono per via oro – fecale. A partire dagli escreti umani si determina una notevole contaminazione delle acque, del suolo e perfino dell’aria che porta ad una continua potenzialità infettante per l’uomo tramite l’alimentazione (consumo di verdure o frutti di mare crudi, acqua potabile contaminata) o comuni atti quotidiani (balneazione). Il contagio interumano può avvenire per via oro – fecale od anche aerogena.
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La poliomielite è una grave malattia a carico del SNC che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Grazie all’introduzione dei vaccini, negli anni ’60 si è osservata una progressiva diminuzione dei casi quasi fino alla scomparsa della malattia.
3° posto: HIV
Il terzo posto fra i cinque virus più letali della storia se lo aggiudica l’HIV, l’agente eziologico dell’AIDS di cui ancora oggi non si è trovata una cura. I farmaci attualmente a disposizione ritardano l’insorgere della malattia e dei sintomi, ma non riescono ad eradicare il virus.
Uno degli aspetti più importanti che sono alla base della diffusione in Italia e nei paesi occidentali consiste, soprattutto fra i giovani, nella mancanza di educazione sessuale, nella scarsa conoscenza delle malattie sessualmente trasmesse e delle misure atte a contrastarne la trasmissione.
L’HIV fa parte dei Retrovirus, famiglia Retroviridae, costituiti da due molecole di RNA, genere Lentivirus.
Il contagio può avvenire per:
- rapporti sessuali non protetti. Qui vorrei fare una precisazione: la pillola non protegge da malattie sessualmente trasmissibili, mentre il preservativo sì;
- utilizzo di aghi contaminati per il consumo di droga;
- gravidanza o allattamento da parte di donne sieropositive;
- contatto con pazienti infetti da parte di personale sanitario;
- trasfusione: ormai rara, ma una volta, quando non si conosceva ancora bene il virus, molti erano stati contagiati anche attraverso questa via.
Il periodo immediatamente successivo al contagio è rappresentata dall’infezione “primaria” che dopo circa 3 – 6 settimane si manifesta, nell’80% circa dei casi, in una sindrome acuta con febbre, astenia, esantema maculo papulare che si esaurisce in alcune settimane.
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Dopo si assiste alla quasi totale scomparsa della viremia e il soggetto infetto entra nella fase di “infezione cronica “ o di “ latenza clinica “, in assenza di manifestazioni patologiche di rilievo, che può durare per molti anni. L’HIV, però, continua a replicarsi negli organi linfoidi secondari (linfonodi, milza), fino a quando non compare la malattia conclamata vera e propria.
La sindrome da immunodeficienza acquisita è stata riconosciuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1981. Ormai più del 95% degli infetti vivono nelle regioni sottosviluppate del mondo, di cui l’Africa sub – sahariana è la regione più colpita. Però, in quest’ultimo decennio l’epidemia si è espansa in tutte le aree del mondo in via di sviluppo, con tassi di diffusione allarmante in America Latina, nei Caraibi, in Europa Orientale e in alcune regioni asiatiche
4° posto: la SARS
Il quarto posto se lo aggiudica la SARS. Anche lei della famiglia del Coronavirus, chiamati così perché al microscopio elettronico hanno un aspetto a “corona” per la presenza di glicoproteine che attraversano il pericapside che ricopre il virus.
I Coronavirus sono patogeni sia per l’uomo che per gli animali a livello dell’apparato respiratorio ed enterico. La trasmissione si effettua per via aerea.
La sindrome acuta respiratoria severa (SARS), scoperta alla fine del 2002 nel sud della Cina e poi riportata in Asia, Nord America ed Europa, è caratterizzata da febbre accompagnata da emicrania, dolori muscolari e malessere generale. Dopo alcuni giorni, il paziente può sviluppare complicanze respiratorie anche mortali.
Non esiste una terapia specifica contro la SARS a parte il controllo della sintomatologia. Al momento non è disponibile nessun vaccino contro la SARS o altri Coronavirus umani.
5° posto: l’Amore
Il quinto posto fra i virus più letali della storia se lo aggiudica l’Amore, che miete vittime dai tempi di Adamo ed Eva, da Romeo e Giulietta, da una vita insomma. C’è chi è veramente morto per amore e c’è chi, come dire, sopravvive con il cuore spezzato, a metà e poi c’è chi è stato curato dall’amore, dallo stesso che ha provocato la sindrome del “cuore spezzato” o da un altro.
I sintomi sono diversi da persona a persona, ognuno ama a modo suo, ma alcuni sono comuni: batticuore, le famose farfalle nello stomaco, non quelle della Barilla, la testa fra le nuvole e il pensiero che va costantemente, 24h ore su 24, ad un’unica persona che inspiegabilmente è diventata il centro del nostro universo.
Non c’è vaccino, è non c’è una cura fortunatamente, perché è vero che l’amore ci fa soffrire, ci rende tristi alcune volte, ma quanto ci rende felici e speciali anche? L’amore può sia curare che far soffrire. Stesso meccanismo dei vaccini se ci pensate: per sconfiggere la malattia, viene somministrato il virus che la provoca in forma attenuata.
Qual è il significato di questa “classifica” de “i cinque virus più letali della storia”?
L’elenco “I cinque virus più letali della storia” ci fa capire che non è la prima volta che un virus ci fa paura e che comunque, in qualche modo, con meno strumenti di oggi, siamo riusciti a trovare una cura, a sconfiggerlo o almeno a rallentare la malattia. Quindi, non scordiamoci del passato, delle vittorie che, grazie alla scienza, siamo riusciti ad ottenere!
Perché ho voluto includere l’amore?
Perché anche in un momento come questo, in cui cominciamo a sentire che il nuovo Coronavirus (Covid – 19) non è solo una realtà lontana dall’altra parte del mondo, non dimentichiamoci dell’amore, della solidarietà e di aiutare il prossimo.
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L’Amore, in tutte le sue forme, può far molto, ne siamo provvisti tutti ed è a costo zero e può anch’esso curare, altre ferite, è vero, ma non per questo meno importanti. Con una parola possiamo far star meglio veramente qualcuno, anche se non siamo medici.
Quindi, siamo fiduciosi nella ricerca, informiamoci bene, prendiamo le giuste precauzioni, se ce n’è bisogno, non facciamoci prendere dal panico e non perdiamo di vista l’umanità e l’amore verso il prossimo.
Fonti: l’ enciclopedia Treccani online e Microbiologia Farmaceutica, II edizione, N. Carlone e R. Pompei, Edises.