Fiume che scorre in me
Immagina un muro che divide due mondi, una barriera sottilissima per un impiego così importante. Mettici dentro la paura e falla scontrare con il coraggio. Poi, se ti va, prendi la mia mano tremante e fatti trascinare dal fiume che scorre in me.
C’è chi si barrica, chi erige fortezze di cemento armato. Per paura d’essere scoperto, per timore d’essere baciato. Ci si affida a pochi, crescendo sempre a meno eletti. L’amore è una forma di selezione, ci permette di decidere a chi mostrare tutto. Immaginalo come un pianoforte, dolce ma cruento. Capace di far vibrare le corde, di andare veloce e poi lento.
Tutto si riduce ad un gioco di contrasti, di rumore e si presta all’esposizione, come nelle foto. L’amore è così. Che se sorridi viene meglio, ma tu valla a trovare la forza di sorridere. Ed è una corrente fortissima, di pensiero e di silenzi, si celebra nell’oceano di ricordi, suda nei pensieri e sfocia nel fiume che scorre in me, resta incastrato tra le vene.
Allora torna su quel muro, presta attenzione a non cadere. Resta lì, se puoi. Ti dirò io quando scendere, quando potrai venire giù. Quando avrò ripulito la poltiglia di fango e pianto che avrò macinato.
Se sarai fiducioso, solo in quel caso, ti troverai a farmi da riva, senza neppure accorgertene. Accarezzerai le mie labbra come fanno il sale e la spiaggia, ti tufferai nei miei occhi, come il sole sulla mia faccia.
Dovrai solo scalare quel muro, amor mio. Un’altra volta e poi ancora, finché ne avrai le forze. Ed io ti prometto, te lo giuro, costruirò un altro muro, lo chiamerò futuro.
Quello, lo potremmo camminare insieme. Lui, forte come noi se ci scambiamo gli occhi, se le mie mani delle tue, saranno piene.
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